Gli islamici beffano le guardie di Gheddafì

Caccia agli evasi sulle montagne Caccia agli evasi sulle montagne Gli islamici beffano le guardie di Gheddafì Bengasi, in quattrocento fuggono dal carcere e fanno strage di soldati IL CAIRO. Quattordici soldati, un capitano e un colonnello dell'esercito libico sono stati uccisi a metà della scorsa settimana in scontri con prigionieri integralisti musulmani evasi in massa due-tre giorni prima dal carcere di Bengasi. Lo hanno detto - secondo fonti del posto di frontiera di Sallum, in Egitto - viaggiatori egiziani e Ubici provenienti dalla Libia. Gli scontri proseguono tuttora, e l'esercito continua la caccia ai circa 400 fondamentalisti che, evasi dopo aver ucciso le guardie, si sono rifugiati tra le montagne e le grotte tra Baida e Derna, sulla strada costiera tra Bengasi e Tobruk. I detenuti in fuga, secondo le fonti di Sallum, hanno potuto procurarsi dalle loro tribù armi pesanti e leggere con le quali hanno affrontato i soldati venuti per arrestarli. Le forze di sicurezza hanno arrestato un autista di taxi che riforniva i fuggiaschi di vivande. La strada costiera è chiusa al traffico, e le autorità hanno imposto un black-out sugli incidenti. Alla fine di giugno e in settembre dell'anno scorso si erano già verificati scontri tra forze deU'ordine e integralisti - infiltratisi in Libia, secondo Tripoh, da Egitto e Sudan - nei pressi di Bengasi, sulla costa orientale (circa 800 chilometri a Est di Tripoli). Fonti dell'opposizione libica al Cairo affer- II colonnello Gh ddafì marono che quattro poliziotti e tre integralisti rimasero uccisi negli incidenti di giugno, e che due professori fondamentalisti erano stati giustiziati nella città di Zawiyah, vicino Tripoli. I disordini di settembre fecero invece almeno una trentina di morti e furono probabilmente innescati dal discorso pronunciato il primo settembre da Gheddafi, che aveva attaccato le attività dei militanti integralisti «infiltrati da Paesi vicini». Inoltre, secondo l'opposizione, gli scontri di settembre smentiti per altro dalle autorità libiche rientravano nei quadro delle campagne di rastrellamento alla ricerca degli autori del saccheggio di due depositi di armi dell'esercito a Benghazi. L'opposizione in esilio affermò anche che le autorità avevano incarcerato 3500 sospetti integralisti, di cui 200 donne, 15 delle quali avevano partorito in prigione. Frattanto si è anche appreso, dal gruppo islamico combattente che lo ha rivendicato, che il colonnello Gheddafi sarebbe sfuggito ad un attentato a metà febbraio nella città di Sirte. Stando infine a quanto ha riferito l'agenzia ufficiale libica «Jana», sabato il leader libico ha ricevuto un messaggio dei presidente russo Boris Eìtsin che gli assicura l'appoggio di Mosca «contro le sanzioni» dell'Orni. . [Ansa] II colonnello Gheddafì

Persone citate: Boris Eìtsin, Gheddafi