Le urne tedesche dicono Europa di Emanuele Novazio

Il partito di Kohl cresce in 3 elezioni regionali, sconfìtta la linea Lafontaine Il partito di Kohl cresce in 3 elezioni regionali, sconfìtta la linea Lafontaine le urne tedesche dicono Europa Cdu e liberali battono gli euroscettici dell'spd BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Perde la linea Lafontaine, perdono il nazionalismo del Marco e gli appelli populisti anti Maastricht, vincono Helmut Kohl, il partito liberale e l'Europa: in tre elezioni regionali considerate decisive anche per la sorte del governo federale (nel Baden Wuerttenberg, nella RenaniaPalatinato e nello SchleswigHolstein, le sole previste quest'anno) la Gdu e i liberali dell'Fdp sono usciti rafforzati, ponendo le premesse per significativi cambiamenti nei governi regionali, e allontanando le voci di crisi a Bonn. Soprattutto i liberali, che molti alla vigilia consideravano spacciati e destinati a influire negativamente sulle sorti della stessa coalizione di governo: l'Fdp entrerà in tutti e tre i parlamenti regionali, bloccando un trend negativo iniziato quasi quattro anni fa. Il calo socialdemocratico e di il rafforzamento di Cdu e Fdp, secondo le prime proiezioni di ieri sera, sembrano confermati in tutti e tre i Laender, sia pure con alcune significative differenze. Nel Baden Wuerttenberg per esempio - la regione di Stoccarda, una regione industriale e benestante - alla vittoria dei partiti nazionali di governo (Cdu al 41,4 per cento con un aumento dell'1,8 per cento; liberali al 9,5 per cento con un balzo del 3,6 per cento) e a un forte calo dell'Spd (al 25,3 per cento, meno 4,1 per cento) corrisponde un'affermazione imprevista dei Republikaner, il partito di estrema destra che sembrava in via di sparizione anche in un Land dove cinque anni fa aveva superato il 12 per cento. Ieri i «Rep» si sarebbero fermati al 9,1 per cento: una perdita di tre punti, dunque, ma un risultato comunque sorprendente e preoccupante, per un partito che nella campagna elettorale ha insistito su temi xenofobi e razzisti. Nonostante il buon successo dei Verdi (all' 11,8 per cento, più 2,3 per cento), il prossimo governo a Stoccarda sarà di centro destra, fra Cdu e Fdp, guidata dal presidente uscente Teufel, cristiano democratico. Addio dunque alla grande coalizione fra Spd e Cdu, che in questi anni era stata spesso osservata con interesse anche a Bonn. Ma addio anche alla speranza che il populismo antieuropeo e nazionalista dell'Sdp diventi il catalizzatore della preoccupazione popolare: almeno nel Baden-Wurettenberg, il voto di protesta ha pagato ancora una volta soprattutto all'estrema destra. Nella Renania Palatinato e nello Schleswig-Holstein, l'Spd resta il primo partito, ma con significative perdite in entrambi i Laender. I socialdemocratici arretrano di quasi il 5 per cento nel Palatinato, dove scendono al 40,1 per cento e dove i liberali compiono un balzo di oltre tre punti (al 9 per cento), mentre Cdu e Verdi mantengono le posizioni (rispettivamente al 38 e al 6,5 per cento). Quasi certamente, a Mainz sarà dunque confermata la coalizione uscente social-liberale: ma con una diversa ripartizione dei seggi e con un partito liberale che conterà di più. Da segnalare invece la prova scialba del partito di Helmut Kohl proprio nel Land nel quale il Cancelliere ha iniziato la sua carriera politica. Nello Schleswig-Holstein, il Land tedesco più settentrionale guidato finora da un monocolore socialdemocratico, la perdita dell'Spd è altrettanto seria: quasi sei punti (dal 46,2 al 40,5 per cento). Heide Simonis, finora unico presidente regionale donna, resterà al comando ma non potrà più governare da sola. Avrà bisogno dell'apporto dei Verdi, che ieri hanno migliorato con vigore la loro posizione passando dal 4,9 al 7,9 per cento; o dei liberali, che so¬ no rimasti stabili (dal 5,6 al 5,9 per cento). Pur nei suoi limiti «locali» quelli che ogni elezione regionale conserva - il voto di ieri fornisce dunque alcune indicazioni generali. La prima è che, dopo anni difficilissimi, i liberali ritornano uh partner di governo affidabile anche su scala locale. La seconda è che i Verdi sono ormai rappresentati in tutti i Laender: è finito, per loro, lo scarto imbarazzante fra elezioni nazionali e locali. La terza riguarda l'Spd nuova gestione: nonostante la «rivoluzione di palazzo» con la quale l'anno scorso Oskar Lafontaine aveva detronizzato Rudolf Scharping, annunciando una direzione più dinamica e spregiudicata, il partito socialdemocratico conferma di essere in calo anche a livello regionale. Con una notazione di rilievo che riguarda soprattutto il Baden-Wuerttenberg: a Stoccarda più che altrove, l'Spd lanciava la sua sfida antieuropea. L'ha persa: con quali conseguenze a Bonn resta da vedere. Emanuele Novazio Successo dei Verdi che si confermano partito nazionale A Stoccarda imprevista affermazione dei Republicaner li cancelliere Helmut Kohl e dall'alto il leader socialdemocratico Oskar Lafontaine e il liberale Klaus Kinkel