nuovo programma di Petrini Orecchia

UNIONE CULTURALE UNIONE CULTURALE IL TEMPO DELIA SVOLTA // nuovo programma di Petrini & Orecchia SI fa presto a dimenticare il valore di scelte fatte dagli organizzatori culturali. Soprattutto perché essi, il più delle volte, non hanno scampo; vivono in un determinato momento storico, di quello devono dare testimonianza. La sfida proposta da Nietzsche, quella di non essere contemporaneo agli altri uomini per aumentare la propria profondità di pensiero, è - per chi vuole portare al pubblico il gusto della novità di riflessione e azione artistica - una sfida contraddittoria, sempre venata di tensioni e di orgogli difficili da spiegare. Ecco perché provare a riportare l'Unione Culturale al centro dell'attenzione del pubblico torinese è una scelta difficile, e coraggiosa. Armando Petrini, 28 anni, nuovo segretario che sostituisce Romanella Libertini lavora a questo progetto in stretta sintonia con Donatella Orecchia, che di anni ne ha 26. Entrambi laureati in lettere, hanno accettato la sfida: passano tutto il tempo libero dagli studi nell'antica sede in cui si entra con timore reverenziale, chiuso dopo la tragedia dello Statuto, dove non si potranno più portare spettacoli teatrali d'avanguardia o altre pirotecniche invenzioni. Anche perché Petrini e Orecchia non promettono altro che serietà e coerenza: riattivare il rapporto con enti pubblici e privati, riorganizzare un archivio poderoso magari tramite la sbobihatura degli incontri IL '68 non finisce mai». Se ne parla ancora dopo quasi trent'anni: con nostalgia (perchè una generazione di giovani ha potuto prendersi la soddisfazione di fare la rivoluzione) o con rabbia (pensando i guai sociali e materiali che quella ribellione talvolta è riuscita a generare). Ancora si sente la necessità di dibattere per capire: e l'invito, questa volta, viene dal Centro Pannunzio (via M. Vittoria 35h, tel. 812.30.23) che prende 10 spunto dal libro di Mario Chalet «Il '68 non finisce mai. Formidabili quei' danni!» (ed. Piemme). L'appuntamento è per santo 23 alle 17, in sede. Chalet è professore di Storia contemporanea alla Freie Universitàt di Berlino. Il suo libro, ripercorre, in chiave fortemente polemica, le orme sessantottine, dalle origini ai nostri giorni: anzi, proprio sulle conseguenze Mario Chalet offre un'interpretazione corrosiva e quanto mai attuale sulla quale 11 dibattito non mancherà di essere stimolante. Coordina l'incontro Giorgio Vitari, magistrato; partecipano Saverio Vertone e i presidi dei licei classici «Gioberti», Angela Suppo, e «D'Azeglio», Giovanni Ramella. A questi ultimi, diretti osservatori dell'evoluzione giovanile e protagonisti nel mondo della scuola, abbiamo rivolto tre domande. A destra la sede dell'Unione ■ Culturale Sotto un corteo nell'autunno del 1968 più importanti, e soprattutto ricostruire un rapporto organico con il pubblico, magari pubblicando un bollettino semestrale. Quale pubblico? Lo spiega lo stesso Petrini: «Senza cedimenti "giovanilistici" si vuol far sì che la cultura di cui si nutre l'Unione culturale possa essere anche e soprattutto, una cultura vissuta e partecipata dalle giovani generazioni». A tal fine, a partire il 2 aprile una iniziativa davvero nuova: con il titolo «Tesi e metodi/metodi di tesi» si inventeranno alcuni giovani studiosi in compagnia dei docenti con cui si sono laureati a presentare il proprio lavoro e il proprio metodo. Un modo per far capire che quanto si fa all'università non è inutile (come spesso si prova sulla propria pelle). Sempre in aprile un altro ciclo di incontri porta il titolo di «Viaggiatori. Autenticità e conoscenza nell'esperienza di viaggio»: bel tema, appassionante. Etica, valori é ricerca di senso, ma anche continuità con la proposta di valori espressivi (specie nella musica «colta» - ma vale la pena di definirla così?) sono il cuore dell'idea di questa nuova, rinata Unione. Petrini e Orecchia stanno ovviamente già lavorando al prossimo anno: religione, mercato del lavoro, nuovi media e mutamento sociale tra i temi di base. Buona fortuna: noi, loro pubblico, ne abbiamo bisogno. Paolo Verri LA SERA ANDAVAMO INVIA A Torino per quasi trent'anni il marchio di qualità a incontri, spettacoli, rassegne, lo dava una sede e il nome degli organizzatori: se ricevevi l'invito per una proposta realizzata in via Cesare Battisti 4b, sapevi che dovevi andarci, che rischiavi di perdere qualcosa. In via Cesare Battisti si è elaborata per più di quarant'anni molta cultura laica e di sinistrar, qui ha ancora sede - finché lo sfratto non diventerà esecutivo - l'Unione Culturale Franco AntoniceUi, che ha preso questo nome alla morte del suo fondatore, nel 1974. Nasce nel giugno del 1945, l'Unione: la presiede Franco AntoniceUi, all'epoca presidente dèi Gin piemontese; con lui - tra gli altri - Mila, Menzio, Einaudi, Pavese, Balbo, Giua, Hess, Bertini. Dall'arte alla letteratura, dal cinema alla scienza, personaggi co-

Luoghi citati: Berlino, Torino