SOLANAS, IL MILITANTE

SOLANAS, IL MILITANTE PERSONALE SOLANAS, IL MILITANTE I lavori dell'autore argentino dal 28 marzo al Massimo PRIMA e dopo la rivoluzione: il cinema di Fernando Solanas» è il titolo dell'omaggio che il Museo del Cinema dedica al più noto e apprezzato regista argentino degli ultimi trentanni. Sei dei nove film da lui realizzati fra il 1968 e il 1992 saranno proiettati al cinema Massimo da giovedì 28 marzo a lunedì 1 aprile. La personale, realizzata con la Cineteca del Comune di Bologna, consente di ripercorrere un itinerario nel quale sembra essersi condensata la parabola stessa del cinema latinoamericano: dall'esplosione politico-rivoluzionaria degli Anni Sessanta alla crisi degli anni successivi, nelle quali i cineasti argentini si trovano tuttora invischiati. La trilogia «L'ora dei forni», <(Atto a favore di una liberazione» e «Violenza e liberazione» (la seconda e la terza parte assenti dalla rassegna), scritta in collaborazione con Octavio Getino, rappresenta un modello di cinema politico e militante tra i più coerenti, rigorosi e complessi mai realizzati. Rifiutando la tradizionale separazione di pensiero e azione, quei film si proponevano di essere non solo momenti di analisi e testimonianze «sul neocolonialismo, la violenza e la liberazione», ma veri e propri atti organici alle lotte FESTA Il regista Fernando Solanas e una foto del film «Tangos» sindacali e armate della sinistra peronista. E peronista è anche il successivo «Los Hijos de Fierro», libera parafrasi del poema nazionale di José Hernandez «Martin Fierro», reinterpretato in chiave politica. Dopo un lungo silenzio durato dieci anni, interrotto solo dal documentario «Lo sguardo degli altri» (1980), Solanas torna al cinema con una sorta di nuova trilogia. «Tangos. L'esilio di Gardel» (1985) è un'affascinante e nostalgica «tanguedia» (tango + commedia + tragedia) sull'esilio dei rifugiati argentini a Parigi, che mescola riflessioni sul cinema, l'arte, la musica e la storia del proprio paese. Di tre anni successivo, «Sur» (Sud, 1988) è il racconto del duro impatto del ritorno in Argentina dopo la fine della dittatura dei Colonnelli. Infine, «Il viaggio» (1992) è una metaforica traversata del paese e dei suoi problemi irrisolti nel confronto con le delizie della democrazia e dello sviluppo capitalistico. Significativo il cambio di registro nei tre film: dall'originale mescolanza di toni drammatici e allegri del primo, alla miscela di melanconia e ironia del secondo, per approdare al sarcasmo e al grottesco dell'ultimo, che i suoi oppositori politici non gli hanno perdonato, tentando persino di ucciderlo, [a. b.J

Persone citate: Fernando Solanas, Fierro, Gardel, José Hernandez, Martin Fierro, Octavio Getino, Solanas

Luoghi citati: Argentina, Comune Di Bologna, Parigi