Per sei anni ostaggio di un sortilegio

Chieti, un parente le aveva detto: se esci prima che l'incantesimo finisca morirai Chieti, un parente le aveva detto: se esci prima che l'incantesimo finisca morirai Per sei anni ostaggio di un sortilegio Ragazza si è chiusa in casa: temeva il malocchio CHIETI NOSTRO SERVIZIO Per sei anni e mezzo è rimasta chiusa in casa, sempre al buio. Era convinta di essere stata colpita da un incantesimo mortale che si sarebbe rotto solo alla fine del settimo anno, come accade per le sventure che colpiscono chi infrange uno specchio. Terrorizzata dall'idea che quella maledizione avrebbe colpito non solo lei ma anche le due sorelle, la madre ed il padre, non ha mai osato mettere piede fuori dalla propria camera. «Non fatemi uscire, non fatemi uscire», ha gridato ieri ai carabinieri. «Devo rimanere qui solo per altri sei mesi, poi la magia cattiva si dissolverà. Devo rimanere in" casa o moriremo tutti». Quando i carabinieri hanno sfondato la porta di un'abitazione di Guardiagrele, Comune di 10 mila abitanti in provincia di Chieti, pensavano di trovare una donna segregata in casa, magari incatenata da chissà quanto tempo, ma una volta dentro non c'è voluto molto per capire che in quelle quattro mura i problemi erano ben altri. Ventidue anni, ridotta come una larva, con i capelli corti corti, che lei stessa si tagliava periodicamente perché convinta che anche lì si annidasse il Maligno, la giovane è stata trovata sdraiata in un letto. Tutto attorno sporcizia e degrado. Un contrasto ancora più forte con quel pigiama lindo, color crema, che rendeva cereo il viso smunto della ragazza. «Perché te ne stai chiusa in casa?», le hanno chiesto i carabinieri. «Devo sfuggire a un incantesimo mortale, mi hanno fatto una fattura, tanto tempo fa. Me lo disse lui, un nostro parente: "Devi restare chiusa in casa per sette anni se vuoi salvare te e i tuoi familiari". Vi prego, non portatemi via». Un racconto drammatico, fatto ai militari con un filo di voce da chi, ingabbiata in un vero e proprio sortilegio psicologico, voleva allontanare quel maleficio con una sorta di espiazione. Per quasi sette anni è rimasta sepolta tra le mura domestiche nella convinzione che, se si fosse esposta alla luce del sole, quella fattura avrebbe comportato la sua morte, quella del padre, netturbino di 59 anni, quella della madre, casalinga quarantottenne, e quella delle due sorelle più piccole, una di 19 e l'altra di 10 anni. Per tutti loro, a eccezione della bimba più piccola affidata a un istituto di suore, il sindaco di Guardiagrele, Eugenio Marchesini, ha disposto il trattamento sanitario obbligatorio. Per condurla nella clinica per malattie mentali «Villa Pini d'Abruzzo», a Chieti, i carabinieri hanno dovuto fare una lunga opera di persuasione, perché la ragazza era convinta che quella maledizione l'avrebbe seguita ovunque. La UN LIBRO PER SFIDARE IBOSS ZROMA ITTI tutti, si lavora! Chi mi toglie la parola? Io non voglio stare zitto, la parola è un mio diritto, non mi basta sillabare, ho bisogno di parlare, e non voglio le pistole, voglio tutte le parole...». Luca Barbarossa legge questa filastrocca, intitolata «Z come zitto», che definisce «colorata, divertente, non noiosa». E' una delle 21 filastrocche, una per ogni lettera dell'alfabeto, contenute nel libro «L'alfabeto del cittadino», finalizzato all'educazione alla legalità, indirizzato ai bambini delle materne ed elementari, edito da «Fatatrac» e presentato ieri a Roma. Un'iniziativa di «Libera», l'associazione presieduta da don Luigi Ciotti, realizzata grazie anche al contributo della Nazionale cantanti. Il libro, che si può trovare in tutte le librerie e contiene 21 schede, ciascuna con una illustrazione e una filastrocca, verrà donato ai bambini di cinque comuni: Terlizzi (Bari), Adrano (Catania), Aversa LA STAMPA

Persone citate: Eugenio Marchesini, Luca Barbarossa, Terlizzi

Luoghi citati: Abruzzo, Adrano, Bari, Catania, Chieti, Guardiagrele, Roma