«Farà più vittime dell'Aids»

Il morbo Cjd resta in incuba2ione per anni, tardive le misure di profilassi Il morbo Cjd resta in incuba2ione per anni, tardive le misure di profilassi «Farà più vittime dell'Aids» Gli esperti inglesi: milioni di vite a rischio 1989, quando furono adottate misure di sicurezza sul bestiame, ed emerga solo ora a causa del lungo periodo d'incubazione. In altre parole le possibilità di un nuovo contagio, oggi, sarebbero minime. Non si sa, ed è forse questo il peggio: perché imputate sono soltanto alcune parti dell'animale - in primo piano cervello, midollo spinale, milza, e poi fegato, cuore, lingua, rognone e trippa - sebbene la paura collettiva faccia mettere al bando anche bistecche e arrosti che in teoria non sono infetti. Ieri è entrata in campo la potente Associazione dei consumatori, che ha invitato il pubblico a stare alla larga dalla carne bovina in genere: «Il rischio non è quantificabile», ha detto la direttrice Sheila McKechnie. Mentre qualcuno già parla - inaudito - di importare carne dal Continente, le quotazioni dei bovini alle aste sono crollate del 25%, gli scaffali dei supermercati restano pieni e le celebri steak house londinesi sono semideserte. La minaccia - va ripetuto - riguarda soltanto la carne degli animali allevati in queste isole; tant'è che nella poco gradita classifica del Bse si rileva che contro i 157 mila capi britannici colpiti da quando il morbo fu scoperto nel 1986, ce ne sono stati soltanto 183 in Svizzera, 28 in Portogallo, 12 in Francia, 4 in Germania, 2 in Italia e uno in Danimarca. Statisticamente zero. Ma l'Inghilterra esporta quasi dovunque; e l'Italia - 27 mila tonnellate nel 1995 - è seconda soltanto alla Francia fra i clienti del beef. [f. gal.] Controlli alla frontiera francese sulla carne proveniente dall'Irlanda zioni adottato dalla Francia e da altri Stati. Ieri però l'esempio di Parigi è stato seguito da quasi tutti i Paesi dell'Unione, e solo tre mancano all'appello della paura vaccina: la Gran Bretagna, per ovvi motivi, l'Irlanda, che dipende in larga misura dall'export inglese, e la Danimarca, che però «non ha escluso» di ricorrere anch'essa al blocco delle frontiere per i carichi di manzi. Paradossalmente è stato proprio il presidente della Commissione, Jacques Santer, a mettere in luce l'indifendibilità della posizione del collega Franz Fischler, responsabile per l'agricoltura, gettando nell'imbarazzo i portavoce della Commissione. A Parigi, dove aveva incontrato il presidente francese Chirac, Santer ha detto infatti che il blocco delle importazioni di carni britanniche è «una conseguenza del tutto normale dopo le rivelazioni fatte in Inghilterra». E' a Londra, infatti, che mercoledì un comitato scientifico ha per la prima volta ammesso il probabile legame tra la «encefalopatia bovina spongiforme» e i casi mortali della malattia umana nota come «sindrome di Creutzfeldt-Jakob». Presi in contropiede dal proprio presidente, i portavoce della Commissione hanno cercato ieri di arrampicarsi sugli specchi. «Condividiamo le preoccupazioni per la sanità pubblica - ha detto uno di loro , gli Stati membri hanno il diritto di prendere misure per la protezione della salute di uomini e animali, ma queste azioni devono essere provvisorie». Secondo le regole del Mercato comune infatti, solo le autorità europee possono imporre il blocco dell'export. I portavoce si sono così barricati dietro il Comitato veterinario, che si riunirà solo lunedì, ma che certamente dichiarerà il divieto di esportazione. In caso si dovessero abbattere gli 11 milioni di bovini britannici, c'è già chi pensa a dirottare verso gli allevatori rovinati gli 8 mila miliardi risparmiati nella gestione della politica agricola comunitaria. [f, sq.l LE REAZIONI MCDONALD'S. La filiale olandese della «McDonald's», il gigante americano degli hamburger, ha bloccato nei suoi ristoranti «fast food» l'utilizzo di 60 tonnellate di carne bovina proveniente dalla Gran Bretagna. «In realtà - ha detto un portavoce della società - non vi è alcun pericolo che questa carne possa trasmettere la Bse, ma dobbiamo tener conto delle preoccupazioni del pubblico». SIMMENTHAL La Simmenthal, tra i principali produttori di carne in scatola, informa che tutta la carne bovina utilizzata proviene esclusivamente da allevamenti selezionati in Argentina e Brasile. «Rigorosi e documentati controlli veterinari in tutte le fasi assicurano che la carne utilizzata è indenne da qualsiasi patologia, compresa la Bse». PLASMON. La Plasmon dietetici alimentari (Plasmon, Nipiol e Dieterba) ha precisato che «la carne utilizzata per i loro omogeneizzati e liofilizzati è assolutamente sicura, in quanto non hanno mai importato carne dalla Gran Bretagna e dall'Irlanda». Questa proviene solo da allevamenti situati in Italia. Controlli anche sulla sicurezza dei mangimi. ASPROCARNE. Nonostante le autorità abbiano dichiarato che non esiste alcun pericolo per i consumatori italiani, il calo dei consumi è stato immediato. Lo denuncia l'Asprocarne. Ieri tutto il canale distributivo della carne bovina ha accusato un drastica diminuzione nelle vendite. La paura per la carne bovina sta penalizzando severamente anche il prodotto nazionale con gravi riflessi sulla zootecnia italiana. ANIMALISTI. Il divieto di import non basta: bisogna vietare anche la vendita e il consumo di carne bovina inglese. Gli animalisti della Lav, la lega antivivisezione, oltre al blocco dello ■spaccio, chiedono di esaminare anche tutta la merce in arrivo da Svizzera, Francia, Irlanda e Portogallo.

Persone citate: Chirac, Franz Fischler, Jacques Santer, Santer