Non restituisce la figlia arrestata

Germania: la donna è stata in cella finché non ha dato la piccola all'ex marito Germania: la donna è stata in cella finché non ha dato la piccola all'ex marito Non restituisce la figlici, arrestata L'odissea di un 'italiana VENEZIA. Sette giorni di carcere in Germania fino a quando non si è lasciata convincere a «restituire» la figlia all'ex marito, un medico tedesco. E' la storia di Manuela Della Gatta, veneziana, di professione interprete, da una dozzina d'anni pendolare fra Italia e Germania per lavoro. Ma la vera vittima di questa storia sembra essere C., una bambina di poco più di 6 anni che Manuela ha avuto da una relazione con un medico tedesco. Tutto comincia nell'83 quando la donna, ricoverata in ospedale in Germania per un incidente, conosce un giovane medico, Franz Hirsch. La simpatia diventa un legame affettivo nel corso degli anni e nell'89 nasce C.. Manuela, prima ancora che C. venga alla luce, fa un prericonoscimento della figlia che alla nascita diventa, come la madre, cittadina italiana. Solo quando la piccola ha due anni e mezzo i suoi genitori ufficializzano il legame con un matrimonio e C, riconosciuta dal padre, assume anche la cittadinanza tedesca. L'unione dura meno di due anni, poi i due si separano e la bambina resta con la madre. Manuela, pur risiedendo a Mellrichstadt, in Alta Franconia, torna sempre più sovente in Italia dove ha i familiari e dove conosce un uomo che diventa il suo nuovo compagno. L'ex marito, però, comincia a chiedere l'affidamento della bambina. Il giudice tedesco gli concede di vederla nei fine settimana, ma la piccola, dopo un paio di volte, torna piangente dalla madre e non vuole più saperne di passare il weekend col papà. Manuela è sensibile alle lacrime della piccola e «salta» la consegna una volta, due volte. La magistratura interviene, le commina una multa, ma la donna non si arrende. Poi, ai primi di gennaio, comunica al giudice che intende trasferirsi in Italia portando con sé la bambina. Torna a vivere in casa della madre a Mestre e la bambina viene ammessa a frequentare, anche se in ritardo, la la elementare. L'udienza per l'affidamento della piccola è fissata in Germania per il 7 marzo. Manuela il 1° marzo torna a Mellrichstadt per prendere alcuni mobili. Nel bel mezzo del trasloco arrivano due agenti di polizia e l'arrestano per non avere ottemperato all'ingiunzione di consegnare settimanalmente la figlia all'ex marito. «E' come un incubo - racconta oggi la donna -. Sono stata in isolamento fino al 4 marzo, poi mi hanno messa in una cella comune con tossicodipendenti e criminali abituali. Il 7 marzo sono comparsa davanti al giudice, che ha deciso di affidare la bambina al padre e mi ha vietato di .vederla e anche solo di parlarle per telefono per sei mesi. Per lasciare il carcere, comunque, dovevo assolutamente riportare C. in Germania e riconsegnarla». Manuela non vuole cedere, ma rischia da 6 mesi a 5 anni di carcere, e così la notte stessa il suo nuovo compagno torna in Italia, prende la bambina e riparte per la Germania dove, nello studio di un avvocato, avviene lo «scambio». Manuela non ha più visto sua figlia né l'ha sentita. Alcuni vicini di casa in Germania la tengono sommariamente informata: «Sono indignati per quanto mi è accaduto - dice la donna -. Sono stata trattata come una criminale, hanno favorito il mio ex marito soltanto perché a C. è stato fatto una sorta di test psicologico che probabilmente la bambina non ha nemmeno capito bene, visto che parla meglio l'italiano del tedesco. Ora ricorrerò in tutte le sedi possibili perché sono stati violati tutti i miei diritti di madre. Il mio ex marito, oltre a riconoscere solo tardivamente la bambina, non ha praticamente mai vissuto con lei. Non ha quindi alcun diritto da accampare. Ma sono preoccupata soprattutto per C: non può essere trattata come un pacco postale. Sarei pronta a fare altri giorni di carcere, ma non voglio che soffra per colpe non sue». [r. cri.] Una scena di «Kramer contro Kramer» in cui i genitori si contendono il figlio

Persone citate: Franz Hirsch, Manuela Della Gatta