lite per l'amica del terrorista

Prato, una volante lancia l'allarme: «I cugini hanno preso Al Molqui», ma è un equivoco Prato, una volante lancia l'allarme: «I cugini hanno preso Al Molqui», ma è un equivoco lite per l'amica del terrorista Pomeriggio di tensione tra polizia e carabinieri PRATO. «Majed Al Molqui è stato arrestato dai "cugini". Non si sa ancora nulla. Controllate». L'agente della volante della questura di Prato, concitatissimo, ha comunicato la notizia via radio alla centrale ieri nelle prime ore del pomeriggio. Una «soffiata» incontrollata che ha creato nel giro di pochi minuti un pandemonio incredibile nella neocostituita questura pratese che svolge da quasi un mese le indagini sulla fuga del palestinese, condannato per il sequestro dell'«Achille Lauro», nella sede provinciale dei carabinieri dove la tensione è salita alle stelle e in procura. Scambi di insulti, telefonate al veleno, dubbi trasformati chissà come in certezze, il timore di perdere l'evaso eccellente, hanno creato una situazione paradossale sfociata, poco dopo, in un tentativo di assalto della caserma dell'Arma da parte di una ventina di poliziotti. Quattro auto civetta, tra le quali quella del questore Mauro Pagni, due volanti, due auto della Digos di Prato e di Roma con lampeggianti accesi e sirene urlanti, hanno bloccato le vie d'uscita della caserma di via Pomeria, una strada di grande traffico che lambisce il centro storico di Prato. Poliziotti, mitra imbracciati, hanno puntato le armi. Passanti esterrefatti. Carabinieri barri¬ cati nell'edificio. Questa la situazione fra le 15,45 fino alle 16,20. A scatenare la battaglia, l'amica fedele di Al Molqui, il killer di Leo Klinghoffer, scomparso dalla sede della Caritas di Roma il 28 febbraio scorso dopo aver trascorso qualche giorno a Prato, e tuttora uccel di bosco. Vanda Grassi, la volontaria che l'ha ospitato nel suo appartamento nella prima periferia della città, è stata vista uscire di casa tra due carabinieri. Ai poliziotti che in quel momento compivano l'appiattamento tanto è bastato per avere la conferma dell'avvenuta cattura del terrorista evaso. «Un semplice equivoco», hanno fatto sapere fonti della prefettura, che ha però rischiato di trasformarsi in una guerra tra istituzioni ed ha paralizzato la città per un intero pomeriggio. Vanda Grassi, una volta salita sull'auto dei carabinieri, è stata trasportata in caserma. I poliziotti non hanno trovato nulla di meglio che far partire le sirene e darsi all'inseguimento. Una «Pantera», nel disperato tentativo di venire a capo della faccenda, sgommando è riuscita a infilarsi nel garage sotterraneo della caserma dei carabinieri evitando per un pelo l'impatto con il cancello automatico che si stava richiudendo. Poco dopo gli occupanti sono stati cacciati e allora sono giunti i rinforzi. Successivamente si è saputo che la donna era stata chiamata per un colloquio del tutto informale dal procuratore capo di Prato Antonino Guttadauro che desiderava capire come mai, solo un'ora prima, si fosse sparsa la voce dell'arresto del suo amico palestinese. E aveva dato ordine ai carabinieri di andarla a prendere per poi portarla nel suo ufficio. La sosta della Grassi in caserma era solo un primo passaggio antecedente l'incontro con il magistrato. Spiegazione fornita anche ai dirigenti della questura ma recepita come una sciocca presa in giro condita dall'assoluta mancanza di collaborazione. Almeno questa la tesi del prefetto Giuseppe Pecoraro che ha aggiunto: «Questo spiacevole equivoco avvenuto peraltro tra forze di altissima professionalità, non deve pregiudicare l'azione fino ad oggi svolta a tutela delle istituzioni». Eppure l'incidente diplomatico fra forze di polizia ha creato disagi forti e estremo imbarazzo. Un vertice tra questore, comandanti dell'Arma e procuratore capo è durato fino a notte fonda. Cristina Orsini I militari avevano prelevato la donna su ordine del giudice, ma gli agenti non ci credono e circondano la caserma Sotto ii terrorista Al Molqui, condannato all'ergastolo per l'assalto alla nave Achille Lauro (a sinistra)

Persone citate: Achille Lauro, Antonino Guttadauro, Cristina Orsini I, Giuseppe Pecoraro, Klinghoffer, Mauro Pagni

Luoghi citati: Prato, Roma