«Siamo liberi e sovrani non torneremo cinesi»
«Siamo liberi e sovrani non torneremo cinesi» «Siamo liberi e sovrani non torneremo cinesi» IL CANDIDATO Lm TAIPEI ™ avvocato Peng Ming-Min, leader del partito indipendentista all'opposizione, il Democratic Progressive Party (DPP), è il candidato alle presidenziali più inviso ai cinesi. Laureato in scienze politiche all'università di Taiwan e in legge alla McGill University in Canada, dopo avere ricoperto diverse posizioni accademiche è stato imprigionato per i suoi scritti. Lei ha criticato la politica del presidente Lee. Perché? «Il concetto di identità nazionale per Taiwan secondo l'attuale presidente è lo stesso di Pechino. Da anni va sostenendo una politica ambigua e ondivaga nei confronti della Cina continentale che non ha fatto che aumentare la tensione tra questa e Taiwan, fino alle attuali conseguenze. Il presidente Lee è il principale responsabile dell'attuale crisi politica e militare». Il suo partito invece sembra non avere dubbi sullo status politico di Taiwan... «Infatti. Perché non ci sono dubbi o considerazioni da fare. Ma solo una realtà evidente e storicamente provata da riconoscere». Ovvero? «Che la Cina è la Cina e Taiwan è Taiwan. Da quasi cinquant'anni questo è uno Stato sovrano, indi- pendente e completamente separato dalla Cina comunista. Con una differente storia, con un diverso standard economico di sviluppo, con differenti realtà politiche e sociali. Anche l'analisi storica dimostra che Taiwan non è mai stata cinese. Solo dopo la seconda guerra mondiale venne assegnata per pochi anni alla Cina. Il problema, semmai, è capire come mai, in tutti questi anni, la Cina comunista è riuscita a esercitare una pressione così forte sulla comunità internazionale per impedire che questa riconoscesse l'indipendenza di Taiwan. Una vera strategia del terrore di stampo stalinista. I test missilistici sono veri e propri attacchi terroristici contro Taiwan». Ma allora riconoscere l'indipendenza di Taiwan equivale a una dichiarazione di guerra? «Non credo. Noi siamo contro la riunificazione, ma non contro la madrepatria cinese. Quello che Pechino non vuole capire è che se rispetterà il nostro diritto all'autodeterminazione, Taiwan potrà diventare la nazione più pro-prc del mondo. Indipendenza non equivale, per noi, alla fine delle relazioni economiche e sociali tra i due lati dello Stretto. Semmai il contrario». Cosa pensa della candidatura al Nobel per la pace del presidente Lee Teng Hui? «Mi congratulo con lui. E mi piace ricordare che abbiamo un passato di buoni amici, divisi dalle nostre differenti vedute politiche. Però devo anche ricordare che in questo Paese molti, e non solo il sottoscritto, hanno dovuto sacrificare molto alla causa della democrazia». Marco Lupis Peng Ming-Min candidato indipendentista
Persone citate: Lupis, Peng Ming, Peng Ming-min, Teng
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