Pacca sul sedere? Non è reato

Roma, liceale di 14 anni aveva denunciato docente del «Tasso»: «Mi ha toccata in classe» Roma, liceale di 14 anni aveva denunciato docente del «Tasso»: «Mi ha toccata in classe» Pacca sul sedere? Non è reato IIpm: assolvete ilprof che toccò l'allieva ROMA. Con una richiesta di archiviazione della denuncia, il pm Nicola Maiorano ha concluso l'inchiesta contro un professore del liceo Tasso accusato di atti di Ubidine da una sua alunna di 14 anni. I fatti risalgono all'inizio del febbraio scorso, a denunciarli era stato l'avvocato Goffredo Giorgi per conto della ragazza. La vicenda ha avuto grande risalto nelle cronache e provocato la formazione di movimenti d'opinione e prese di posizione prò e contro il docente, il cui nome è rimasto sempre riservato e che è stato denominato «professor Manomorta». Motivando la richiesta, il magistrato rileva che effettivamente durante la lezione il professore toccò le natiche all'alunna, ma ciò non è sufficiente a configurare il reato di atti di libidine, trattandosi soltanto «di una volgare pacca sul sedere». Giorgi ha fatto opposizione alla richiesta con una memoria nella quale, tra l'altro, ricorda che l'ispettore ministeriale aveva concluso la sua indagine con la richiesta di sospensione del professore per sei mesi e il suo trasferimento. Aggiunge poi Giorgi: «La pacca sul sedere è intanto fatto costituente reato (ingiurie e violenza privata). Se così non fosse, chiunque potrebbe gironzolare per i corridoi del palazzo di giustizia, allungando buffetti sulle rotondità delle signore, nella certezza dell'impunità». «E' una mezza vittoria... Mi sento abbastanza sollevato e sereno...». Il «professor Manomorta», R.A., non ha avuto molte parole per commentare la richiesta di archiviazione fatta dal pm Maiorano. «A dire la verità, durante tutta questa incredibile vicenda la mia coscienza è stata sempre tranquilla». La serenità però, fa notare, non è ancora del tutto tornata. «Per una vittoria completa bisogna aspettare ora la decisione del gip». Lui, in due mesi di accuse e pesanti polemiche, si era sempre professato innocente, respingendo ogni illazione. «Sono tutte calunnie aveva detto nei giorni più roventi telefonando lui stesso all'Ansa e presentandosi ironicamente con quel nomignolo affibbiatogli dai giornali - questa è una melma cha ha offeso la mia persona in una stigmatizzazione senza precedenti». Gli alunni del suo liceo, una delle scuole superiori più «blasonate» della capitale, non la pensavano allo stesso modo. Riuniti in assemblea, ne avevano chiesto l'allontanamento, confortati dai risultati dell'ispezione amministrativa disposta dal provveditore agli studi Angela Giacchino, che si era conclusa con la richiesta del trasferimento d'ufficio per il professore, la cui presenza era stata ritenuta «incompatibile con la situazione ambientale». Il caso era nato poco prima di Natale. Sconvolta dal racconto della figlia, una ragazzina allieva di IV Ginnasio, una donna aveva presentato una denuncia per molestie sessuali. La donna sostenne che sua figlia era stata molestata dal professore, che le avrebbe toccato le natiche in classe. Qualche settimana più tardi, da quella denuncia, ebbe origine l'inchiesta del tribunale di Roma. Il 9 febbraio l'adolescente venne ascoltata per due ore a palazzo di giustizia e confermò le accuse, ripetendo quanto era stato già detto dalla madre. Parallelamente, si stava muovendo l'indagine amministrativa avviata dal provveditore. L'ispettore arrivò lo stesso giorno in cui la ragazza veniva interrogata dal magistrato. Furono ascoltati il preside, i compagni di classe della ragazza, gli altri professori. Poi le conclusioni: «La presenza del professore ha ricordato oggi il preside dell'istituto, Achille Acciavatti - venne giudicata incompatibile con l'atmosfera che si era creata nella scuola e l'ispettore ne chiese il trasferimento d'ufficio». Il professore incriminato si era già fatto da parte, mettendosi in malattia, in attesa dei risultati dell'inchiesta della magistratura. «In questo momento - ha detto il preside - preferisco non fare valutazioni. Chiedere l'archiviazione è un diritto del pubblico ministero, così come è un diritto dell'avvocato quello di fare ricorso». E la scuola, come reagirà? «E' presto per fare valutazioni. Il professore ci ha inviato un altro certificato di malattia». Lo scorso 8 febbraio, durante un'assemblea, gli studenti dissero: «Deve essere rimosso per l'ormai manifesta incompatibilità con gli alunni della classe». [Ansa] Il magistrato: gesto volgare ma non può essere considerato atto di libidine Un professore del liceo Tasso di Roma è stato assolto dall'accusa di atti di libidine su un'allieva

Persone citate: Angela Giacchino, Goffredo Giorgi, Maiorano, Nicola Maiorano

Luoghi citati: Roma