E ora Mele promette querele di Giovanni Bianconi

Borrelli invia al magistrato romano un fax: archiviate fin dall'inizio le accuse su di te Borrelli invia al magistrato romano un fax: archiviate fin dall'inizio le accuse su di te E ora Mele promette querele «Mai visto la Ariosto, mai stato a casa Previti» ROMA. Al ministero della Giustizia, nel suo ufficio di direttore generale degli affari penali, Vittorio Mele ha appena letto il fax inviato dal procuratore di Milano Borrelli. «Tutto archiviato - dice Mele e adesso partiranno le querele». Il messaggio di Borrelli «in relazione alle notizie pubblicate» sulla Repubblica di ieri precisa che le posizioni degli altri magistrati indicati dalla testimone del «caso Squillante» Stefania Ariosto sono già state vagliate dal pool di Mani Pulite; qualcuno non è nemmeno finito sul registro degli indagati, mentre per altri la Procura ha già chiesto l'archiviazione. «Fin dal 5 marzo scorso», precisa Mele, non avendo rilevato nulla di penalmente rilevante a loro carico. «E' stata una precisazione molto opportuna», commenta soddisfatto il direttore generale degli affari penali. Ma lei sapeva di essere indagato? «No, ma questo è normale. Quello che non è normale sono le dichiarazioni di questa signora che io nemmeno conosco; non so di che cosa ha parlato, né il periodo a cui s'è ri- ferita». Stando alle rivelazioni uscite sul giornale, Stefania Ariosto, oltre che di Squillante, ha fatto i nomi di altri magistrati che avrebbero frequentato casa Previti; da Mele, per l'appunto, all'ex ministro Mancuso, da Carnevale a Valente, da Verde a Sammarco fino a Brancaccio, l'ex presi¬ dente della Cassazione morto qualche mese fa. «Per quanto mi riguarda spiega Mele -, non sono mai stato a casa di Previti, né lui è mai venuto a casa mia. L'ho conosciuto, questo sì; l'avrò visto tre o quattro volte in occasioni pubbliche, riunioni in cui c'era un sacco di gente». E Berlusconi? «L'ho conosciuto a Napoli, nel novembre 1994, alla conferenza internazionale sul crimine». Prima di approdare al ministero con l'ex Guardasigilli Alfredo Biondi, Vittorio Mele è stato procuratore di Roma, e prima ancora ha fatto parte della terza sezione penale della Corte di Cassazione. «Ci occupavamo di inquinamento, ambiente e questioni legate all'urbanistica; mai ci sono arrivati processi su tangenti, corruzione o altri fatti del genere. Trattavamo anche le violenze carnali, ma non capisco che cosa c'entrino con Previti e Berlusconi». Nei prossimi giorni il Csm discuterà la nomina del procuratore generale di Roma, e Mele è al momento il candidato più accreditato per quel posto. «Non vorrei - dice il magistrato - che ci fosse un collegamento tra questo fatto e la pubblicazione del mio nome; sarebbe un'ulteriore aggravante. Io non credo mai alle manovre, ma non si può escludere che nella mente di qualcuno sia scattato un meccanismo per collegare le due cose». Una spiegazione ai nomi fatti dalla signora Ariosto per mettere insieme la «lobby dei magistrati»? «Non so darmela - risponde Mele -. Da quello che leggo posso pensare che abbia messo insieme alcuni dei nomi più noti tra Cassazione e Corte d'appello. Ma è semplicemente folle pensare che uno come il povero Antonio Brancaccio possa aver preso. dei soldi». Anche dagli altri magistrati coinvolti nella testimonianza della Ariosto arrivano smentite a raffica. Il «dottor Filippo Mancuso», come lui stesso si definisce, invia fax per dichiarare: «Non sono mai stato invitato, in casa sua o altrove, dal (o per il) Senatore Cesare Previti; se lo fossi stato avrei accettato l'invito, salvo che sul mare perché ne soffro. Quanto alle altre menzogne della teste e/o del testo de la Repubblica, posso dire che una "lobby" io la ho già: la mia famiglia, cui ho concesso, anche in materia, una rigida esclusiva». Si chiamano fuori anche i due ex presidenti di Cassazione Corrado Carnevale e Arnaldo Valente. Carnevale, che ieri era impegnato a Napoli per un processo che lo riguarda, dichiara seccamente: «Non ho mai conosciuto e ancor meno frequentato l'avvocato Cesare Previti, né per motivi professionali né per altri motivi». E Valente, oggi avvocato, annuncia querele per calunnia e diffamazione. Dice di non conoscere la Ariosto, e definisce «cose da ridere e come tali ancora più spaventose» le affermazioni che avrebbe fatto ai giudici. Anche Valente nega di aver mai «visto o frequentato» Previti, e aggiunge: «Non sono mai stato in barca con nessuno, e non ho mai fatto viaggi all'estero» E l'ex presidente della Corte d'appello di Roma Sammarco, tramite il suo avvocato, «respinge con sdegno e fermezza ogni illazione che possa riguardare la sua persona». Giovanni Bianconi Tra pochi giorni si decide il nome del nuovo procuratore generale «Una manovra contro di me? Non credo ma non posso escluderlo a priori» Da sinistra: Vittorio Mele direttore generale degli affari penali e l'ex presidente di Cassazione Arnaldo Valente

Luoghi citati: Milano, Napoli, Roma