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Il Gruppo Abele Il Gruppo Abele Emarginati Un patio con la città «Inclusione-esclusione. Un patto per Torino» è il titolo della ricerca che il Cnel ha affidato alla realizzazione del gruppo Abele e che è stata presentata ieri pomeriggio in un convegno a cui hanno partecipato istituzioni, operatori sociali, volontari. Don Luigi Ciotti ha ricordato che il lavoro (durato oltre un anno) ha l'obiettivo «di creare un patto sociale facendo dialogare i vari soggetti sociali». E la fotografia di Torino che emerge dalle interviste con amministratori, docenti universitari, magistrati, operatori carcerari, insegnanti, imprenditori, artigiani, sindacalisti, volontari, politici, giornalisti, sociologi è quella di una «città dai molti volti». Una realtà territoriale in cui convivono - come ovunque elementi di sviluppo, marginalità, risorse, problemi. La r. erca analizza i mutamenti di Torino (l'invecchiamento, la mancanza di lavoro, la scarsa scolarità, l'arrivo di stranieri). E il sindaco Castellani ha ragionato sui problemi della marginalità in un'ottica nuova. Ha detto: «Oggi le politiche di settore non sono più sufficienti, occorre andare a politiche territoriali». Ha fatto l'esempio di un ipotetico quartiere degradato. «Non si può avere un intervento per l'edilizia, uno contro la droga, uno per i giovani, uno per i disoccupati. E' necessario avere un unico complessivo intervento». Ha aggiunto: «La forma Stato è troppo lontana dai problemi; si rischia di arrivare sempre in ritardo nel dare risposte al disagio della gente. E' la comunità locale che deve avere autonomia, progetti e risorse per intervenire». Giuseppe De Rita ha sottolineato che accanto alle amministrazioni anche le parti sociali «sono chiamate a svolgere un molo di coesione sociale e di ricostruzione delle relazioni che può esercitarsi nella partecipazione a progetti in cui saldare azione per lo sviluppo e mobilitazione per l'inclusione sociale», [m. cas.l