Laudrup: vedrete chi sono io
Sport Il Real ritrova Sanchis, rischia di perdere Zamorano e punta sul danese Laudrup: vedrete chi sono io «In Italia ero giovane; in Spagna ho dato il meglio Stasera picchieranno? Non ho più paura di niente» TORINO. Se la ride di gusto il buon Arsenio Iglesias. E' alla vigilia del match più delicato e importante della sua lunga carriera di tecnico, eppure il condottiero del Real non perde un grammo del tradizionale buonumore e della voglia di prendere tutti per il naso. Così la conferenza stampa della vigilia diventa un allegro botta e risposta con i cronisti spagnoli, abituati alle simpatiche prese in giro del tecnico gallego. Innanzitutto: chi gioca? Ecco una bella domanda che resterà senza risposta fino a stasera. Dopo l'ultimo allenamento Sanchis sembra recuperato, ma in compenso Zamorano s'è procurato una leggera distorsione alla caviglia. Comunque partirà titolare. Ma a quanto pare non conta tanto chi va in campo, ma l'atteggiamento con cui il Real affronterà la Juve. Dice Iglesias assumendo finalmente un'espressione seria: «Alla squadra chiedo organizzazione di gioco. Altrimenti diventa tutto inuti¬ le, non riusciremo a difenderci e neppure a segnare se non giocheremo bene». Il resto è divertimento puro e semplice. Domanda: partita che fa paura? «E come no. Giochiamo contro la Juve, non contro la rappresentativa aziendale del Corte Ingles». Ovvero,1 la Standa spagnola. Teme Padovano? L'Arsenio al veleno: «E' un giocatore che fa così paura che non gioca mai». Il portiere Canizares dice che con lei non ha dialogo. «Io parlo soltanto quando serve. Lo faccio anche con Canizares. Se poi lui ha qualcosa da dirmi si accomodi pure, sono qui». Non c'è Ravanelli, ma torna Vialli. Cosa cambia? Iglesias: «Nulla, sono giocatori molto simili. Siamo pronti a tutto: due punte, tre punte. Facciano come credono». Pentito di aver sostituito Laudrup all'andata? «No, lo rifarei subito». Ma il danese non ha ancora digerito quell'affronto e i suoi rapporti con il tecnico sono sempre turbolenti. Per Michelino il ritorno a Torino non è motivo di particolari emozioni: «Mi spiace solo che i tifosi juventini non abbiano visto il Laudrup migliore. Ero ancora molto giovane, il meglio l'ho dato in Spagna. Soprattutto nel Barcellona di Cruyff». Sette anni nella Liga, in un calcio che logora come quello italiano. Per Laudrup è il momento delle decisioni importanti: «Potrei re¬ stare al Real, ma ho trentadue anni ed è ora che cerchi un calcio più tranquillo. Tornare in Danimarca? Sarebbe anche peggio. No, meglio il Giappone oppure l'America». All'andata fu il grande protagonista. Ora non si illude: «Mi aspetto una squadra trasformata. Al Bernabeu sembravano bloccati, pareva che giocassero soltanto per limitare i danni. Stasera sarà diverso. Ci aggrediranno. Prevedo una partita bella e per noi molto difficile. Mi picchieranno? Dopo tanti anni in Spagna non ho più paura di nulla». E anche per Laudrup il gol di Raul è qualcosa che vale più di quanto si possa pensare: «Sembra un vantaggio esiguo, ma ci lascia sperare». Fabio Vergnano UEFA CHAMPIONS leagKje LA FINALE ALL'OLIMPICO QUARTI RITORNO 20 MARZO BÒRUSSIA DORTMUND 0 SEMIFINALI i FINALE 3 E17 APRILE ROMA 22 MAGGIO AJAX 2 LEGIA 0 PANATHINA1KOS 0 NANTES 2 SPARTAK MOSCA 0 REAL MADRID 1 JUVENTUS 0 Michel Laudrup ha giocato quattro anni nella Juventus; ora sogna un futuro in Usa o in Giappone ma prima vuole centrare un grosso obiettivo con il Real
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