«I contratti non si toccano»

Contestata la proposta di abolire gli accordi nazionali Contestata la proposta di abolire gli accordi nazionali «I contratti non si toccano» / sindacati contro il Polo ROMA. Contratto, ma quale? Il dibattito tra imprenditori e organizzazioni sindacali si anima, e ieri un'occasione di confronto si è avuta dietro le quinte del convegno sul Mezzogiorno organizzato da Fiat, Banca di Roma e Mediocredito Centrale. Ad agitare le acque era stata la proposta dell'esperto sindacale del Polo, Renato Brunetta, di abolire il contratto nazionale: l'effetto era stato quello di un sasso nello stagno. Un «colpo di spugna» sulla contrattazione nazionale? E' una cosa «insensata», rispondono all'unisono i leader di Cgil e Cisl, Sergio Cofferati e Sergio D'Antoni; il segretario del pds la definisce una proposta «inquietante» che «spingerebbe il Paese allo scontro sociale», mentre il presidente della Fiat, Cesare Romiti, dice che la questione va affrontata con «molta attenzione», fa dei distinguo e si richiama ai contratto integrativo del gruppo automobilistico. A liquidare seccamente la proposta di abolire il contratto nazionale è Sergio Cofferati: «E' un'ipotesi insensata, è dannosa sia per i lavoratori che per gli imprenditori: il contratto nazionale, infatti, è uno strumento fondamentale per la tutela dei lavoratori, ma è anche un elemento regolatore per l'impresa». Aggiunge: «Determinerebbe un "Far West" dove prevale la legge del più forte» e rappresenterebbe «l'esplicita rimessa in discussione dell'accordo di luglio del '93; significherebbe buttare alle ortiche tutta la politica dei redditi» . In piena sintonia con Cofferati è il segretario generale della Cisl, D'Antoni. «E' una cosa senza senso - afferma D'Antoni -, il contratto nazionale costituisce un pilastro nell'impostazione di relazioni sindacali che abbiano un carattere di solidarietà. Abbiamo un accordo che funziona e che rispetta il rapporto tra contratto nazionale e contratto aziendale». E contro la proposta del Polo si schiera anche la Cisnal, sindacato tradizionalmente vicino alla destra. «La con- trattazione collettiva è uno strumento di tutela sia del lavoratore che dell'imprenditore, e soprattutto è l'unico strumento valido su cui poter innestare forme di flessibilità ed eventuali innovazioni», dice il segretario generale Mauro Nobilia. Dal canto suo il presidente della Fiat sostiene che la con¬ trattazione nazionale, che faccia riferimento ad alcuni parametri essenziali, è ancora un fatto positivo, «ma è altrettanto certo che bisogna, ormai, sempre più delegare» ai vari contratti nazionali le specificità di settore. Secondo Romiti l'ultima trattativa sull'integrativo Fiat ne è un chiaro esempio, dove «molto pe¬ so hanno avuto le Rsu, rappresentanze sindacali unitarie, e molto meno ne ha avuto il sindacato unitario, il sindacato centrale». Per il numero uno della Fiat «è probabile quindi che nel prossimo futuro le relazioni industriali potranno subire delle modifiche». [r. e. s.] Sergio Cofferati

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