«AI Sud occorre un piano d'attacco » di Maria Corbi

Bankitalia chiede interventi contro la disoccupazione. Agnelli: il rilancio interessa tutto il Paese Bankitalia chiede interventi contro la disoccupazione. Agnelli: il rilancio interessa tutto il Paese «AI Sud occorre un piano d'attacco » Romiti: attenti, l'Italia sta diventando marginale ROMA. Sud: si cambia strada. Basta con l'assistenzialismo, occorrono politiche economiche mirate ed efficaci per fare dell'Italia un Paese a marcia unica. Una necessità ribadita da esperti e imprenditori al convegno dedicato allo sviluppo del Sud, ospitato dalla Banca d'Italia e organizzato da Fiat, Banca di Roma e Mediocredito Centrale. Se unico è lo scopo, sùno state tante le ricette presentate per curare il Sud e soprattutto la disoccupazione che lo logora e che lo porta, ha detto il direttore generale della Banca d'Italia Vincenzo Desario, «ad una realtà socio-economica inaccettabile». Ma tra le righe dei discorsi tutti, dal governatore della Banca d'Italia Fezio, al presidente di Confindustria Abete, al presidente della Fiat " re Romiti, al presidente onoi o della Fiat Giovanni Agnelli hanno sottolineato l'aspetto della lotta alla criminalità come base da cui partire per un rilancio del Sud. Un problema, quello del Mezzogiorno, che preoccupa come preoccupa la situazione del Paese. Cesare Romiti, presidente della Fiat, avverte: l'Italia intera sta diventando marginale per i grandi investimenti internazionali». «Nel mondo moderno - dice Romiti - le condizioni generali, politiche ed ambientali, contano quanto o forse di più dei soli incentivi finanziari. E certo l'Italia non offre un quadro di solide sicurezze. In più il Mezzogiorno soffre di sue proprie inefficienze e di un'immagine generale non certo positiva». Romiti ha tirato in ballo anche il sistema bancario meridionale rilevando che «è ben difficile che senza banche forti e moderne, la miriade di piccole imprese che stanno nascendo nel Sud possa trovare un interlocutore capace di sostenere la crescita, di aprire la strada verso il mercato internazionale, di accompagnare l'evoluzione tecnologica ed economica». Il rilancio del Sud è necessario per tutto il Paese anche per Giovanni Agnelli, presidente onorario della Fiat, che ha ricordato il ruolo della casa torinese nello sviluppo del Sud. Sono cinquantamila i dipendenti del gruppo nel Mezzo¬ giorno. «Buoni lavoratori - ha detto Agnelli - partecipi alla vita dell'azienda nonostante un contesto che, se non ostile, è quantomeno in larga parte estraneo alla cultura d'impresa». E il successo Fiat testimonia, ha rilevato Agnelli, che nel Mezzogiorno «è possibile fare industria e operare in modo competitivo». L'importante è non perdere mai di vista i «basilari requisiti di economicità», come è invece successo con la chimica e la siderurgia, ed anche il caso Alfasud, che - ha ricordato Agnelli - «non produsse solo enormi perdite, ma si trasformò, a causa di una gestione che è possibile definire politica, in un emblema dell'impossibilità di fare industria nel Mezzogiorno». Per il rilancio dell'occupazione al Sud il presidente della Confindustria Luigi Abete chiede una maggiore flessibilità salariale, almeno nel primo periodo dell'investimento. E ancora: «La sburocratizzazione delle procedure; l'impegno delle aziende per un periodo iniziale di cinque anni a reinvestire i profitti nelle attività sul territorio; flessibilità normativa, sempre limitata ad un periodo iniziale». Per passare dalle parole ai fatti, ha detto Abete, occorre aprire subito un tavolo per il Mezzogiorno, senza nascondersi dietro alibi come la mancanza di un governo o la carenza di infrastrutture nel Meridione. Un appello alle banche a concedere crediti agli imprenditori meritevoli nel discorso del governatore della Banca d'Italia che ha centrato l'attenzione sugli operatori economici e sulla necessità di una politica monetaria restrittiva. Una politica della Banca d'Italia che, «contenendo l'inflazione, può essere d'aiuto perché nel lungo termine favorisce la riduzione dei tassi d'interesse, agevolando gli investimenti produttivi». Gli imprenditori non attendono altro. Cesare Romiti ha affermato che im intervento sul costo del denaro è «importante per tutta l'economia italiana», definendo «auspicabile che superata questa battaglia elettorale e con un'inflazione che tende ad abbassarsi, anche i tassi possano adeguarsi a questa nuova realtà». Analoga la posizione di Luigi Abete: «Il 23 maggio lascio la presidenza della Confindustria e saremmo tutti soddisfatti se la lasciassi con un tasso di interesse più basso». Per Fazio, comunque, rimane necessario «aggredire alla radice le disparità regionali, con interventi specifici di natura strutturale, diretti a rimuovere le diseconomie esterne e il differenziale di produttività». Il governatore ha ricordato i dati: a fine '95 le forze di lavoro in cerca di occupazione da oltre un anno erano pari nel Sud al 15,2% contro il 3,7 del Nord. Il tasso di disoccupazione giovanile era per gli uomini pari al 50 per cento contro il 15 del Nord e per le donne pari al 65 per cento a fronte del 25. Maria Corbi Abete: c'è bisogno di flessibilità sui salari e i tassi d'interesse devono scendere IL LAVORO NOK 1' UGUALE PER TUTTI TASSI DI DISOCCUPAZIONE IN ITALIA DATI IN PERCENTUALE 01992 Hi993 K1994 ^ \^\ J A fianco Antonio Fazio. A sinistra Giovanni Agnelli e Cesare Geronzi

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