LA CANZONE ITALIANA non è soloo in Italy

Da Venditti a Vasco Rossi, indietro tutta: torna la moda Anni Sessanta dei brani tradotti dall'inglese Da Venditti a Vasco Rossi, indietro tutta: torna la moda Anni Sessanta dei brani tradotti dall'inglese LA CANZONE ITALIANA non è solo mode in Italy NEW YORK DAL NOSTRO INVIATO In uno studio di registrazione, il Sourcerer, nel cuore del romantico e stazzonato Village, un vecchio leone protagonista di molte stagioni musicali sta rimettendo a nuovo la propria storia. Fausto Leali, però, essendo di principi e di radici, riparte dalla musica che gli ha dato successo, il rhythm'n'blues. Sta registrando clamorosi classici come «Dock of the Bay» di Otis Redding, «When a Man Loves a Woman» di Percy Sledge, «Proud Mary» portata al successo non solo da Ike & Tina Turner e molte altre, immortali canzoni che legano in un sol filo le generazioni nate nel dopoguerra con i ragazzi più trendy cu oggi. Ma la vera, antica novità è che questi brani avranno una vita propria in lingua italiana. Non accadeva dagli Anni Sessanta, ed è anche giusto che a riprovarci sia proprio Leali che nel 1967 finì sulle enciclopedie Usa per il successo travolgente di «A chi», versione italiana di «Hurt», scritta nel '53 da Crag e Jacob e consacrata in lingua originale da Timi Yuro. Oggi i rifacimenti si chiamano «cover». Sono sempre più ricorrenti. In qualche modo indicano la fine della storia della musica leggera, il suo arrendersi alla scarsità di nuove idee. Segnano la desolata latitanza di quelle famose otto battute di una canzone in grado di catturare subito i cervelli. Nell'assenza, ci si rivolge alla stagione grandissima che finisce con l'epoca punk (coincidenze storiche: non a caso stanno per tornare i Sex Pistols). E sempre più artisti si stanno indirizzando verso le cover: lo hanno fatto di recente i Duran Duran in un intero album, e la magica Annie Lennox ha interpretato da par sua «A Whiter Shade of Pale», un must dei Procul Harum. Michael Bolton poi, ha trionfato a Sanremo proprio con «When a Man Loves a Woman». Più riluttanti, i nostri artisti, che spesso hanno paura di esser paragonati al modello di riferimento. Si sa, siamo italiani. Ma qualche cantautore ha rotto il ghiaccio, prendendo oculatamente in prestito brani di gruppi stranieri misconosciuti da noi. Ha cominciato Venditti con «Alta Marea», traduzione di un successo degli australiani Crowded House; e avendoci preso gusto, ha trasformato «Bitter Fruit» di Little Steven nel discusso slogan «Prendilo tu questo frutto amaro». Anche Vasco s'è messo una cover come bandiera, con «Celebrate» degli An Emotional Fish diventata «Gli spari sopra». Le ultime generazioni sono meno schizzinose. Elio e le Storie Tese per esempio amano fare cover perfino di Marcella e di Minghi, con imbarazzanti riscritture di testi; e Giorgia non avrebbe avuto il successo che ha senza gli standars Usa. Ma adesso, con Leali, si torna all'antico. A Pier Farri che ogni notte registrava le novità di Radio Luxembourg per l'Equipe 84, pronta a metter sulla musica un testo italiano autonomo. Erano gli anni ruggenti del Beat, quando «Time is on my side» degli Stones diventava «La fine del libro» e «Go Now» dei Moody Blues si faceva «Ora puoi tornare». «Bang bang» di Cher restava tale: funzionava anche in italiano. L'elenco d'epoca potrebbe risultare infinito: ecco «Cheryl's goin' home» di Bod Lind diventare con i Rokes l'inno generazionale «Che colpa abbiamo noi» e i Nomadi far bandiera di «The revolution kind» di Sonny Bono trasformandola in «Come potete giudicar»; «California dreamin'» dei Mamas & Papas diventava «Sognando la California» con i Dik Dik. Caterina Caselli, casco d'oro, rifaceva «Baby Please don't go» dei Them chiamandola «Sono qui con voi», mentre per «I'm a believer» dei Monkees si ricorreva a «Io sono bugiarda». Indietro tutta verso quei tempi? Marinella Venegoni Anche Vasco (a sinistra) ha tradotto «Celebrate» degli An Emotional Fish in «Gli spari sopra». E «California dreamin'» è «Sognando la California» per i Dik Dik Tina Turner con Ike portò al successo «Proud Mary» Antonello Venditti (a sinistra) ha riprodotto «Alta Marea» traduzione di un successo degli Crowded House (sotto), e avendoci preso gusto ha trasformato «Bitter Fruit» di Little Steven in «Prendilo tu questo frutto amaro» I ì i r I 3 h: §s u n n ITALeali: oTina Turner con Ike portò al successo «Proud Mary» d Lind divenl'inno genera abbiamo noi» ndiera di «The di Sonny Bono «Come potete rnia dreamin'» pas diventava ifornia» con i Caselli, casco «Baby Please m chiamandola i», mentre per dei Monkees si ono bugiarda». so quei tempi? lla Venegoni Fuga ameil rhythm 'n 'NEW YORK. Il dilemmaguente. Tradurre, seppurmente, il testo inglese, creare una versione italitutto autonoma, tenendo ma solamente la musicaAnni Sessanta per lo più s'va, prendendo al massimostito l'idea. Ma anche adessto Leali non ha dubbi: itando «The dock of the bayRedding, non canterà «Sedmolo nella baia», che osuona malissimo, ma unben più musicale: «C'era uzone per noi..». Perfettometrica. Poiché le parole ventate importanti quantsica, per il disco di clarhythm'n'blues con testi no Fausto Leali ci ha mtempo a scegliere i testi chcanzoni: per queste c'è sbarazzo della scelta, per qsogna andarci con i piedi bo: «E' lì che ci vuole cosbotta nel ristorante italVillage che frequenta ogninon sentire la nostalgia dghetti -. Ho contattato v

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