Donne cent'anni da Salone
17 Dal 16 maggio al Lingotto la fiera del libro, dedicata al secolo dell'emancipazione femminile Donne, cent'anni da Salone E fra le novità irrompe la fantascienza ~^7| TORINO L' EI giorni di donne. La nona % edizione del «Salone del Li11 bro» guarderà all'altra _^Llmetà del cielo. Si terrà al Lingotto di Torino da 16 al 21 maggio. Con i nomi delle vie tutti femminili. E con gli indicatori statistici al rialzo, nonostante la sempre traballante salute del mercato librario: si prevede infatti una crescita del 15% tra gli espositori (soprattutto nel settore della varia). In sintonia coi tempi, il Salone apre anche una finestra su Internet. Non mancano le novità, annunciate alla conferenza stampa di ieri, alla quale hanno partecipato, con Guido Accornero e Beniamino Placido, la presidente della Provincia Bresso, della Giunta regionale Ghigo, il sindaco Castellani e Pichetto presidente della Camera di commercio. Da quest'anno mille metri quadrati saranno dedicati alle riviste (circa 500 sulle 4000 esistenti in Italia), ci sarà uno spazio per le regioni d'Europa, arriverà la fantascienza. L'obiettivo, sempre lo stesso, «Presentare il libro come oggetto culturale, temperato dai dibattiti e dagli incontri», ha detto Accornero. Ciò che preoccupa? «Il rapporto Finzi, che ha mostrato la spavalda arrognaza di chi non legge e non vuole saperne di leggere». Nei quasi centomila metri quadrati del Lingotto, come ogni anno, titoli, parole, iniziative. Si parlerà, tra l'altro, di cultura europea (a cura del Grinzane Cavour, in sintonia con il semestre europeo presieduto dall'Italia) e di televisioni «nella bufera», di critica letteraria tra accademia e mercato. Rispetto alle scorse edizioni, però, il Salone si dà un centro. Quasi una risposta inconscia alle critiche sulla sua dispersione centripeta del passato. La nuova edizione concentra l'attenzione su un tema centrale (40 incontri su 60): «Il secolo delle donne?». Con un problematico punto di domanda. «E speriamo di togliere il punto interrogativo con le nostre iniziative», ha detto scherzando Beniamino Placido, ancora gran cerimoniere culturale, sciorinando ieri il paniere delle proposte, sboc- concellando citazioni da Thomas Mann al notista americano di costume Baker. Il viaggio al centro del secolo (rfemminile» ha un punto di riferimento emblematico. La Dublino del 1921. La Dublino di Joyce e delYUlisse. Nel celebre monologo finale, sessantacinque pagine senza punteggiatura, la Penelope della modernità si chiama Molly. Che, rispetto alla sua antenata omerica, tutta casa, focolare, e virtuosa resistenza ai Proci, dice sì alle «occasioni, agli incontri, alla vita». Alla problematica e rivoluzionaria figura ruminata da Joyce, s'agganciano idealmente le discussioni del Salone. Dalla trasformazione dello spazio domestico alla pillola, dai nuovi atteggiamenti della Chiesa alla situazione nell'Islam, dalla politica all'informazione femminista, dai romanzi rosa alla scienza, dalle eroine dei melodrammi alle protagoniste del nuovo cabaret. Con un'attenzione particolare anche allo specifico librario, dove la donna nell'ultimo decennio si è trasformata da semplice «consumatrice» a «produttrice» di cultura. Un tempo era solo lettrice, sebbene appassionata, sebbene attenta (una traccia di questa sua silenziosa attività, carezzata nei secoli, si trova per esempio nella parola «liseuse», indumento femminile usato per leggere con maggiore agio). Oggi è sempre più organizzatrice, cuore delle case editrici, dove contribuisce a creare o riscoprire scrittrici. Restando in argomento, la «Fiera» di Torino ricorderà Grazia Cherchi, incomparabile figura di editor, ge¬ niale e generosa, che ha contribuito a forgiare buona parte della moderna narrativa. La recente scomparsa di Colette Rosselli, per anni attenta e sensibile barometro dell'universo femminile dall'osservatorio epistolare su Grazia, ha fatto ripensare alla funzione che svolgono sui periodici le rubriche della corrispondenza. Piccole ribalte per sogni inconfessati, paure, tensioni del tempo che cambia, buone maniere, emergono insospettate dal dialogo con le lettrici. E Torino chiamerà a convegno le padrone di questa «piccola posta», dalla Alberti alla Mafai. Poi donne da leggere, da scegliere con amore dalla galassia romanzesca (seguendo un referendum indetto da Tuttolibri). Sebbene, nelle liste compilate sul nostro secolo, si tratti nella stragrande maggioranza di romanzi scritti da uomini, che hanno cioè immaginato personaggi attraverso il loro inevitabile filtro genetico. Per chiudere, seguendo un'ispirazione platonica a ricostruire l'essere androgino perfetto, si terrà anche una riunione problematica: «E gli uomini?». Seduta d'autocoscienza ad ampio spettro ideologico (da Ben Jelloun a Buttafuoco, da Biagi a Orengo e Placido) per mettere a nudo maschilismi e incertezze, bisogno di potere e assedio delle nuove amazzoni. Nella selva delle parole letterarie, sempre irta di trappole, ieri due veloci lapsus: per qualche istante, alla conferenza stampa, Placido diventa «Michele» e sull'invito di un premio letterario appare un certo «Geno Pantaloni». Bruno Véntavoli RINO nona del Lil'altra rrà al magi femtistici uido ido, ncia nale e Piera di mille ati al00 esispazio verà la empre come dai di detto pa? «Il rato la on leggere». ri qua Il Logo della nona edizione del Salone del Libro lld iii d hll'i Guido Accornero; a sinistra, Beniamino Placido Il Logo della nona edizione del Salone del Libro
Luoghi citati: Dublino, Europa, Grinzane Cavour, Italia, Torino
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