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AGLI ELETTORI PROMESSE IMPOSSIBILI L'ECONOMA E E VOTO AGLI ELETTORI PROMESSE IMPOSSIBILI DOMENICA gli stadi sono rimasti chiusi ma, in 15 città, gli uffici postali erano aperti. E' una buona cosa questa apertura festiva delle Poste? A una simile domanda, molti italiani risponderebbero senz'altro di sì, passando sopra ai non banali dubbi dei vescovi. Se, però, considerassero il costo di questo insolito servizio domenicale e l'appesantimento che potrebbe derivarne al già pesantissimo disavanzo delle Poste, il loro consenso diventerebbe meno entusiastico. E forse troverebbero inappropriate le vanterie ufficiali per un'«innovazione» che sembra fatta apposta per far dimenticare la scandalosa lentezza del servizio postale italiano rispetto a quelli degli altri Paesi europei. E' una buona cosa che siano stati congelati gli aumenti, già programmati, delle tariffe pubbliche? Anche in questo caso, moltissimi italiani istintivamente rispondono di sì e alla Conferenza di Torino questa artificiale correzione al ribasso dell'inflazione farà forse fare «bella figura» all'Italia. In questo modo, però, meno denaro affluisce alle casse dei Comuni, delle Autostrade, delle Ferrovie e i problemi finanziari pubblici, lungi dallo scomparire, si presenteranno aggravati di qui a qualche mese. Apertura domenicale delle Poste e congelamento degli aumenti tariffari sono soltanto due di una lunga serie di episodi di attivismo governativo alla vigilia delle elezioni. Preso a sé, ciascuno di questi episodi appare sufficientemente ragionevole e difendibile; non si può, però, negare che tutti vadano nel senso di suscitare favore e popolarità nei confronti di chi esercita il potere esecutivo. Rientrano in questa casistica il «via libera» del governo al pagamento degli arretrati e agli aumenti ai pensionati per i trattamenti di reversibilità e le integrazioni al minimo pensionistico; l'annuncio di una prossima mini-sanatoria per i Mario Deaglio CONTINUA A PAG. 10 SESTA COLONNA