Arrivo solitario nella Tirreno-Adriatico «Bartoli terzo centro e adesso la Sanremo»

Arrivo solitario nella Tirreno-Adriatico Arrivo solitario nella Tirreno-Adriatico Bartoli, terzo centro «E adesso la Sanremo» «SaràJalabert l'uomo da battere Devo logorarlo prima del Poggio» AMANDOLA DAL NOSTRO INVIATO Vince, e tutto solo, la 6a tappa della Tirreno-Adriatico il più interessante dei corridori italiani iscritti nel settore giovani, benché a 26 anni di strada bisognerebbe averne già fatta parecchia. Ma per Michele Battoli vale la norma secondo la quale un ventiseienne di oggi, visti e considerati i passi in avanti della scienza, dall'alimentazione alle tecniche di allenamento, è da considerare un pedalatore ragazzino. Il pisano Bartoh ha mancato d'un nulla, l'altr'anno, la LiegiBastogne-Liegi; poi ha mancato d'un nulla il Giro di Lombardia. E' questo ricorrente «nulla» che preoccupa un po'. Un alto numero di aspiranti campioni ha vissuto la propria carriera aspirando e convincendosi alla fine che i «nulla» equivalevano, tirate le somme a dei «tanto». «E io - dice Bartoh con il vostro permesso, faccio le corna». Permesso accordato. Anche perché il suo è un nome buono per la Milano-Sanremo, uno dei pochissimi nomi buoni di cui può disporre l'assopito ciclismo italiano. Sarà il leader della Mg e Bugno (anche lui al via della Classicissima) gli farà da spalla. Ieri sui 192 chilometri della Tuoro sul Trasimeno-Amandola, Bartoh si è esibito in un gioiellino di corsa. In fuga con Baranti sulle colline marchigiane per una trentina di chilometri, ha piantato il compagno a meno quindici dallo striscione. Applausi. Però la Sanremo oltre ad essere un'altra faccenda è più lunga di cento chilometri, è una sgobbata da fondisti. E allora come la mettiamo? «La mettiamo che con questa sono alla terza vittoria del '96, dopo il Giro della Provincia di Reggio Calabria e il Giro di Calabria. La met¬ tiamo che cercherò di non farmi impallinare da Jalabert». E Vandenbroucke? «Jalabert, Jalabert. Le cose stanno così. Ammettiamo che io mi trovi con lui sul Poggio. Che cosa faccio, lo seguo? Se lo seguo, mi frega al traguardo, se non lo segui mi frego da solo. Bisogna far in modo che Jalabert arrivi sul Poggio con la lingua di fuori. Logoramento. Logorare lui e la squadra, sperando che non saltino fuori italiani amici della Once». Sempre il Poggio. «Sempre il Poggio. E lì, se stai attaccato a Jalabert, sei morto. O te lo togli di tomo prima o ti rovina. E' semplice. La Sanremo è una corsa semplice, difficilissima da vincere. Si parte in duecento, ma sono al massimo in dieci che possono prendersela. Devo infilarmi in quei dieci. Sono stufo di mangiarmi le grandi corse agli ultimi chilometri, e non ho più tempo di aspettare la prossùna volta». Fontanelli, protagonista dell'inizio stagione, ha abbandonato. Guai all'inguine (un altro!). Subito all'Ospedale di Imola per l'ecografia e la risonanza magnetica, quindi verdetto per la MilanoSanremo. Casagrande continua a guidare la classifica della Tirrenno-Adriatico. Al secondo posto l'ucraino Gontchenkov della pattuglia speranze d'Oriente di Argentili. Poi Pianegonda e Coppolillo. In quattro in 32" secondi. Forza, che non è finita. Gianni Ranieri Ordine d'arrivo: 1. Bartoli, 192 km in 4h 46' 42, media kmh 40.181; 2. Sorensen (Dan) a 34"; 3. Gelfi s.t; 4. Boogert (ol) a 38"; 5. Bortolamia l'28". Classifica generale: 1. Casagrande; 2. Gontchenkov a 23"; 3. Pianegonda a 29"; 4. Coppolillo a 32"; 5. Colombo a 53".

Luoghi citati: Calabria, Lombardia, Milano, Reggio Calabria, Sanremo