Il bianco dell'Algeria spicca nella domenica senza pallone di Alessandra Comazzi
Il bianco dell'Algeria spicca nella domenica senza pallone TIVÙ' & TIVÙ' Il bianco dell'Algeria spicca nella domenica senza pallone ALGERIA la bianca» è uh documentario bello che Raitre ha mandato in onda l'altro giorno alle 18, nella domenica senza calcio. Una mancanza, quella del pallone, sentita in modo nettamente diverso, dagli appassionati e dagli agnostici. Questi ultimi, che volete?, si possono essere un po' smarriti, al massimo, per la mancanza di «Quelli che il calcio...», visto che il programma è digeribile anche per i meno votati alla pedata. All'inizio della nuova stagione, ormai la terza, qualcuno aveva subito criticato la formula della trasmissione un tempo tanto innovativa, proprio perché dopo tre anni non cambiava più, adattandosi anzi alle ospitate dei politici, alla pubblicità dei prodotti. In realtà quest'anno le trovate di Fazio e compagnia sono andate sempre meglio, nel gradimento del pubblico, aiutate anche dall'effetto-ripetizione. Poi, in mezzo a tanta televisione noiosa, poche storie, «Quelli che il calI ciò...» resta sempre uno dei I programmi più divertenti. Questo, nonostante certe alzate di voce di Idris, nonostante l'ossessiva presenza di suor Paola, che non è mancata nemmeno l'altro giorno all'appuntamento televisivo, pure senza le partite. Per primo lo ha detto Nicoletti nel suo «Golem» alla radio: il Papa ha invitato i fedeli a fare Quaresima anche spegnendo la televisione, anche praticando il digiuno del video oltre che del cibo. Un po' di penitenza aspettando la Risurrezione. Ma un po' di penitenza potrebbero farla pure i suoi ministri, allontanandosi dai quei piccoli schermi che stanno inflazionando. Ci sono sempre, quando si scherza e quando si fa sul serio, quando si parla di sesso, di calcio, dell'inquinamento atmosferico, degli asparagi e dell'immortalità dell'anima. E' vero che i sacerdoti, in qualità di grandi comunicatori, devono cercare il mezzo più consono, e la televisione certo è potente, forse l'avrebbero usata anche i santi del passato. Il fine giustifica i mezzi, omnia munda mun- dis eccetera eccetera. Però l'eccesso è poco lontano. Nello spazio lasciato libero dal calcio si è dunque potuto inserire «Algeria la bianca», la seconda parte di un documentario di Isabel Pagano andato in onda qualche tempo fa. Un lavoro di grandissimo interesse, equilibrato e nello stesso tempo feroce come gli atti di ferocia che ha saputo trattare in modo asciutto e nello stesso tempo con pudore. Un bel lavoro televisivo, non moderno, ma preciso e istruttivo, sulle donne, la libertà di stampa, la storia, il passato e il presente. C'è un difetto, e non dipende dalla qualità del prodotto: il filmato è partito alle 18, dopo un tranquillo film, senza un minimo di introduzione, senza spiegazioni. In televisione le parole si sprecano, ma quando servirebbero, tutti muti. Beccatevi l'Algeria, ma solo se ci capitate per caso, col telecomando, in una tranquilla domenica senza calcio. Alessandra Comazzi
Persone citate: Isabel Pagano, Nicoletti
Luoghi citati: Algeria
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