Pedro cede a Hollywood

Almodóvar racconta l'ultimo film «Il fiore del mio segreto» Almodóvar racconta l'ultimo film «Il fiore del mio segreto» Fedro cede a Hollywood «Il sesso? Peccato che voi italiani lo rappresentiate in modo volgare» ROMA. «Nelle storie che racconto ho sempre messo sia il piacere, sia il dolore. In quest'ultima ho prestato più attenzione al dolore, ma non si tratta certo di un tradimento. Non mi va di fare sempre il "chico" simpatico e poi tradimento è, per quanto mi riguarda, una parola dalla connotazione troppo moralistica». Seduto tra le sue due attrici, la bionda Marisa Paredes e la «picassiana» Rossy De Palma, Pedro Almodóvar, come sempre scoppiettante, comunicativo, originale, è a Roma per presentare «Il fiore del mio segreto», storia fortemente drammatica in cui molti hanno visto il segno di un mutamento di rotta, di un'ispirazione artistica nuova. «Anch'io sono un essere umano ribatte l'autore - e come tutti sono sfaccettato: questa pellicola s'identifica fortemente con ima parte di me». Con la diversa atmosfera del «Fiore del mio segreto» c'entra pure la mutata situazione politico-sociale della Spagna di oggi: «In tutti i miei film, anche i più frivoli - ammette Almodóvar -, c'è sempre un riferimento alla realtà in cui vivo. Non mi va certo di fare il futurologo, ma spero che la Spagna mi riservi buone sorprese: volevamo dare una punizione al partito socialista e ci siamo riusciti, adesso vedremo che cosa farà la destra. La prospettiva mi terrorizza, ma credo proprio che questo sia il momento adatto per praticare l'arte della politica. Si sa, aggiunge Almodóvar, che la destra non è mai stata amica della cultura, ma si sa anche che in questi anni il partito socialista ha portato avanti una politica culturale di destra. Adesso la situazione potrebbe capovolgersi. Nel caso prevedibile in cui, invece, i conservatori decidano di optare per mia politica di destra, è certo che gli spagnoli esprimeranno una risposta radicale». Almodóvar è pronto per il grande salto hollywoodiano («Mi è stata proposta una sceneggiatura americana e ci sono forti probabilità che accetti di farne un film in Usa»). Del sesso dice: «In Italia pensate sempre a quello. Per c-esto vi ammiro tanto. Voi andate al cuore del problema. Peccato che poi lo rappresentiate in modo così volgare». E le donne? «Sono più spontanee e più sorprendenti degli uomini, e hanno meno pudore nel mostrare i sentimenti. Mi piace lavorare con loro e trovo che il cinema abbia bisogno di più film sulle donne». I suoi film? «E' strano: tutti gli elementi dei miei film che in genere vengono catalogati come "grotteschi" sono copiati dalla realtà; il resto è inventato e sembra vero». L'uomo? «Sa fare una cosa: provocare dolore. Il vero dolore». Il film che meriterebbe l'Oscar? «"Il fiore del mio segreto"». Almodóvar commenta poi il lavoro di Fernando Trueba, il regista spagnolo che ha diretto Antonio Banderas in «Two much». «A differenza di me - dice 0 sanguigno Pedro - Trueba ha sempre sognato di fare film in Usa. Se avessi avuto la stessa ambizione avrei potuto realizzarla già vari anni fa, visto che da quando ho diretto "Donne sull'orlo di una crisi di nervi", ricevo almeno 2 sceneggiature americane al mese. Finora ho sempre rifiutato: a me interessano le storie e non ho intenzione di cadere nella trappola hollywoodiana». [f. e] Pedro Almodóvar: «Nelle mie storie racconto II piacere e II dolore»

Persone citate: Antonio Banderas, De Palma, Fernando Trueba, Marisa Paredes, Pedro Almodóvar, Trueba

Luoghi citati: Hollywood, Italia, Roma, Spagna, Usa