Se sei omosessuale appartieni a un'elite di Emanuele Novazio

IL CASO. Essere gay vuol dire successo e potere: lo sostiene in Germania un'inchiesta di «Focus» IL CASO. Essere gay vuol dire successo e potere: lo sostiene in Germania un'inchiesta di «Focus» Se sei omosessuale appartieni a un'elite BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «Omosessuale è bello», proclama la Germania, omosessuale è moda, omosessuale è indizio di successo e di buon gusto. Basta nascondersi, dunque, basta rinnegare la propria individualità sofferta, basta ostentare amicizie e avventure eterosessuali inesistenti: il paravento della «normalità» non serve più, la «diversità» va conclamata. Tanto più che si sta affermando come segno di appartenenza alla «nuova élite». Un'altra moda, sia pur controcorrente, una parentesi effimera, un tentativo ingenuo di riscattare l'emarginazione? Un'inchiesta del settimanale Focus sulla «rinascenza omosessuale» sembra garantire il contrario: sempre più numerose sono le coppie gay che smettono di nascondersi e scelgono di vivere insieme. E non solo perché la propria omosessualità l'hanno dichiarata in pubblico - senza danni alla carriera ma raccogliendo, al contrario, consensi imprevisti e popolari - notissimi presentatori, showmen e attori come Alfred Biolek, Matthias Frings e Dirk Bach. Dietro il successo del «sentirsi gay» - per le lesbiche le difficoltà sembrano rimanere più tenaci c'è la rinata coscienza della propria autorità, sostengono psicologi e sociologi. C'è la riscoperta del «ruolo attivo e positivo» della differenza, deH'«anonnalità». La consapevolezza orgogliosa di sentirsi «minoranza»: una sensazione che molte tendenze culturali espresse dal decennio in corso - nel cinema e in generale nei mass media - hanno aiutato certamente ad affermarsi, ma che merita anche il suffragio della scienza. Secondo lo psicologo Christopher Knoll a giocare un ruolo positivo e dinamico - a porsi come garanzia al successo, quasi - è la difficoltà che, negli anni della pubertà, gli omosessuali hanno a riconoscere la propria identità. Chi supera l'ostacolo - un ostacolo che può sem- brare insormontabile, se l'ambiente sociale è particolarmente ostile - riuscirà in futuro a «sentirsi garantito» dal suo ruolo di diverso, a riconoscersi nell'equazione «diversità uguale superiorià»; «Gli omosessuali non sono più intelligenti degli altri, ma hanno sperimentato un paio di difficoltà in più, prima e meglio degli eterosessuali», riassume Knoll. Tante autorevoli sanzioni consentono la promozione. Magnus e Mànner, due riviste tedesche per omosessuali, offrono servizi di qualità su carta patinata come qualsiasi «magazine» di alto target: le si compra nelle edicole di ogni città, e a differen¬ za di quanto accadeva fino a pochi anni fa non le si nasconde, anche se non sempre le si ostenta. «Il mondo omosessuale ha raggiunto una nuova dimensione edonistica: è diventato allegro», sostiene il sociologo Ruediger Lautmann. Cifre alla mano: un'indagine di Magnus conferma che gli omosessuali dichiara¬ ti sono élite anche dal punto di vista finanziario. Guadagnano bene e amano vivere nel lusso, fanno vacanze migliori della media, vestono abiti più costosi della media, mangiano cibi più raffinati della media. Una rivoluzione conclusa e vittoriosa, dunque? Altre cifre sembrano contraddire - o alme- no attenuare - l'ottimismo di Lautmann e Knoll. La consapevolezza della propria autonomia non basta a garantire gay e lesbiche da violenze arbitrarie e sorde; l'affermazione di una «rinascenza omosessuale», il cambiamento del «volto sociale dell'omosessualità», non basta a cancellare soprusi, emarginazione, isolamento. Franjo Koerner, presidente del «Voelklinger Kreis», la prima associazione federale dei manager gay, denuncia «almeno dieci episodi l'anno» di discriminazione, ai danni dei trecento iscritti. Minacce, botte, qualche volta perfino il licenziamento. Anche nel mondo politico tedesco l'omosessualità resta un tabù: nelle sedi di molti partiti si fa di tutto per occultare quello che appare ancora una vergogna, o almeno un imbarazzo fastidioso. La svolta è recentissima, e per il momento resta un'eccezione: alle elezioni della scorsa settimana, la «Lista Rosa» è riuscita a eleggere un suo rappresentante nel Consiglio comunale di Monaco. Thomas Niederbuehl ha 34 aimi e ha studiato teologia, ma all'insegnamento religioso ha dovuto rinunciare: faceva scandalo. Emanuele Novazio Una manifestazione in difesa dei diritti civili degli omosessuali in Germania

Persone citate: Alfred Biolek, Christopher Knoll, Dirk Bach, Franjo Koerner, Knoll, Lista Rosa, Matthias Frings, Thomas Niederbuehl

Luoghi citati: Germania, Monaco