Baby-corteo, contro i boss di A. R.

Baby-corteo, contro i boss Palermo: i bimbi sfilano per ricordare il loro compagno di scuola Baby-corteo, contro i boss Ricordato il figlio di un pentito ucciso PALERMO. Una manifestazione antimafia «per ricordare Giuseppe» si è svolta ieri mattina a San Giuseppe Jato, un Comune a 35 chilometri da Palermo. E' il paese tristemente famoso per aver dato i natali alla sanguinaria «famiglia» mafiosa del boss superlatitante Giovanni Brusca. Fra gli 800 partecipanti, in netta preponderanza erano studenti e giovani disoccupati che hanno scandito in coro innumerevoli volte lo slogan: «Violenza no, lavoro sì». C'erano pure i compagni di scuola di Giuseppe Di Matteo, il bambino di 11 anni figlio del pentito Santo Di Matteo. Sono venuti apposta da Altofonte, il paese a 15 chilometri da San Giuseppe Jato dove abitava il piccolo. Secondo il pentito Giuseppe Monticciolo, che con le sue rivelazioni nei giorni scorsi ha consentito alla Dia di localizzare due bunker sotterranei della cosca Brusca nelle campagne attorno a San Giuseppe Jato, con armi da guerre fra cui un lanciamissili e dieci bazooka, esplosivo e migliaia di munizioni, Giuseppe fu strangolato dallo stesso Giovanni Brusca e da un complice quando apparve chiaro che, dopo aver rapito il bambino, la mafia non era riuscita a far tacere suo padre. Secondo il racconto di Monticciolo, Giuseppe fu assassinato dopo oltre un anno di prigionia e dopo che nel giugno dell'anno scorso era stato catturato Leoluca Bagarella al quale i Brusca sono legati a doppio filo. Giovanni Brusca è figlioccio di Totò Riina, il capo di Cosa Nostra in Sicilia che a sua volta è cognato di Bagarella. E uccidendogli il figlio che gli avevano rapito, i mafiosi si sarebbero vendicati orrendamente di Di Matteo. Questi ha da tempo confessato di aver partecipato alla strage di Capaci. Fu Brusca, a detta di Di Matteo, e di altri pentiti come Salvatore Caneemi, ad abbassare la leva del radiocomando che provocò la tremenda esplosione in cui il 23 maggio del 1992 sull'autostrada Punta Raisi-Palermo morirono Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre poliziotti della scorta. Se da Altofonte sono giunti a San Giuseppe Jato numerosi studenti e scolari, notevole è stata la partecipazione anche degli abitanti di San Giuseppe Jato dove il sindaco Maria Maniscalco, del pds, proprio ieri notte ha subito un nuovo avvertimento. Qualcuno infatti le ha imbrattato con vernice nera la Bmw acquistata con i proventi di una raccolta di fondi fatta due anni fa dopo che in un attentato di stampo mafioso le era stata incendiata la sua auto. «Questa gente evidentemente si ostina a non capire ha detto Maria Maniscalco l'importante comunque è che la manifestazione sia riuscita e non a caso l'avevamo indetta contro la mafia, ma anche per lo sviluppo e il lavoro». [a. r.]