« La roulette russa del sesso»

11 Il caso di Udine svela un mercato miliardario e rischioso « La roulette russa del sesso» Ecco i pericoli delle inserzioni hard : ATTRAZIONI A LUCI ROSSE PRONTO, cerco la "padrona cattiva"..». «Sono io, e tu chi sei? Guarda che io le donne non le tratto». Comincia così, sulle colonne di un giornale di annunci gratuiti e poi sui cellulari di alcuni italiani e italiane pronti a sfidare l'ignoto, la discesa in un mondo brulicante di fisici atletici e coppie molto disinibite, di schiavi che oercano padroni, di padrone che cercano schiavi, di gente che vuole una «notte sessuale ma intelligente», degli «abbronzatissimi ragazzi passivi», del «distinto 32enne amante piede femminile», di Eva, che è «rossa come il fuoco», della «bella che cerca la bestia», e di chi scrive «da maschio a maschio, ti cerco ben dotato» (però, «max 35enne»). Con tutti i rischi immaginabili. Perché chi affida il proprio destino ad un'inserzione, o telefona a uno sconosciuto che ha messo un'inserzione, sa perfettamente di entrare in una situazione di pericolo, e accetta da volontario di giocare il gioco delle inserzioni pericolose. Come N.G., 24 anni, di Oderzo, provincia di Udine. Di giorno commessa, di notte pronta a qualunque esperienza, grazie al numero di cellulare pubblicato nella rubrica di «messaggi personali» di un giornale. Venerdì scorso le ha telefonato uno mai visto prima, hanno combinato un appuntamento, lei lo ha ricevuto in casa. Ma non è finita come le altre volte: quell'uomo l'ha legata, violentata, seviziata. Poi l'ha rapinata di tutto quello che aveva in casa, ori, gioielli, denaro contante, in tutto una ventina di milioni, più il telefono cellulare, più la pelliccia di visone che si è messo addosso prima di fuggire nella notte. La ragazza è finita all'ospedale e dai carabinieri. A verbale ha detto: «Sembrava una persona gentile». Troppo facile dire «se l'è cercata». Oppure «chi mette un annuncio così, dev'essere per forza una prostituta». Perché qualunque vita faccia questa N.G., uno stupro non se lo merita nessuno. E non tutti quelli che mettono annunci o rispondono agli annunci Io fanno per denaro. Lei - e migliaia di altre persone - fa parte di un mondo parallelo che si gioca tutto sul filo del telefono (cellulare, per lo più), o delle nuove caselle vocali, dove registri un messaggio su una segreteria telefonica affittata attraverso i giornali, e poi aspetti che qualcuno ti chiami. «Una roulette russa», così la definisce Jole Baldaro Verde, sessuologa e ginecologa, «la ricerca di una scarica di andrenalina, da parte di persone incapaci di provare emozioni normali. Persone che non hanno piacere di niente, e quindi hanno bisogno di emozioni molto violente, proibite. Una volta pensavo che a questa categoria appartenessero i piloti di formula Uno, i giocatori d'azzardo, i collaudatori. Ma il mio lavoro, i casi che incontro sempre più spesso, mi dimostrano che c'è un mondo sommerso, ora in aumento, di persone che si mettono a rischio». Sesso in tutte le salse, allora, con tutte le varianti che una persona di media cultura può immaginare. Ma anche un mercato florido, con giornali specializzati hard che vendono benissimo, e altri che ospitano anche chi vende o cerca una macchina, un televisore, una casa al mare. Luciano Cervone, fondatore e amministratore delegato di «Secondamano», primo in Europa dei giornali di inserzioni gratuite, (8 milioni e mezzo di copie vendute nel '95), dice che «per fortuna e purtroppo si corrono rischi anche senza di noi. Puoi venire aggredito anche sul tram, o in un parco, o per strada. Certo, chi accetta di pubblicare il proprio numero di telefono, fa un salto mortale. E infatti noi consigliamo sempre di fare il fermo posta, in modo da mettere una specie di diaframma di sicurezza, una protezione in più». E le inserzioni espli- ritamente erotiche, le foto che illustrano i telefoni hard? Sospira Cervone: «Stiamo cercando di eliminarle. Nell'edizione di Milano l'abbiamo già fatto». Ma una cosa ci tiene a dirla: «Dagli annunci personali non viene sempre solo del male. Spesso ci capita di coppie che si sono conosciute grazie a noi, e che vengono a brindare in redazione perché stanno per sposarsi». Un rischio, comunque, lo corrono anche i direttori di questi giornali. Come quelli condannati nel '92 a Torino per «lenocinlo a mezzo stampa» (articolo 3 legge Merlin). La sentenza stabiliva che il direttore di un giornale è responsabile degli annunci a luci rosse e delle inserzioni che mascherano la prostituzione. Nel caso, si trattava dell'annuncio di una «estetista». I difensori avevano ribadito: «Il direttore non può andare a investigare se l'inserzionista è ima vera massaggiatrice o una prostituta. E se ci condannate, dovete condannare anche i direttori dei maggiori quotidiani italiani». Si tira indietro «Fermoposta», «settimanale per le relazioni sociali e l'impiego del tempo libero»: cento pagine di foto-inserzioni molto particolareggiate, per lo più Polaroid che non fanno niente per migliorare seni tragicamente cadenti e caduti, celluliti, cicatrici, pance senza vergogna, organi sessuali ripresi di fronte e di profilo, comunque sempre esibiti con grande orgoglio. «Fin dalla nostra fondazione abbiamo sempre chiesto il fermo posta. La riservatezza è un obbligo», dice un «collaboratore» del direttore, che nella rubrica delle lettere si firma, cognome e nome, «Grilli Antonio». «Noi forniamo imo strumento per mettersi in contatto. Poi sono affari loro, non ne vogliamo più sapere. Nelle camere da letto noi non entriamo». Nascosti dietro il baluardo del fermo posta, sùigoli e coppie in cerca di avventure aspettano, e intanto assaporano il gusto del rischio. «Chi risponderà alla mia inserzione?». Marco, 32 anni, «accompagnatore» inserzionista su Amica, dice che di rischi lui non ne corre, però «qualche guaio» l'ha passato, soprattutto con le signore che poi non ti mollano più, e pretendono altro che la cena o il teatro. «Una mi ha minacciato per mesi perché non cedevo alle sue richieste. Ma a me non piaceva, perché avrei dovuto farci qualcosa?». Roberta, trent'anni, («vera padrona, ti aspetta per dominarti») dice che il rischio non c'è: «Chi cerca avventure sugli annunci sa quel che vuole. Le categorie sono due: o sado, o maso, lo sono una "padrona", quindi da me vengono solo "schiavi". Che rischio c'è?». Il rischio di una violenza carnale, di una rapina... «Ma no! Li capisci al volo, come sono. E se non ti convincono, li lasci fuori». E così «Miss Crudelia» («ognuno accetta i suoi rischi, ma io non ho mai paura»), «Lucrezia vera padrona», «Miss Domin», «Bianka Kattivissima», e le altre. Quella stuprata a Udine? «Una cretina. Si è fatta legare e seviziare, ma non lo sa che non bisogna mai farsi legare da uno sconosciuto? Solo dall'amante ti lasci legare». Barbara Alberti, scrittrice e curatrice di una rubrica di lettere su Amica, dice che quella di rischiare «è una scelta, e ognimo di noi è diverso. Secondo me c'è sempre un lato ammirevole, nelle persone che fanno commerci del genere. Ci vuole coraggio, comunque, nel mettersi in vendita, nell'azzardare. Io ho comunque rispetto per chi rischia la vita». La sessuologa Baldaro Verde lo definisce «un mondo di infelici, tossici del sesso come quelli della droga». Malati di rischio, appunto. Che giocano il gioco delle inserzioni pericolose. Brunella Giovara La sessuologa «E' l'ultima spiaggia per chi non riesce a provare emozioni» Il direttore di una pubblicazione «Facciamo incontrare le coppie Ma non entriamo nel loro letto» NUOVA „ *'°n,S<*^ NUOva. n. **\ «cài* -IT"'1*- ♦*»«*« «>.<s(s* ,„ b.-.»-»^ » - ir¬ Catherine Deneuve in «Bella di giorno» la storia di una signora insospettabile, ma dalla doppia vita La sessuologa Jole Baldaro Verde e, a fianco, la scrittrice Barbara Alberti «Chi accetta di fornire il telefono fa un salto mortale»

Persone citate: Baldaro Verde, Barbara Alberti, Brunella Giovara, Catherine Deneuve, Domin, Jole Baldaro Verde, Luciano Cervone, Merlin

Luoghi citati: Europa, Milano, Oderzo, Torino, Udine