D'Alema baruffa coi giornalisti

w D'Alenici, baruffe coi giornalisti Mia stampa estera: che domande astratte NERVI TESI NELLA QUERCIA SROMA ARA' lo stress elettorale. Sarà che l'eco del «caso Dotti» non si è ancora spenta, sarà che la disinvoltura di Lamberto Dini mette a dura prova i suoi alleati. Sarà quel che sarà, fatto sta che Massimo D'Alema ieri pomeriggio ha sfogato malumori e nervosismo su un grappo di malcapitati giornalisti, il cui unico torto era stato quello di partecipare ad una stanca conferenza di presentazione delle liste elettorali della sinistra unita. Ma i cronisti, altrettanto stressati e forse un po' annoiati, invece di «incassare» improperi e rimbrotti e far finta di niente per amor di pace, hanno replicato al leader della Quercia, in alcuni casi anche malamente. Per amor di verità, bisogna aggiungere che il segretario pidiessino ha applicato la «par condicio» dell'arrabbiatura, nel senso che ha strapazzato tutti. Ma proprio tutti, pure i corrispondenti stranieri, visto che la conferenza si teneva nella loro sede. Il primo ad assaggiare il sarcasmo di D'Alema è stato un cronista finlandese. «Che domanda astratta», gli ha replicato infastidito il segretario del pds. Quindi è giunto il turno di un corrispondente svizzero, il quale, agli occhi del leader della Quercia, si era macchiato di una colpa gravissima. Ossia quella di nutrire l'insana voglia di capire che cosa mai possa unire il pds e Dini. Non lo avesse mai chiesto. Che cos'è tutto questo insistere sulla «sinistra» e il «centro»? «E' una domanda geografica», si è indispettito D'Alema, che non è riuscito a tratte- nersi dal dare un saggio del «tic» immortalato da «Striscia la notizia». Un «soffio» veloce veloce, prima di aggiungere: «Queste cose possono interessare solo gli svizzeri». Terzo malcapitato, un giornalista spagnolo, che ha chiesto informazioni sulla «convention» dell'Ulivo. Risata di D'Alema, come a dire «si legga un dépliant». Ma l'iberico cronista non ha gradito lo sberleffo: «Mi dia risposte serie», ha replicato. E da lì è partita la «rivolta» dei cronisti. Una corrispondente svizzera ha ricordato a D'Alema, che aveva maltratto il suo collega elvetico, quanti siano gli italiani che vivono oltralpe. Poi è toccato ai giornalisti italiani. Strapazzati a dovere pure loro. Il rappresentante del «Corriere della Sera» si è sentito rispondere che invece di una domanda aveva fatto «una repri- menda», l'inviato della «Stampa» è stato sgridato perché aveva il cellulare che squillava. Il tutto tra rumorìi dei giornalisti che erano giunti al punto di guardia. La replica più dura, però, D'Alema l'ha ricevuta dalla redattrice del «gruppo Monti», la quale aveva rivolto a Piero Fassino un interrogativo sulle liste del pds. Il segretario della Quercia ha interloquito interrompendo il compagno di partito per riprendere la giornalista. Ma ha trovato pane per i suoi denti: «Onorevole D'Alema, avevo fatto apposta la domanda a Fassino e non a lei, conoscendo la sua ben nota gentilezza», è stata la risposta. Risate, pacche sulle spalle, strette di mano alla collega e imbarazzo del segretario. Il quale imbarazzo non gli ha però impedito di continuare la conferenza così come l'aveva cominciata: cioè ingiuriando i giornalisti. Maria Teresa Meli II segretario del pds Massimo D'Alema