«Renato vive per la giustizia»

i «Renato vive per la giustizia» Una Wertmùller difende il magistrato LA SOLIDARIETÀ' DEGLI AMICI R: ROMA ENATO Squillante ha .tanti amici. Alcuni hanno deciso di esporsi pubblicamente in sua difesa, altri invece hanno preferito non farlo. Tutti compagni della domenica sera al ristorante «l'Augustea» dove al tavolo, sempre lo stesso, o a casa di amici si mangia, ma soprattutto si parla. Franco Rosi, Lina Wertmùller, Lino Iannuzzi, Giuliano Ferrara, Alberto Ronchey, Furio Colombo, Marisa Laurito e altri. I primi a scendere in campo a difesa dell'amico sono stati Lina Wertmùller e Franco Rosi, poi Luciano De Crescenzo che ieri ha scritto al ministro di Grazia e Giustizia denunciando quella che lui ritiene un'ingiustizia perpetuata forse da «mani pulite», ma sicuramente con «metodi sporchi». E gli altri, gli intellettuali che fanno opinione fino a ieri amici del giudice dove sono finiti? Dovrebbero essere loro adesso a parlare esponendosi in difesa di Squillante. Questo pensa Lina Wertmùller. Lei sull'amico Renato non ha altro da dire. «Ho g'à detto tutto quello che penso,,, spiega. Parole concesse a caldo subito dopo l'arresto del giudice: «Renato è l'uomo più giusto e intelligente che io conosca». E ancora: «Soprattutto è un uomo integerrimo che ha come missione nella vita applicare una giustizia dal volto umano». Ma adesso la Wertmùller non vuole dire altro, e vorrebbe, anzi, che iniziassero a parlare gli altri, gli amici che finora sono stati zitti. «Chiedetelo a personaggi come Alber¬ to Ronchey, Furio Colombo, il senatore Imposimato, il senatore Cossiga. Non si può pensare che un giudice abbia amicizie solo.nel mondo del cinema. Non è giusto che parli solo io. Devono farlo anche gli amici che fanno parte di altri mondi. Per questo non voglio rilasciare altre dichiarazioni. Altrimenti si finisce con i soliti teatrini che piacciono a voi giornalisti, ma che non piacciono a me. Ci sono nomi molto più autorevoli del mio che vanno ascoltati». Ma chi ieri si è esposto in prima linea per l'amico Squillante è ancora una volta un personaggio tipico del «teatrino» che non piace alla Wertmùller. Luciano De Crescen¬ zo non solo ha parlato con affetto dell'amico, ma ha preso carta e penna e ha scritto al ministro di Grazia e Giustizia Vincenzo Caianello per «protestare per il metodo con cui la procura di Milano sta procedendo nei confronti di Renato Squillante». «Anche se intimamente convinto della sua innocenza - conosco Renato da venti anni e l'ho sempre stimato come persona seria ed onesta - non entro nel merito dell'accusa», scrive De Crescenzo «ma soltanto sul modo con cui viene esercitata la giustizia in Italia. Basta riflettere su alcuni particolari per rendersene conto». «Renato Squillante è stato arrestato - continua lo scrittore - perché avrebbe corrotto altri giudici al fine di addomesticare alcune sentenze. Ciò nonostante, la procura di Milano non specifica né quali siano queste sentenze, né il motivo per il quale non ha arrestato i giudici corrotti. L'unica spiegazione possibile è che, non conoscendone i nomi, intende usare la custodia cautelare come mezzo di tortura per estorcere all'imputato una piena confessione, per poi procedere ad altri arresti». De Crescenzo è preoccupato per l'amico. «Suo figlio mi ha raccontato che quando è andato a trovarlo in carcere il padre è riuscito a malapena a percorrere i pochi metri che li dividevano in parlatorio. Traballava e tremava. Ha settantuno anni ed è dimagrito sette chili. Cesa vogliono i giudici, un altro caso Cagliari?». Maria Corni «La custodia cautelare come mezzo di tortura per potergli estorcere una piena confessione» La regista Lina Wertmùller A sinistra: Luciano De Crescenzo che ha scritto al ministro della Giustizia per denunciare quella che ritiene un'ingiustizia

Luoghi citati: Cagliari, Italia, Milano, Roma