Italiano cenasi per la Milano-Sanremo

35 A soli sei giorni dalla grande classica non si trova un corridore da inserire tra i favoriti Italiano cenasi per la Milano-Sanremo Vandenbroucke da battere? CASTIGLIONE DEL LAGO DAL NOSTRO INVIATO A sei giorni dalla Milano-Sanremo che non è soltanto una corsa ciclistica, ma è un avvenimento e oggi lo sport, piaccia o non piaccia, si qualifica per calibro di avvenimenti e personaggi, la situazione, vista e vagliata dalla Tirreno-Adriatico e dalla Parigi- Nizza, è la seguente. Il ciclismo italiano somma i suoi averi e il risultato non è di quelli che fanno impazzire dalla gioia. Bugno amministra in Francia ciò che di se stesso gli resta, fantasticando almeno un successo al Nord, un Tour onorevole e un Mondiale da protagonista. Chiappucci, dopo un comprimariato in Calabria e in Sicilia (sempre attardatissimo) gareggerà la Sanremo tanto per partecipare: la Sei Giorni milanese gli ha sballato i ritmi, rivolge i pensieri alla Freccia Vallone, alla Liegi-Bastogne-Liegi, al Giro e al Tour. E Fondriest è alle prese con guai muscolari la cui puntualità è preoccupante. L'unico della vecchia guardia che inviti attualmente a un qualche ottimismo è Furlan il quale pedala alla Tirreno-Adriatico per allenamento. Latita la figura magnetizzante, non è rintracciabile l'illustre firma. Esistono vincitori sparsi, si muovono sulla scena tanti interpreti di brevi battute, nessuno in grado di attirare su di sé durature e giustificate attenzioni. Analizziamo i giovani e i giù di lì. 1 più interessanti sono Michele Bartoli, 26 anni, Gabriele Colombo, 24 anni, Francesco Casagrande 26 anni, Ivan Gotti 27 anni, Leonardo Pi epoli, 25 anni. Bartoli è un elegante prodotto da corse in linea; diciamo una sorta di Argentin. Ha corso, alla fine della passata stagione, un Lombardia esemplare: tempista eccellente, gli è mancato il fondo per centrare il bersaglio. La Mg, non potendo per adesso contare su Bugno, ne fa il suo numero uno per la Milano-Sanremo. Che però richiede doti di fondista. Quindi: o Bartoli si allunga o resta un corridore ornamentale, categoria vorrei ma non ci riesco. Colombo, quattro successi nell'avvio del '96, ha un repertorio vasto, passo, salita, velocità. La Sanremo e il Nord ce lo faranno conoscere meglio (in che cosa sei bravo veramente?). Su Casagrande e Gotti si conta soprattutto per le grandi corse a tappe. Casagrande è un tattico. A forza di tatticheggiare gli è nato il gusto di mungere le ruote. Consumato il Giro '95 all'ombra di Rominger (incavolatissimo: «Me 10 portavo ogni giorno al sellino») sembra ora disposto a uscire dalle brume. Ha stoffa di qualità, se ha capito sul serio che stando davanti le occasioni arrivano più numerose che stando di dietro, non si esclude che ci faccia divertire. E' da un paio d'anni che Casagrande si interroga: sono un corridore da corse in linea o da corse a tappe? Ieri conquistando 11 primo posto in classifica della Tirreno-Adriatico ha cominciato a rispondersi. Gotti (l'ultimo Tour ne ha rivelato il talento) e Piepoli (un deludente Mondiale colombiano) sono scalatori ad imitazione di Pantani (che rivedremo al termine della stagione): le montagne stabiliranno se è loro concesso di abitare al centro o se dovranno accontentarsi d'una collocazione periferica. Ma ritornando alla MilanoSanremo il giovane di più smagliante bagaglio è di marca belga, ha 22 anni e si chiama Vandenbroucke. Ha vinto il Giro del Mediterraneo e il Trofeo Laigueglia. Possiede, sugli strappi secchi, l'agilità dello scattista da tanti saluti e arrivederci al traguardo, ha il dono dello sprint, un'ambizione che se lo divora. Vogliamo permettercela l'idea d'un duellospettacolo Bartoli-Vandenbroucke sul Poggio? E permettiamocela. Sì, ma Jalabert (28 anni) dove lo mettiamo? Il reparto stranieri propone dunque, oltre a Vandenbroucke, il vincitore a tamburo Jalabert, che da una caduta esce e in una caduta entra assumendo nutri¬ mento e forza dalle proprie abbondanti cicatrici. E' di uno Jalabert, accidenti, che avremmo urgentissimo bisogno. Berzin si è annunciato vincendo la cronometro di Castiglione del Lago, per lui un giochetto. Ha l'obbligo di esibirsi in una reale resurrezione in Belgio e di essere il re del Giro d'Italia, si infastidisce il russo a chiedergli imprese sanremiste. Rominger si infastidisce comunque: non ha altra idea in testa che quella di battere Indurain al Tour e di superare se stesso elevando il record dell'ora a livelli astrali. E Indurain fa il papà. Ingrassato di sei chili, Miguel porta in carrozzina il figlioletto e della classicissima non potrebbe importargliene di meno. Il campione del mondo Olano è un cavallone da maratona, se ne riparla a maggio. Il quadro è questo. Bartoli e Colombo, rimboccatevi le maniche, avete un sacco da lavorare. Gianni Ranieri CASAGRANDE 1 Tirreno-Adriatico. Si rivede Berzin che dichiara di voler vincere la Freccia Vallone. Francesco Casagrande, quinto a 39" dal russo nella crono, sale al primo posto in classifica. La semitappa del mattino è andata al ceco Svorada che ha battuto allo sprint Abdujaparov. Prima semitappa: 1. Svorada (Cze) 85 km in Ih 58', media kmh 43.220; 2. Abdujparov (Uzb); 3. M. Strazzer; 4. Meloni; 5. Manzoni s.t. Cronometro: 1. Berzin (Rus) 28 km in 33' 5" media kmh 51,144; 2. Ekimov (Rus) a 7"; 3. Sorensen (Dan) a 11"; 4. Colombo a 26"; 5. Casagrande a 39". Classifica: 1. Casagrande; 2. Gontchenkov a 23"; 3. Pianegonda a 29". Parigi-Nizza. Vittoria finale di Laurent Jalabert, su Armstrong a 43" e Boardman a 49. Quest'ultimo ha vinto la crono del pomeriggio, in mattinata primo Sciandri. lì 11 Francesco Casagrande (sul podio) è balzato in testa alla classifica della Tirreno-Adriatico