Mike non è più la Belva
Mike non è più la Belva Sempre aggressivo e potente, ma rispetto a sette anni fa Tyson è più umano, capace di un bacio allo sconfìtto Mike non è più la Belva FORSE non è più la belva umana di 7 anni fa. Lo dimostrano anche i gesti affettuosi, coronati addirittura da un bacio, con cui si è avvicinato a consolare il rivale sconfitto. Ma del Mike Tyson di sette anni fa ne è rimasto abbastanza per consentirgli di riprendere il ruolo di uomo di punta della boxe mondiale, salvando lo spettacolo pugilistico dal progressivo appiattimento cui lo aveva costretto la mediocrità dei protagonisti. Il primo capitolo del ritorno sul trono di Iron Mike si è chiuso secondo copione, Il gigante britannico Frank Bruno, campione del mondo versione Wbc, non è certo l'ultimo arrivato, malgrado una certa fragilità evidenziata già dai ko subiti in tre prece- } denti tentativi mondiali. Ma non ha potuto opporgli che una modesta resistenza. Contro Tyson, Frank Bruno in pratica non è esistito. Anzi il suo fisico scultoreo contrapposto alla struttura più compatta di King Kong ha finito col trasformarsi in un handicap per il pugile britannico. Tyson, più basso di una decina di centimetri, più corto di braccia in proporzione e senz'altro più rapido di gambe, passava sotto i colpi del rivale accorciando la distanza e standogli sempre addosso. Con questo atteggiamento in pratica Tyson annullava l'arma migliore di Bruno, l'allungo e l'uso del jab sinistro e l'obbligava ad evitare guai maggiori facendo pesare i suoi dodici chilogrammi in più addosso all'avversario. Con questo quadro tattico l'unica possibilità per Bruno (tra l'altro svantaggiato già nel primo round da una profonda ferita al soppracciglio sinistro) di riequilibrare il match stava nei colpi interni, soprattutto il montante. Un'arma a doppio taglio, sovente decisiva quando va a segno con precisione, pronta a trasformarsi in un boomerang se il colpo va a vuoto. All'inizio della 3a ripresa è successo proprio questo. Bruno è andato a vuoto con un montante sinistro ed ha lasciato nella sua guardia un varco invitante, nel quale si è infilata una tremenda serie di ganci e montanti di Tyson. La resistenza del gigante britannico si è frantumata definitivamente. Una pratica evasa senza sorprese insomma da un Tyson forse più umano di un tempo ma molto vicino al se stesso migliore quanto ad aggressività e potenza di pugno. Ora si volta pagina, ma per il secondo capitolo cambia il nome della spalla, non più Brace Seidon, campione per la Wba, ma un altro britannico, Lennox Lewis, detentore della corona Wbc nel '93, poi detronizzato da McCall, a sua volta spodestato da Frank Bruno. A Lewis toccava di diritto il ruolo di sfidante dello stesso Brano, ma i maneggi del Wbc - sempre sensibile ai voleri di Don King - lo avevano scavalcato a beneficio di Tyson. Un tribunale americano ha riconosciuto le sue ragioni. Mike non potrà prendere altri impegni prima di aver concesso una chance allo stesso Lewis. Nessun problema, una tappa in più sul cammino dei dollari. Gianni Pigliata
Persone citate: Don King, Frank Bruno, Iron Mike, Lennox Lewis, Mike Tyson
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