Sollier: «Vialli mi somiglia, ha coraggio»
Sollier: «Vialli mi somiglia, ha coraggio» ii protagonista delle proteste di vent'anni fa, ora allenatore, condivide le ragioni dell'astensione Sollier: «Vialli mi somiglia, ha coraggio» L'ex contestatore: «Non è facile esporsi nella sua posizione» IL PRIMO SINDACALISTA PERUGIA. Sindacalisti si nasce. Paolo Sollier, il calciatore che più di vent'anni fa divenne un simbolo per avere sfidato con la contestazione l'intoccabile mondo dorato del calcio, ancora oggi si sente vicino ai suoi successori. A Vialli, ad esempio, al quaie magari, in apparenza, non è legato da nulla, se non dal coraggio di voler sfidare il Palazzo. Sollier adesso guida una squadra che partecipa al campionato Dilettanti, la Pontevecchio, girone F dell'Interregionale. E così ieri, pur avendo sognato per una vita lo sciopero per salvaguardare i diritti di tutti, anche dei più deboli, è stato costretto a timbrare il cartellino. Alle 15 era in panchina, a guidare quella che da dieci giorni è diventata la sua nuova squadra. Ha incitato i suoi giocatori, ha dato disposizioni, ma, nonostante l'avversario - il Penne - per un'ora sia stato costretto a gio¬ care in dieci, ha dovuto rinviare l'appuntamento con la vittoria. «Quando nello spogliatoio ho chiesto perché non siamo riusciti a giocare secondo le nostre possibilità, i miei giocatori mi hanno risposto che sono stati attanagliati da un sentimento di paura. Ho risposto: ma come si fa ad avere paura a vent'anni?». Sollier ha capito quanto sia difficile il lavoro dell'allenatore: «Da quando sono tornato a Perugia (fu il centravanti della promozione dalla B alla A, e giocò anche nel massimo campionato, ndr), forse anche nel ricordo di quelle che furono le mie battaglie sindacali, attorno al mio nome c'è un grande interesse. Ma alla squadra ho ricordato che la pubblicità non fa classifica. Anche quando giocavo, sapevo bene che le chiacchiere bisognava lasciarle fuori dal campo: non ero propriamente un giocatore dotato tecnicamente, ma ancora oggi, quando un attac¬ cante lavora molto per la squadra si dice che gioca alla Sollier». Anche da tecnico Sollier ha dovuto accettare di fare molta gavetta: «Del resto non avevo scelta, dopo avere smesso di giocare ho provato a fare il libraio, ma l'attività non ha funzionato e la cultura non viene presa in considerazione dai presidenti. Sono sempre rimasto nel calcio dilettante, salvo una parentesi in C2. Però non mi lamento, anch'io sono alla ricerca di una mia identità come allenatore, sono capace di autocritica, non cerco mai alibi». Nessun dubbio che il sindacalista Sollier non voglia staccarsi da un mondo che considera suo anche per le tante battaglie combattute in passato. Per questo vede in Luca Vialli un suo degno successore: «Mica facile nella sua posizione, esporsi come ha fatto in questi giorni. Di sicuro non ha guardato ai propri interessi ma a quelli della categoria. Chi non l'ha capito, si ricrederà. Ed anche Campana merita un plauso: avesse revocato lo sciopero, nonostante i messaggi degli ultimissimi giorni, avrebbe perduto punti nei confronti della base. Ora, invece, può presentarsi all'appuntamento con Matarrese in una posizione solidissima». Sollier esalta Campana. Daniele Corvetta, presidente squalificato del Ravenna, gonfia i muscoli verso Matarrese, suo nemico storico: «Se lo sciopero dei calciatori vuol dire un attacco al potere di chi in questi anni ha fatto e disfatto ciò che ha voluto, viva lo sciopero. Se Vialli e compagni chiedono che in Italia si torni al rispetto delle regole, sono al loro fianco, combatto la loro stessa battaglia». Mario Mariano «Se Campana avesse revocato lo sciopero avrebbe perso il consenso» Paolo Sollier ora allena i dilettanti del Pontevecchio
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