Ricomincia la battaglia
Dopo l'alt, in campo Matarrese, la Moratti e Cecchi Gori Dopo l'alt, in campo Matarrese, la Moratti e Cecchi Gori Ricomincia la battaglia CI voleva lo sciopero dei calciatori di serie A per vedere in Eurovisione da Wembley Vicenzo Torrente che solleva, a nome e per conto del Genoa, la Coppa Angloitaliana strappata al Port Vale in una girandola di gol (5-2) e strabilianti triplette (Gennarino Ruotolo). Ci voleva Io sciopero dei calciatori, il primo della storia, per assistere, sempre dallo stadio imperiale di Londra, a un minuto di vero, profondo e struggente silenzio, quale è stato il marziale girotondo in memoria delle vittime della strage di Dunblane. Troviamo singolare che il presidente genoano Spinelli abbia aizzato i suoi «canini» contro Campana e Vialli, quando, viceversa, avrebbe dovuto far loro un monumento, visto che il Genoa in diretta tv è figlio esclusivo del rapportus interruptus fra Matarrese e i falchi del sindacato. Naturalmente, ieri non è successo nulla di apocalittico. Non si hanno notizie di suicidi fra i tifosi: neppure fra i più khomeinisti. Da oggi, in compenso, potrebbe succedere tutto, e su tutti i fronti. Spartizione dei diritti tv, coppe europee, azzeramento dei parametri, libero impiego degli extracomunitari, e un tema non meno scottante: che fare della giornata sospesa per sciopero. Noi ci saremmo regolati come in morte di Vincenzo Spagnolo, ora è un anno, facendo slittare a domenica il turno saltato. Coni e federazione sono insorti, la Lega si è adeguata dopo essersi spaccata. Si passa, direttamente, alla decima. I motivi: sono state già stampate le schedine delle prossime due giornate (costo complessivo, un miliardo), e inoltre lo sfalsamento con la serie B, che mantiene le sue cadenze, avrebbe provocato sovrapposizioni imbarazzanti. Per tacere del calendario: con gli Europei alle porte, la serie A deve chiudere, assolutamente, il 12 maggio. Lo slittamento avrebbe evitato contorsioni di ordine pratico e dietrologico. Prendete il Parma. Domenica, alla ripresa, giocherà senza Cannavaro, Di Chiara e Stoichkov, squalificati. Ma non sarà più la piccola Cremonese a trarne eventuale profitto, bensì sua altezza il Milan. Ancora: al posto di una Lazio priva di Casiraghi, fulminato dal giudice sportivo, la Fiorentina dovrà ac- contentarsi di una Juventus orfana di Ferrara. Non solo. Galliani è contrario alla data del 10 aprile. Troppo vicina, dice, alle semifinali di coppa. Per lui, non è stato un dramma lo sciopero e non lo sarebbe, a maggior ragione, un campionato mutilato di una o due giornate, sul modello dei Grandi Premi di Formula 1 (dove la vittoria viene assegnata, in casi speciali, anche se i piloti non completano tutti i giri in programma). Sorge spontanea una domanda: se il Milan non fosse in testa, l'amministratore delegato userebbe gli stessi toni, le stesse metafore? Tanto, la colpa è di Campana. Tranquilli, non mancheranno analisti, e analisi, di questo (sbrigativo) livello. Nel frattempo, si torna in campo. Coni, federazione, sindacato, leghe, società ricche, società povere. Cominciano Matarrese, mamma Letizia (parola d'ordine: non tratto) e Cecchi Gori. Tema del contendere, la torta del tele calcio. Ma non era già stata assegnata al senatore fiorentino? Appunto: mai dire mai, quando di mezzo ci sono gli italiani. Piatto del giorno, il primo round post rissa fra Matarrese e Campana. Ora che lo sciopero è stato consumato, tutti si ritrovano meno forti. Non è detto che sia un dramma. Anzi. Roberto Beccanti™ Cecchi Gori per Tmc e la Moratti (Rai): si riparla con Matarrese della vicenda dei diritti sul calcio in tv
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