E quelli della radio s'inventano le partite

E quelli della radio s'inventano le partite Nella domenica sen2a calcio, nessuna idea dalla televisione E quelli della radio s'inventano le partite Chi si fosse trovato ieri a passare per l'Italia avrebbe capito qualcosa di quel che è accaduto nel Bel Paese? Meglio, qualcosa di quel che non è accaduto? Mancava il grande calcio, lo sapete. Diciamo subito che l'evento visivo e sonoro più sensazionale è stato l'uso di Giampiero Galeazzi soltanto come buffone di Domenica In. Niente Novantesimo minuto, e la retrocessione di un collega valente e spiritoso non al ridicolo, che ha o può averè una sua sacralità, una sua filosofia, una sua essenza di sfida, ma al penoso: ieri Galeazzi è apparso come un replicante di Serafino, quel ciccione che al seguito delle Nazionali italiane ci ha sputtanati in giro per un bel po' di anni, cantando comunque arie operistiche e non canzoni di Elio e le storie tese, come ha fatto ieri Bisteccone. Domenica televisiva persino più vacua che vuota, dunque, e occasione didascalica, se non anche didattica, perduta, senza uno straccio di idea per una vera articolata trasmissione dedicata alle non trasmissioni consuete. Per fortuna un po' di servizi in qualche telegiornale, ancorché scontati, lamentosi. Ma ben di più e ben di meglio ha fatto la Rai intesa come radiofonia, mandando in onda al mattino (Fantasy, Radio 1) un po' di sàtira sul momento grave della nazione, al pomeriggio addirittura un revival delle celebre trasmissione di Orson Welles che spalmò panico sull'America annunciando l'arrivo dei marziani. Su Radio 2 Giorgio Comaschi e Giorgio Conte, con una misteriosa Carmen De Venere, hanno inventato, per la trasmissione Quelli che ascoltano il calcio, una diretta sulle partite in programma, con sconfitta del Milan a Cagliari, vittoria della Fiorentina a Roma sulla Lazio, campionato riaperto, non però per la Juve battuta in casa dall'Udinese. E di nuovo Branca match winner dell'Inter, stavolta sulla Sampdoria. Bartoletti direttore della Tgs ha confermato il rientro dello sciopero, e via con la falsa trasmissione, alla quale ora manca soltanto un sondaggio di un Gianni Pilo - chi ci ha creduto, chi no? - per diventare un passaggio sacro, un must nella storia di un'Italia virtuale, in fondo credibile almeno come quella vera. Tornando al telesportomane, ieri ha avuto almeno il sollievo di una domenica impegnativa per via del Tyson delle ore 6 (trasmissione dal vivo cominciata 3 ore prima...}, così che l'astinenza pomeridiana può essergli apparsa almeno come un'occasione di riposo. Ma gli altri, i calciofili diciamo normali, i blandi voyeurs di sempre? In mancanza del banchetto, i panini di Wembley con il Genoa stravittorioso sul Port of Vale (ma cos'è?) nel torneo italoinglese, del calcio spagnolo su Tele Montecarlo, dell'extracalcio - sci, ciclismo, baket... - comunque privo di grossi squilli. Ripetiamo che non c'è stata, per loro ma in fondo per tutti, una teletrasmissione che è una, e nelle ore proprio del non football, di giornalismo vero e improvviso ed esauriente, su cosa stava avvenendo, anzi stava non avvenendo. Si fanno teledibattiti su tutto, in Italia, ma ieri nessuna testata televisiva ha avuto l'idea, fra le 15 e le 16,45, di dibattere lo sciopero, magari chiamando un po' di gente sui gradini di uno stadio. Si poteva, forse si doveva fare: e sarebbe stato insieme giornalismo e spettacolo, informazione e show. Comunque i calciatori minacciano altri scioperi, i tifosi minacciano loro astensioni così ci saranno forse altre opportunità, e pazienza se la trovata radiofonica dello sciopero rientrato all'ultimo minuto, con le partite giocate, non funzionerà più. Gian Paolo Ormezzano Calcio fermo per lo sciopero dei giocatori: campi vuoti e stadi deserti

Persone citate: Bartoletti, Carmen De Venere, Galeazzi, Giampiero Galeazzi, Gian Paolo Ormezzano, Gianni Pilo, Giorgio Comaschi, Giorgio Conte, Orson Welles, Port

Luoghi citati: America, Cagliari, Italia, Lazio, Montecarlo, Roma