a dischi «nuovo fiori del rock con Reed e Browne»

a dischi a dischi =1 Nuovi fiori del rock con Reed e Browne ad the importanti fiori rock, coltivati da grandi giardinieri. Gente che ha sempre lavorato con questa musica giocando anche "a carta della cultura, della letteratura, intendendo testi e suoni elementi integranti. Come Lou Reed e Jackson Browne, entrambi coinvolti in quel circolo culturale alternativo che gravitava attorno Andy Warhol. Nel suo ultimo «Set twilight reeling» (Wea, 1 Cd) è ancora New York al centro della narrazione rock di Lou Reed, mai consolatoria. D'altronde la sua New York non è tutta lustrini, ritratto istituzionale per il turismo. Lou Reed è il suo poeta critico, quello che guarda sotto la buccia della Grande Mela. E con questo disco traccia un polemico omaggio ad una civiltà in crisi permanente. Per raccontare la decadenza morale e civile che lo circonda usa il classico giro armonico del rock, il classico impasto chitarra, basso e batteria. Questa essenzialità non inganni: Lou Reed sa trarne una varietà di magie che conquista l'ascoltatore: suoni anche duri, attuali, ma con quel marchio di fabbrica fatto di chitarra abbinato a grande creatività nell'inventare sonorità. Sferzante, duro, incalzante il Lou Reed che ritrae in un essenziale bianco e nero angoli e personaggi dietro la facciata di New York. Ma anche ironico e curioso. Come in «Egg cream», in cui resuscita una bibita di cioccolata molto diffusa nella Brooklyn della sua infanzia e oggi rara da trovare. Questa canzone la cantava anche nella tabaccheria del film «Blue in the face», ma non è la stessa «crema all'uovo». In più con una vena romantica che concede un po' di colore ai racconti. Sarà l'influenza del fresco amore di Reed per Laurie Anderson? Poco importa, resta questo disco eccitante. Agli esordi anche Jackson Browne faceva parte del «circolo Warhol». Poi è emigrato sull'altra costa, diventando il cantautore più letterato della California, rendendo obsoleti sia i profeti alla Dylan sia i cantastorie di Nashville. Se Reed affonda nelle ruvidezze decadenti metropoli, Browne cerca ora con «Looking East» (Elektra, 1 Cd) di dipingere speranze guardando alle saggezze orientali, cercando di diffondere una visione positiva della realtà. Ad esempio in «Some bridges» canta: «Guarda tutti questi ragazzi che non hanno negli occhi altro che guai/ Dei ponti stanno crollando/ Dei ponti sono ancora in piedi/ E so che c'è molto di più nella vita di quello che si ha». Musicalmente passa dal¬ la dolcezza ad una certa aggressività, dal romanticismo all'allegria. Anche qui classici suoni rock, da frontiera, ma sempre senza spigolosità. Con un po' di follia («I'm the cat»), a volte perfino latino («Nino»). Atmosfere rasserenanti, per un disco stimolante, cui hanno partecipato Ry Cooder, Mike Campbell, Jorge Calderon, Bonnie Raitt, David Crosby. Con i testi anche in italiano. Chi legge i messaggi della vita con ironia, slancio e coraggio dei proprii desideri è anche un nuovo astro rock che arriva dalla parte opposta del mondo, da Ottawa, Canada. E' Alanis Morrissette, autrice di un disco straordinario per intensità e varietà: «Jagged little pili» (Maverick, 1 Cd). Nuova Mary Poppins («con un poco di zucchero la pillola va giù...»), Alanis consiglia una «ruvida pastiglia» ai giovani che non hanno idee chiare. Volendo dire di non cullarsi nei sogni, ma credere nei propri desideri con sano pragmatismo, corazzati anche di cinismo. Tra le dodici canzoni dell'album emergono «Wake up» (inno anti-scansafatiche), «Hand in my pocket» (litania sull'ambiguità della vita), «Perfect» (lettera aperta a tutti coloro che provano o fanno provare ad altri scarsa considerazione di se stessi). Il tutto è svolto con una poesia intrisa di ironia e semplicità di linguaggio. E da suoni che hanno una base di profondo punk, decorazioni elettroniche, gentilezze chitarristiche. La voce di Alanis gioca acuti e profondità con grande elasticità, irradiando fascino. Dopo tante rabbie e autodistruzioni, finalmente una bella voce che gioca con ironia e poesia la carta della positività. Infine una curiosità. Alexi Lalas, calciatore americano con la barbetta alla Frank Zappa, ha salutato il Padova ma ha lasciato un suo ricordo, un disco rock: «Far from dose» (Totem/Warner, 1 Cd). Lui diceva che al calcio poteva rinunciare alla musica no. Il risultato musicale può sorprendere: ottimo cantante, buon compositore e molto istinto. Dodici canzoni di rock genuino, sincero, piacevole. Ricorda Mellencamp, ma è solo un paragone. Lalas conosce la sua strada e la percorre con serena onestà. Alessandro Rosa »saj

Luoghi citati: California, Canada, Nashville, New York, Ottawa