La schedina illuminista di Franco Lucentini

Dall'era della Sisal alle puntate clandestine Si cominciò con 12 pronostici, 30 lire a colonna, il primo vincitore incassò quasi mezzo milione Probabilità razionali al posto della cabala: che si prende la rivincita La schedina illuminista SL gioco del Lotto Matilde Serao, scrittrice che forse nessuno più legge, dedicò un impavido e tuttora leggibilissimo , affresco sociale, Il paese di cuccagna. Pubblicato nel 1890 il romanzo prendeva di petto l'intera città di Napoli intenta a strologare, calcolare, puntare, a combinare, ruote, terni, cinquine, ad affollarsi attorno ai botteghini legali e illegali e naturalmente a indebitarsi, a torturarsi e infine a rovinarsi senza rimedio, come voleva il pessimismo della scuola «verista». Ci passavano tutte le classi sociali, vecchine, baroni, pescatori, pasticcieri, guappi, piccoli impiegati, ricche dame, tutte ugualmente ammaliate dalla speranza di vincere, ma più ancora divorate dalla febbre fatale del rischio. E tutti quei drammi, furti, tradimenti, suicidi, omicidi, basati su una cosa sola: i sogni. Sicché quando arrivò e si diffuse in un attimo la non meno interclassista schedina del Totocalcio, parve che fosse stata ideata dagli Illuministi. La s Niente più interpretazioni cabalistiche, niente più morto che parla, prete che affetta un salame, cavallo bianco, giraffa vestita da sposa, ma razionali probabilità: la Juve che «dovrebbe» battere il Brescia, l'Atalanta che «dovrebbe» pareggiare con l'Avellino, e quindi mettiamo qui un 2, qui una X, qui un 1, e andiamo tranquilli. Le squadre non hanno niente a che fare con l'aldilà, sono undici uomini come noi e di cui, leggendo gli appropriati fogli sportivi, conosciamo proprio tutto, dal ginocchio dolente alla crisi per la fuga della moglie con un cocomeraio bellissimo. Si sa minuziosamente con che animo scenderanno in campo, si sa cosa pensano dei compagni, dell'avversario, del mister, di Benedetto Croce, di Dio. Con tutti i dati concreti, inoppugnabili, che abbiamo in mano non si può non arrivarci, prima o poi, a quel benedet¬ nista to Tredici. Non è questione di sogni, è questione di pedate a un pallone. E invece abbiamo visto la cabala rientrare quatta quatta dalla finestra sotto forma di Sivori che si fa espellere, di Rivera che si fa male alla caviglia, di Baggio che sbaglia un rigore, dell'arbitro che volta la schiena a un fallo assassino, di infinite altre combinazioni che nessuno poteva umanamente prevedere. E allora io ti studio un sistema di 6, di 60, di 300 colonnine! E la cabala stronca un tendine a Platini, acceca un guardalinee e fa interrompere la partita (vincevamo 2-0!) per la nebbia. Una schedina, direbbe Mallarmé, giammai abolirà l'azzardo. Resta ancora da vedere se nascerà una nuova Matilde Serao capace di raccontarci questi sogni ispirati da piedi e polpacci, sgambetti, gomitate, zuccate e bianchi palloni che volano come uccelli di buono o cattivo augurio. Carlo Frutterò Franco Lucentini

Persone citate: Baggio, Benedetto Croce, Carlo Frutterò, Matilde Serao, Rivera, Sivori

Luoghi citati: Napoli