Ziuganov: ecco il mio Manifesto

«Da presidente riporterò l'economia a Marx e rifonderò Urss e Armata Rossa» «Da presidente riporterò l'economia a Marx e rifonderò Urss e Armata Rossa» Ziuganov: ecco il mio Manifesto Ilprogramma anti-Eltsin MOSCA. Ghennadi Ziuganov, il leader comunista che ha apposto la sua firma alla risoluzione parlamentare intesa a fare risorgere l'Urss, ha promesso, se eletto presidente, di restituire allo Stato il controllo dell'economia, imporre il divieto di compravendita della terra (fatta eccezione per appezzamenti della dimensione di un orto) e di rilanciare l'esercito, rivendicando inoltre il diritto di «annullare tutti gli accordi (internazionali) che attentino agli interessi nazionali della Russia». Con questo programma Ziuganov scende in campo per contendere a Boris Eltsin il titolo di capo del Cremlino alle presidenziali di giugno. Ziuganov, in testa nei sondaggi pre-elettorali, ha scelto per presentare il suo programma il giorno che segna il quinto anniversario del referendum popolare con cui il 70% dei votanti si espresse invano per il mantenimento dell'Unione Sovietica, quando ormai molte altre repubbliche si erano già sganciate proclamandosi indipendenti e sovrane. L'uomo che ha portato alla vittoria il risorto partito comunista alle legislative di dicembre ha illustrato il suo «Manifesto» a un raduno di sostenitori convocato dal blocco di partiti e movimenti comunisti e nazionalisti che appoggiano la sua candidatura. Al tavolo della presidenza sedeva, tra gli altri, Alexandr Rutskoi, compagno di lista di Eltsin nelle presidenziali del 1991, che sfruttò la sua carica di vicepresidente per fare guerra alla politica del capo di Cremlino e fu da questi destituito nel 1993, con un atto che sfociò nella ribellione del Parlamento, soffocata dai carri armati. Rutskoi, oggi alla testa del movimento nazional-patriottico Derzhava, ha sottoscritto la candidatura di Ziuganov: «Non condivdio del tutto le posizioni di Ziuganov, ma queste diversità non sono così importanti da rischiare il destino della patria», ha detto. - Se riuscirà a insediarsi al Cremlino, ha detto Ziuganov, introdurrà una serie di riforme costituzionali e metterà fine alla guerra in Cecenia. L'obiettivo principe delle riforme costituzionali, ha detto, sarà di «impedire che il presidente sia uno zar o un padre della patria», promettendo che la nomina dei ministri e la definizione del programma di governo saranno fatte in consultazione con il Parlamento. Tra i punti principali del suo «Programma di sopravvivenza della Russia» il leader comunista ha ribadito la volontà di «fare il possibile per annullare gli accordi di Belovezh» che nel 1991 sigillarono la disintegrazione dell'Urss dando via libera all'indipendenza delle ex repubbliche sovietiche. Ha garantito che, comunque, questo obiettivo sarà perseguito senza ricorso alla forza e che una vittoria delle forze comuniste e patriottiche alle urne non sfocerà in repressione e «vendetta storica». In materia di politica estera, la Russia di Ziuganov «avrà una politica esterna indipendente». Viene ribadito il rifiuto categorico di un'espansione della Nato all'Est. In campo economico, Ziuganov ha espresso il suo sostegno per le diverse forme di proprietà sia privata che pubblica, precisando che lo Stato deve esercitare il monopolio sulle esportazioni delle risorse naturali e dei prodotti strategici e mantenere il controllo sui settori dell'economia di importanza stretagica. In campo commerciale ha affermato l'impor¬ tanza di una politica di protezione degli interessi dei produttori interni «per impedire - ha detto - che la Russia si converta in un mercato di sbocco di prodotti occidentali di qualità scadente». Senza fare il nome di Eltsin, Ziuganov ha denunciato l'attuale governo russo come una «combriccola di burocrati che hanno svenduto il Paese é hanno trasformato la patria in una pattumiera di rifiuti industriali e scorie radioattive». Secondo il più recente sondaggio, si votasse oggi Ziuganov otterrebbe il 25% dei suffragi contro il 15% di Eltsin. Seguirebbero l'economista liberale Gregory Yavlinski con l'I 1%, l'ultranazionalista Zhirinovskij con il 9% e il generale in pensione Aleksandr Lebed con l'8%. Soltanto l'l% degli elettori darebbe il suo voto a Gorbaciov. Dato che al primo turno nessuno riporterebbe più del 50% dei voti, si andrebbe al ballottaggio. In questo caso, Ziuganov avrebbe il 40%, contro il 31% di Eltsin. [Agi-Efe] Il segretario neo-comunista Ghennadi Ziuganov punta alla poltrona di Eltsin

Luoghi citati: Cecenia, Mosca, Russia, Unione Sovietica, Urss