Caso Squillante si indaga all'estero di Ugo Bertone
Al setaccio i conti in banca. I figli: «Stefania Ariosto è una informatrice della polizia» Al setaccio i conti in banca. I figli: «Stefania Ariosto è una informatrice della polizia» Caso Squillante, si indaga all'estero Perquisita la società che investiva per lui in Borsa MILANO. Indagine a tappeto sui conti, in Italia e all'estero, di Renato Squillante. Prima tappa una delle più prestigiose società di Borsa private milanesi, la Sim Aloisio-Foglia-Ventura, uno dei cinque intermediari presso cui avrebbe effettuato i suoi investimenti il magistrato inquisito per corruzione. Questa la strada imboccata dal pool milanese il giorno dopo il lungo interrogatorio dell'alto magistrato romano che resta in carcere, assieme all'avvocato Attilio Pacifico, in attesa di una decisione sulle richieste di scarcerazione da parte del gip Alessandro Rossato. L'obiettivo sembra quello di ricostruire la mappa del patrimonio di Squillante, a partire da quegli investimenti in Borsa (successivi alla carica di commissario Consob ricoperta dallo stesso Squillante) che, a detta della procura, appaiono tutt'altro che chiari e convincenti. «Facciano quello che vogliono - replica secco Gaetano Pecorella, difensore di Squillante -. Non capisco queste voci sui conti esteri». E il legale ha illustrato poi la scelta del suo assistito che, «indignato», ha deciso di non rispondere più alle domande degli inquirenti, ma solo ai giudici. «Non ci è stato contestato - accusa il difensore di Squillante nulla, né di specifico né di generico, né tantomeno di quali processi si sarebbe occupato Squillante nell'arco dei fatti contestati oppure prima, che potrebbero essere ricondotti a corruzione... Anche se volessimo difenderci, come potremmo fare?». Dalla procura, ovviamente, nessuna replica. Si fa rilevare, però, che, secondo una sentenza della Cassazione del 1990, per contestare il reato di «corruzione semplice» sarebbe sufficiente dimostrare un passaggio illegale di denaro, senza far riferimento a un episodio specifico. Altri avvisi od arresti in vista? «Si tratta solo di voci», replica secco Pier Camillo Davigo, l'unico pm ieri al lavoro in ufficio. E così la lunga domenica di «Mani Pulite» si è chiusa a tarda sera in via Lanzone 4, nel cuore della Milano della Borsa, dove per tutta la giornata sono stati al lavoro i militari della Guardia di Finanza. Qui ha sede la Sim, società di intermediazione di Borsa, Aloisio-Foglia-Ventura, premiata ditta che annovera tra i soci Attilio Ventura, fino a poche settimane fa presidente del consiglio di Borsa milanese, Gian- battista Foglia e Giorgio Aloisio De Gaspari, anche lui presidente di Piazza Affari nei primi Anni Ottanta. E proprio Aloisio ha avuto tra i clienti Renato Squillante che ha fatto il nome di altri intermediari per le sue operazioni: l'agente di cambio Leonida Gaudenzi (scomparso pochi anni fa, già presidente del comitato del mercato Ristretto), gli agenti Roberto Rossi e Forte (romano) oltre a un broker americano di New York, Lenny Kanish. La traccia Usa riporta alle attività estere di Squillante e ai conti esteri, suoi o dei figli. E i figli, Fabio e Mariano (entrambi giornalisti che lavorano all'estero) si sono fatti sentire. «Vivo fuori Italia da oltre dieci anni - ha dichiarato Fabio da Bruxelles - la- voro molto e grazie a Dio ho dei soldi in banca, come del resto la maggior parte degli italiani all'estero. Mi piacerebbe che, invece di presentare come misteri ovvietà, la procura di Milano facesse sapere a mio padre quali sarebbero i processi che lui ha aggiustato in cambio di mazzette». «Nego - ha aggiunto Mariano da Londra - che conti all'estero miei o di mio fratello siano serviti da collettori per tangenti che non esistono. Mi sorprende che fra la massa delle cosiddette indiscrezioni fatte circolare ad arte l'ignota gola profonda abbia omesso di rivelare che l'accusatrice, la signora Ariosto, è da anni informatrice della polizia come risulta dalla deposizione di un testimone». Anche Pecorella punta ancora l'indice contro Stefania Ariosto, compagna di Vittorio Dotti e grande accusatrice di Squillante. «Su di lei - ha detto - mi giungono tante notizie da Milano da persone a lei vicine. Non dev'essere tanto simpatica...». Resta il mistero, infine, sul teste Sigma, personaggio-chiave dell'inchiesta, sulla cui identità regna il massimo riserbo. Una sola cosa sembra sicura: non si tratta, come qualcuno aveva ipotizzato, di Adriano Teso, industriale chimico ed ex sottosegretario del governo Berlusconi. «No so nulla di queste cose - recita un suo comunicato - mai avuto contatti con magistrati e dintorni». Il «giallo», per ora, continua. Ugo Bertone
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