Interno di Raffaello Masci

Interno Entro stasera la presentazione delle liste, ma solo Rifondazione ha già tutte le firme Candidati, conto alla rovescia fra le liti Zanone ripescato da Bianco, Pannella rischia l'esclusione ROMA. Entro le 20 di stasera tutte le liste dovranno essere presentate nei rispettivi tribunali, con il corredo di firme che la legge prescrive. I giochi - a rigor di logica - dovrebbero essere fatti, invece a poche ore dalla scadenza, molti problemi restano irrisolti. Se i grandi duelli elettorali - Veltroni-Mancuso, Prodi-Berselli, Fini-Bachelet, Debenedetti-Gawronski, eccetera - già catalizzano l'attenzione degli elettori, esistono delle zone d'ombra in cui alcuni candidati di formazioni minori rischiano di essere riassorbiti. La lista Pannella-Sgarbi, per esempio, sta vivendo drammaticamente il passare di queste ore perché esiste - lo ha affermato Pannella stesso - il rischio concreto di non riuscire a raccogliere le firme sufficienti alla presentazione di uomini propri nei vari collegi, stante la situazione di gelo che si è creata tra la formazione radicale e il Polo berlusconiano. Certo, è possibile che il leader di Forza Italia faccia un gesto di apertura verso Pannella ma, in tal caso, si tratterebbe davvero di un salvataggio in extremis. Il portavoce del patto Segni, Diego Masi - tanto per stare a problemi analoghi - ha lamentato che la Lista Dini nel suo collegio (Lombardia 9) non trova il sostegno dell'Ulivo nella raccolta delle firme e questo, in sostanza, potrebbe pregiudicare la possibilità di candidare alcuni esponenti del centro moderato. Il senatore del ccd Vincenzo La Russa fa presente, invece, che la medesima raccolta sta avvenendo in alcuni casi nella piena illegalità perché - spiega il fatto che si possano cambiare candidati fino all'ultimo, testimonia che le firme a sostegno delle candidature vengono registrate in bianco, senza nomi definiti e «con la complicità di qualche pubblico ufficiale». Va da sé che se la magistratura volesse indagare su questo, molte candidature (e successive elezioni) potrebbero risultare illegittime. Comunque così stanno le cose e alle 18 di ieri sera solo Rifon- dazione era riuscita a presentare liste complete e definitive nella maggiori regioni. Emblematico di questa situazione di incertezza, è il caso dell'ex segretario del pli Valerio Zanone che, ancora ieri mattina, faceva sapere che avrebbe rinunciato a candidarsi, ma poi nel pomeriggio Gerardo Bianco - a nome della lista popolariProdi-Maccanico - gli propone- va di fare il capolista per il proporzionale in Piemonte, e Zanone, dopo aver ringraziato, si è riservato di dare una risposta ma solo entro stamattina. Un collegio - ancora - bisogna trovarlo anche per Domenico Mennitti di Forza Italia e, a questo titolo, schierato fino a ieri mattina nel collegio di Gallipoli contro il segretario del pds Massimo D'Alema. Poi però il pomeriggio domenicale ha portato i dirigenti pugliesi del Polo a differenti consigli: contro il leader della Quercia bisognava mandare in campo un uomo istituzionalmente - più rappresentativo di Fi, e per questo a Mennitti hanno sostituito il capogruppo consiliare alla Regione, Luciano Sardelli. E poi ci sono state anche le piccole rivalità. Michele Cimadoro, cognato di Antonio Di Pietro e candidato a Milano per il duo Casini-Buttiglione, ha detto che il suo congiunto non ne potrebbe più di Elio Veltri - considerato portavoce di Di Pietro stesso - e che i due «non si scambiano una parola da un sacco di tempo». Veltri - ovviamente - ha replicato, dicendo che «il tempo e i fatti si incaricheranno di dimostrare chi si è comportato correttamente e chi no». Ma per intanto il duello consta di queste battute. Senza dire che - giusto per far scadere ulteriormente il livello dello scontro politico - qualcuno ha pensato bene di compiere atti vandalici (in verità assai modesti) contro due sedi politiche romane, rispettivamente del pds e di Rifondazione. Quanto al totocandidature dell'ultim'ora, si scopre che l'abbandono di Mario Segni ha avuto illustri seguaci: resta confermato, infatti, che Gianni Letta non scenderà in campo, e anche l'attore Paolo Villaggio, che i Verdi davano per capolista nelle Marche, ha abbandonato la gara. Non è ancora chiaro invece se il vicepresidente del Senato, Romano Misserville, resterà fuori (per ragioni di salute, avendo subito un incidente) o se sarà comunque in lista per An. Raffaello Masci Il leader radicale attende un gesto del Cavaliere Mennitti ritirato dal duello con D'Alema a Gallipoli

Luoghi citati: Gallipoli, Lombardia, Marche, Milano, Piemonte, Roma