Lo slalom di dottor Morte tra diritti e illegalità di F. M.

Lo slalom di dottor Morte tra diritti e illegalità Lo slalom di dottor Morte tra diritti e illegalità UN UOMO CONTRO PER Giorgio Conciani gli onori della cronaca non sono una novità. Nel 1975, quando la legge 194 che permette l'interruzione di gravidanza era ancora di là da venire, fu protagonista di una battaglia per la legalizzazione dell'aborto combattuta sfidando apertamente la legge. Insieme a Marco Pannella, Emma Bonino, Adele Faccio e Gianfranco Spadaccia organizzò in una villa di Poggio Imperiale, sempre a Firenze, in collaborazione con il Cisa (Centro Informazione, Sterilizzazione e Aborto), una clinica clandestina per le interruzioni di gravidanza. Per decisione del sostituto procuratore della Repubblica Carlo Casini, leader del Movi- mento per la Vita e oggi parlamentare europeo, finì in carcere. La vicenda giudiziaria si concluse solo quindici anni dopo, 1*11 ottobre del 1990, con una sentenza di assoluzione. Conciani nel frattempo si era reso protagonista di altre «provocazioni»: alla fine degli Anni 80 e poi ancora nel novembre scorso ammise di aver consigliato ad alcuni suoi pazienti come confezionare un cocktail mortale con dei farmaci che lui stesso aveva prescritto loro. Una battaglia in favore dell'eutanasia che gli valse il soprannome di «dottor Morte» e la radiazione dall'ordine dei medici (provvedimento poi annullato dopo il ricorso vinto da Conciani). Già in dicembre il suo studio di Fiesole era stato perquisito e messo sotto sequestro perché si era scoperto che il ginecologo operava aborti clandestini su prostitute, soprattutto slave. Ma neanche questa ennesima disavventura giudiziaria aveva convinto il vulcanico Conciani a desistere dalla sua battaglia: «Non lo faccio per arricchirmi, ma perché questa è sempre stata la mia linea come medico», ha sempre ripetuto. E ieri il presidente dell'Ordine dei medici di Firenze, Antonio Panti, ha spiegato che nei prossimi giorni la commissione esercenti attività sanitarie (una sorta di organo di giudizio di secondo grado dell'ordine professionale) sarà chiamata a pronunciarsi sulla decisione di radiare Con¬ ciani per aver ammesso di aver praticato l'eutanasia. L'Ordine sta anche attendendo l'esito di un procedimento giudiziario avviato dalla procura di Prato per aver praticato un aborto clandestino su una ragazza albanese. «C'è una legge in Italia - ha commentato Panti - che consente l'interruzione di gravidanza, non vedo perché si debba ricorrere all'aborto clandestino. Se si vuole, l'eutanasia trova maggiore giustificazione dell'aborto clandestino, là dove l'interruzione di gravidanza sia regolata da leggi in materia: nel caso dell'eutanasia, infatti, si potrebbe anche presumere un comportamento etico-professionale, andando incontro alle esigenze del paziente». [f. m.]

Luoghi citati: Fiesole, Firenze, Italia, Poggio Imperiale, Prato