Squillante altro superteste di Susanna Marzolla
Sotto torchio il capo dei gip, nuovi ordini di custodia partiti per Roma Sotto torchio il capo dei gip, nuovi ordini di custodia partiti per Roma Squillante, altro superteste Voci su Di Pietro, ma il pool smentisce MILANO. «Nessun fatto nuovo. E ancora nessuna contestazione specifica. Insomma, non ci hanno ancora detto quali processi sarebbero stati "aggiustati"». Gaetano Pecorella, difensore di Renato Squillante, è polemico con i magistrati. Da ieri non solo milanesi, anche perugini. Il capo dei gip di Roma, infatti, è stato interrogato nel carcere di Opera dai sostituti procuratori Fausto Cardella e Alessandro Cannavate, di Perugia, accompagnati da Uda Boccassini e Gherardo Colombo. Stesso interrogatorio anche per Attilio Pacifico, e stessa reazione del suo avvocato, Francesco Patanè: «Non è cambiato nulla; non ci hanno contestato niente di nuovo: l'indagine di Perugia è parallela a quella di Milano». Dunque, secondo i legali, non sarebbe vero che i pm perugini erano venuti ad Opera dopo un avviso di garanzia in cui contestavano episodi diversi - e molto più recenti - di quelli oggetto dell'ordine di custodia. Altra versione non è possibile ottenere, poiché i magistrati si guardano bene da qualsiasi contatto con l'esterno. E così, in mancanza di notizie ufficiali, sono le «voci» cne continuano ad occupare il campo. A questo punto, conviene registrarle tutte. Nuovi arresti. Fino a tarda sera il pool si è riuni¬ to in procura dove, alcune ore prima, ufficiali di polizia giudiziaria avevano ritirato alcune buste gialle. Cioè le buste che normalmente contengono i provvedimenti da eseguire. Si danno per già firmati dal gip, Alessandro Rossato, alcuni orami di custodia cautelare destinati - si dice - a magistrati romani. Nuovi arresti all'alba, come per Renato Squillante? Se sarà così non si dovrà attendere molto per la conferma. Ma quelle stesse buste potrebbero contenere anche altri provvedimenti: informazioni di garanzia, magari per quei personaggi (parlamentari) per cui non è possibile l'arresto... Berlusconi indagato. Questa, più che una «voce», è una deduzione logica delle cose, come per Cesare Previti. Entrambi infatti sono esplicitamente citati nel mandato di cattura contro Squillante e Pacifico. Previti come «il primo avvocato», quello cioè che - secondo il racconto di Stefania Ariosto - consegna a Squillante una busta con soldi e organizza la festa dove, su un tavolino, ci sono fascette di banconote. Berlusconi come «l'imprenditore milanese» che «teneva a disposizione somme per la corruzione di pubblici funzionari» provenienti «da somme extracontabili». E da questa definizione si evince che i reati per cui Berlusconi potrebbe essere indagato sono due: il concorso in corruzione e il falso in bilancio. A suffragare il primo - secondo il pool - ci sarebbe anche la vicenda dei gioielli, acquistati dal Cavaliere nella nota bottega di Carlo Eleuteri e visti addosso a mogli di magistrati (a conferma foto e filmati di feste dove l'orafo ha riconosciuto i suoi monili). Berlusconi ammette di essere buon cliente della gioielleria; anche per le «signore» dei giudici? «Lo escludo», risponde. In quanto al secondo reato c'è la questione dell'«attrazione»: l'indagine è radicata a Milano qui da un altro reato, appunto il falso in bilancio, accusa per cui Berlusconi è già da tempo sul registro degli indagati. Anche Di Pietro? Le solite voci indicano come una «fonte di testimonianza» per il pool anche Antonio Di Pietro. Collegando l'ipotesi anche alle lunghe visite che l'ex pm ha compiuto recentemente in procura: per l'ultima, il 2 marzo scorso, era stata pure ripristinata anche la «barriera antigiornalisti» di fronte all'ufficio di Davigo. Massimo Dinoia, avvocato di Di Pietro, però smentisce e anche dalla procura fanno (ufficiosamente) sapere che si tratterebbe di un'ipotesi «in¬ credibile». Nel frattempo spunta «sigma», sigla con cui sarebbe indicato un nuovo «supertestimone», dopo Stefania Ariosto e dopo Giorgio Casoli, ex senatore psi. Il quale però fa sapere di non essere affatto «super». «Ho risposto solo ad alcune domande su fatti marginali», dice in un comunicato. In quanto a «sigma» qualcuno lo avrebbe indicato in Adriano Teso - imprenditore, già candidato di Forza Italia e buon amico della signora Ariosto. Ma l'interessato nega. Conti all'estero. La «voce» riguarda soprattutto 0 ruolo di Attilio Pacifico, sospettato di avere «disponibilità di fondi all'estero». Sospettato anche di alimentare, con questi l'ondi, altri conti (di magistrati?) con il classico sistema dei versamenti «estero su estero». Ma come si potevano alimentare, a loro volta, le disponibilità di Pacifico? Ci poteva pensare qualche agente di Borsa con buone entrature in Svizzera? E qui - le solite «voci» fanno rispuntare il nome di Giancarlo Rossi, l'agente di cambio romano arrestato per la vicenda Enimont e «ottimo amico» (per riconoscimento di entrambi) di Cesare Previti. Susanna Marzolla L'ex pm simbolo di Mani pulite Antonio Di Pietro: il suo nome è stato fatto come possibile teste nell'inchiesta
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