«Quella donna m'infangava e lai non eliceva niente»

F «Quella donnei m'infangava e lai non eliceva niente» IL LEADER DEL POLO F MILANO RASE destinata agli archivi: «Ho comunicato all'avvocato Vittorio Dotti la decisione di assegnare ad altri il collegio di Milano 4». Sono le 19. Secondo piano del Circolo della Stampa. Temperatura tropicale. Silvio Berlusconi suda, sbatte gli occhi e sta sulle spine. In realtà ha deciso l'estromissione di Vittorio Dotti da quarantotto ore. Ma dice che no, il verdettO'è stato appena scritto, su ad Arcore, dopo «lunga e dolorosa» riflessione. Dice: «Sì, glielo ho comunicato io al telefono...». E poi, guardando altrove: «Lo ha deciso il comitato di presidenza di Forza Italia...». Quale comitato? «Il comitato di presidenza». Lo ha riunito? «No». E quindi? «Ci siamo sentiti al telefono. E in più ho consultato il parere di alcuni autorevoli esponenti». Verdetto unanime? «Non c'è stata una votazione, ma un consulto. Non ho fatto altro che prenderne atto». Per qualche ora si è detto che poteva essere Palmella a sostituire Dotti. «Me lo sarei augurato». Invece è stato scelto Michele Saponara. «Potrebbe, sì... Stiamo chiudendo le trattative in questi minuti». Dotti dice di essere la vittima di una epurazione.. «Lo escludo». Di un processo celebrato in contumacia. «Sono considerazioni infondate. Il nostro è stato un provvedimento giusto e doveroso». Doveroso perché Dotti si è rifiutato di smentire le testimonianze rese dalla Ariosto? «Doveroso perché il rapporto di fiducia con l'avvocato Dotti si è incrinato». Però si è incrinato dopo le dichiarazioni della sua fidanzata, la fidanzata di Dotti. «Si è incrinato perché ci aspettavamo dall'avvocato Dotti una presa di distanza da un personaggio che tutti conosciamo...». La signora Ariosto. «Appunto». Lui dice che non poteva smentire cose che non sa. «A me pare che lui non sia più completamente libero di esprimere la sua opinione... Guardi che questa cosa assomiglia a una pochade. Le accuse che mi vengono rivolte non stanno né in cielo né in terra. L'intera vicenda non sta né in cielo né in terra. E poi tutti conoscono l'attendibilità di questa fonte». E' per questo che lei conti nua ad accusare i magistra ti? «Non i magistrati, ma alcuni magistrati...». Quelli di Milano e quelli di Palermo. «Ho letto sul "Foglio" di Giuliano Ferrara che sarei indagato anche a Palermo. E dunque? E' una in terferenza scattata a orologeria. Una operazione che si è messa in moto a nocumento della mia im magine». Una interferenza politica. «Una mossa a tenaglia che da Nord a Sud punta a distruggere la mia immagine, quella del signor Silvio Berlusconi leader non solo di una forza politica, ma di tutto il Polo». A vantaggio dell'altro polo? «E' sotto gli occhi di tutti. Comunque ha detto bene Gonfalonieri: il tempo sarà il nostro giu¬ dice». Lei ha appena detto - davanti alla platea dei suoi militanti - che ci vorrebbe una legge speciale per tutelare la Fininvest... «E' un paradosso. Ho detto che paradossalmente ci vorrebbe una legge per tutelare la Fininvest da tutto il male che le è piovuto addosso...». E ha detto che il conflitto di interessi riguarda i suoi avversari politici, non lei. «Ho detto che il conflitto di interessi riguarda quei partiti che in questi decenni hanno profittato del loro peso per piazzare i propri funzionari nei posti migliori, distribuire pensioni, occupare appartamenti a affitto ridotto». Ha chiesto ai suoi di diventare tutti missionari... «Missionari della liberaldemocrazia, sì. Abbiamo un mese per vincere e non dobbiamo sprecare neppure un'ora. I nostri avversari sono così spudorati da aver avuto la faccia tosta di presentare un certo signore di Avellino. Ciriaco De Mita!». Torniamo a Dotti. «Ho deciso con molto dolore. In fondo ci frequentiamo da parec¬ chi anni». E con oggi si chiude il sodalizio. «Ripeto: il rapporto di fiducia si è incrinato». Dunque Dotti fuori da Forza Italia. Ma anche fuori dalla Fininvest? «Lui non è...». Nel senso: rimarrà il legale della Fininvest oppure no? «E' una cosa che non mi riguarda... Non mi occupo più della Fininvest da parecchi mesi». D'Alema dice che l'epurazione di Dotti è una cosa sconcertante. «Non commento le cose che dice D'Alema». Però sembra davvero un'epurazione. «Da parte di Dotti è mancata una reazione nel momento in cui è stata messa in discussione l'onorabilità stessa del leader. Questa è la ragione». A proposito dell'inchiesta l'accusano anche... «Mi accusano di tutto, lo so, dopo il mostro di Firenze, io sono il mostro di Arcore». La accusano di aver regalato gioielli alle mogli dei magistrati romani. «Ecco, bravi... Oltre che il mostro di Arcore sono anche Babbo Natale...». Smentisce. «Nel modo più assoluto». Però frequentava la gioielleria Eleuteri di Roma? «Certo che la frequentavo. Ho comprato molti regali, ma per le mogli dei miei collaboratori, non per quelle dei magistrati». Si dice che esistano fotografie e filmati a confermare i regali... «Impossibile. Questo è proprio impossibile». Pino Corrias