IL PECCATO ORIGINALE di Augusto Minzolini

IL PECCATO ORIGINALE IL PECCATO ORIGINALE MROMA A che c'entra tutto questo con la politica? L'interrogativo non è peregrino e aleggia fin dalle prime mosse di questa complicata vicenda rosa-giudiziario-professionale che ha privato Vittorio Dotti, colomba tra le colombe, di una candidatura con Forza Italia, mentre ha permesso alla sua fidanzata, Stefania Ariosto, di ricevere l'offerta (poi ritirata) di un posto nella lista che Willer Bordon ha portato in dote al centro-sinistra. Di politico, in realtà, ci sono solo questi ultimi atti che, però, - vale la pena di dirlo - rispondono ad una logica che fa a botte con la politica: a nessun leader di movimento verrebbe in mente di privarsi dell'apporto di un personaggio autorevole del proprio schieramento alla vigilia di una campagna elettorale; a nessun segretario di partito passerebbe per l'anticamera del cervello anche solo l'idea di portare in Parlamento una perfetta sconosciuta, arrivata alla ribalta soltanto per aver messo nei guai giudiziari il principale del fidanzato. E' un errore, quindi, giudicare il «caso Dotti» seguendo gli schemi tradizionali del conflitto tra moderati e estremisti, tra le colombe e i falchi di Forza Italia. Che c'entra con gli scontri sul programma una storia che vede il leader di uno schieramento, Augusto Minzolini CONTINUA A PAG. 2 PRIMA COLONNA

Persone citate: Stefania Ariosto, Vittorio Dotti, Willer Bordon