Spengo il video e reinvento la radio; alla ricerca dello scrittore perduto

Spengo il video e reinvento la radio; alla ricerca dello scrittore perduto LETTERE AL GIORNALE Spengo il video e reinvento la radio; alla ricerca dello scrittore perduto Con la sola voce riposano gli occhi Il Papa ha ultimamente invitato a spegnere la tv. Il sottoscritto, assieme all'amico ing. Massimo Mengarelli, ha inventato (e brevettato nel settembre scorso) il tasto sul telecomando che elimina il video, lasciando in funzione l'audio, riducendo pertanto il televisore ad una sorta di radio. A che serve? A riposare gli occhi, a difendere i bambini dalle brutte immagini, a far sparire le brutte facce antipatiche, a rispondere al mitragliamento della pubblicità... In una parola a diventare padroni del mezzo televisivo. E tutto questo continuando a seguire il programma: appunto, in audio, senza fare zapping o doverci rinunciare. Mario Samarughi, Roma Arriva il libro su richiesta Ho letto con piacere su Tuttolibri l'articolo di Giorgio Calcagno «L'autore smarrito». Mi ha sorpreso la sicurezza con cui gli editori affermano di «stentare» a trovare oggetti smarriti. Sarebbe facile fare dell'ironia: basta sfogliare i loro cataloghi. Per esempio, sarebbe interessante sapere dove si può trovare La voce dei delfini di Leo Szilard (Feltrinelli 1962). Eppure una ristampa dei deliziosi racconti di questo famoso fisico pacifista non avrebbe certo guastato in occasione del Nobel al Movimento Pugwash. Scherzi a parte, vorrei proporre agli editori (ma anche ai lettori in cerca di «oggetti smarriti») di utilizzare il centro stampa Docutech, che la Cuen srl ha appena acquistato. Si tratta di una macchina in grado di stampare o ristampare a bassa tiratura (attorno alle 500 copie), il che consente di evitare il rischio di ingolfare i magazzini. Ma si possono stampare anche pochissime copie o addirittura un'unica copia («book on demand») su richiesta di pochi o di un unico lettore, naturalmente d'accordo con l'editore che detiene i diritti. Emanuele Vinassa de Regny direttore editoriale della Cuen, Napoli L'appetito di Bonifacio Vili In merito al robusto appetito dei cardinali (D. Del Rio - La Stampa, del 24 febbraio) vorrei fare una piccola e colorita aggiunta a quanto scritto nell'articolo. Perciò, con l'aiuto di citazioni di Indro Montanelli e di G. B. Guerri, ricordo che Bonifacio Vili, grande papa e altrettanto vigoroso apostolo della buona tavola, a causa di questa sua «debolezza» soffrì di calcolosi renale fino a morirne; la sua rabbia per i dolori del «mal della pietra» era talmente forte che, molto prosaicamente, urlava così ad alta voce che dalla strada potevano sentirlo persino i passanti. Lele Bonariba, Tortona Norme incostituzionali per l'Università Il ministero dell'Università, approvando gli Statuti autonomi dei singoli Atenei, ha convalidato norme che nel loro insieme sono incostituzionali. Una parte degli Statuti prevede che le cariche elettive di Preside di Facoltà e di Rettore di Ateneo siano accessibili anche ai professori associati. Gli altri, invece, escludono gli associati da quelle cariche elettive e quindi da quelle funzioni. Succede così che i professori associati, pur avendo tutti un uguale stato giuridico, di- spongono di un diritto elettivo che è disuguale, perché dipende dalla particolare sede universitaria nella quale prestano servizio. D'altra parte, sono tutti entrati in ruolo per identico concorso nazionale, indipendente dalla sede di servizio. Viene perciò violato, senza ragionevolezza, il prin¬ cipio di uguaglianza regolato dall'art. 3 della Costituzione. Siamo sicuri che questo grave illecito, certo involontario, ferisce la sensibilità giurìdica del nuovo ministro della Giustizia Caianiello, già presidente della Corte Costituzionale. Auspichiamo perciò che sia proprio il ministro Caianiello a promuovere l'emissione di un decreto legge di rettifica. Un decreto che autorizzi l'eleggibilità a quelle cariche di tutti i professori di ruolo in tutte le Università italiane, senza distinzioni. E' sufficiente abrogare l'art. 16 della Legge 382 del 1980, con effetto di prevalenza sugli Statuti. E' un provvedimento a costo zero, atteso da ben 18 mila professori associati. prof. ing. Umberto Candito Coordinamento professori associati Università di Genova Canguri d'Australia e la tassa sul celibato Quando l'erba è scarsa i canguri d'Australia si astengono dal procreare fino alla nuova abbondanza di cibo. Sarebbe opportuno che l'onorevole Andreotti ragionasse su quanto sopra, invece di aumentarci il pesante fardello con la tassa sul celibato (d'infausta memoria). Chi è cosciente e sa di non farcela o di farcela a stento non mette al mondo figli. Specie quando si ha un presente incerto ed un futuro grigio, retaggio di politiche errate. Enrico Brambilla Torino Tanti ecologisti solo a parole Nel nostro Paese folta è la schiera di coloro che si dichiarano ambientalisti, ecologisti, antinuclearisti e via dicendo. Ciononostante l'Italia sta vivendo una situazione di degrado, di sporcizia e di generale incuria che non ha precedenti e che è comunque inconcepibile (alle soglie del Duemila!) in un Paese che ha un patrimonio storico ed artistico e bellezze naturali senza eguali nel mondo. Mi pare che nessun politico, di qualsivoglia schieramento abbia mai avanzato delle concrete proposte per tentare di risolvere il problema. A mio avviso sarebbe auspicabile iniziare un seria campagna di sensibilizzazione in merito ma, nel contempo, occorrerebbe perseguire con maggiore determinazione e severità tutti coloro che per menefreghismo o, peggio, per vandalismo (altro greve fenomeno dei nostri tempi, troppo spesso sottovalutato) contribuiscono a rovinare l'immagine della nostra bellissima Italia. Emanuela Cotti, Novara L'inflazione e il prezzo del vino Per colpa dei politici ho litigato col mio vinaio: poiché il prezzo del vino è notevolmente aumentato grazie alle tasse, per pareggiare i conti - il potere d'acquisto della mia pensione si sta rapidamente svalutando - ho ridotto il quantitativo (questa è la modesta politica finanziaria che ho sempre seguito), ma il vinaio mi ha detto che per un simile quantitativo non gli conveniva portarmi la merce, anche per l'aumentato costo del trasporto (viene da fuori Torino). Questo non è che uno dei brillanti risultati della «manovra finanziaria» dei dottori laureati in economia o chissà in cosa! Ugo Canale Torino Un referendum per i Windsor Il quotidiano inglese Independent sentenzia che, per l'Inghilterra, è l'ora della Repubblica; può darsi. A me pare che tale scelta spetti al popolo; se i redattori del quotidiano sono così sicuri che gli inglesi non vogliono più la monarchia, si facciano promotori di un referendum istituzionale. Per quanto riguarda i Windsor, non credo che una vicenda di corna (sia pure reali) possa aver fatto crollare il prestigio della dinastia. Luciano Ferrerò Alessandria