«Ha L'Aids il matrimonio è nullo»
E' polemica sul nuovo orientamento, Aiuti: così cade la fratellanza coi malati E' polemica sul nuovo orientamento, Aiuti: così cade la fratellanza coi malati «Ha FAids, il matrimonio è nullo» / tribunali ecclesiastici: causa indiretta ROMA. Anche l'Aids può portare, anche se indirettamente, alla nullità dei matrimoni religiosi. Così la pensano molti giuristi ecclesiastici, così spiega la relazione d'apertura dell'anno giudiziario del tribunale ecclesiastico emiliano, fatta da don Massimo Mingaroli. Il problema, ha detto, si pone quando uno o entrambi i «nubendi» sono malati di Aids o sieropositivi (ma sempre contagiosi). «Ci sono almeno quattro capi di nullità che possono essere direttamente invocati: il dolo; la simulazione; la subordinazione del consenso alla perfetta salute dell'altro, quando la possibile sieropositività del partner non è ancora accertabile; l'errore circa la qualità della persona». In presenza del virus Hiv vi dovrebbe anche essere «l'incapacità ad assumere gli oneri del vincolo matrimoniale. Nel matrimonio gli atti coniugali sono dovuti, ma compierli in presenza del virus Hiv è gravemente lesivo per la salute del coniuge sano, può mettere a repentaglio la sua stessa vita: è dunque un comportamento immorale, pertanto inammissibile anche giuridicamente». La Chiesa proibisce il preservativo perché moralmente inaccettabile, e inaffidabile per prevenire il contagio: «Solo l'astinenza - ha detto - esclude al 100 per 100 la trasmissione della malattia». Resta poi il dovere di evitare il contagio della prole, che «non può essere aggirato con l'esclusione della procreazione, perché renderebbe automaticamente nullo il matrimonio canonico». «I tribunali ecclesiastici si trovano sempre più frequentemente ad affrontare cause di nullità innescate dal problema Aids», ha detto padre Angelo Urru, decano della facoltà di Diritto canonico alla Pontificia università San Tommaso d'Aquino di Roma. ■ L'incredulità è stata la prima reazione degli esperti. Giovanni Rezza, della commissione nazionale per la lotta contro l'Aids, si domanda «se, anche i tumori o le malattie cardiovascolari possano essere un motivo valido per lo scioglimento. Se invece questo vale soltanto per l'Aids, allora potrebbe esserci una volontà discriminatoria. Non vedo perché proprio l'Aids, che è una malattia come le altre, possa essere considerata motivo per sciogliere un matrimonio. Inoltre bisogna considerare che il virus Hiv non viene trasmesso solo per via sessuale, ma anche con le trasfusioni». «Non posso cre¬ dere che la Chiesa prenda questa posizione - ha detto Fernando Aiuti, presidente dell'Anlaids - lo spirito cattolico invita alla fratellanza e alla convivenza con i malati, non si comprende una posizione che addirittura arriva a separare i coniugi. A meno che questa - ha proseguito non sia l'alternativa all'impossibilità di prescrivere l'astinenza». Per Aiuti non vale come motivo l'impossibilità di avere figli: «esistono modi di fecondazione assistita accettati dalla Chiesa». [r. cri.]. Il malato di Aids di Toscani per una campagna della Benetton
Persone citate: Angelo Urru, Fernando Aiuti, Giovanni Rezza, Massimo Mingaroli, Tommaso D'aquino, Toscani
Luoghi citati: Roma
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