LA FATICA DI ESSERE SOCIEVOLE

LA FATICA DI ESSERE SOCIEVOLE LA FATICA DI ESSERE SOCIEVOLE ARoma ha dato un concerto in più per un pubblico di pretese Persone Molto Importanti, che erano poi i soliti tipi usi ad andare ovunque. A Venezia, oltre al malaugurato sopralluogo col sindaco Cacciari tra le macerie del teatro La Fenice che gli è costato la denuncia giudiziaria d'un avvocato molto molto spiritoso, la sera del concerto s'è ritrovato a un pranzo affollato nel palazzo sul canale dell'armatore Ligabue. A Milano, cena organizzata dopo lo spettacolo da Adriana Chiesa in un grande albergo, e sfilate: Armani, Dolce & Gabbana, colazione fastosa da Gianni Versace. Com'è cambiato Woody Alien a sessantanni. Era un artista misantropo, riservato, laconico, contento soltanto quando poteva starsene per conto suo senza vedere neppure mezzo estraneo, insofferente dei giornalisti e della mondanità, amante del lavoro, della solitudine e del silenzio, concentrato esclusivamente nella realizzazione dei suoi film. Dal 1990, quindi ancor prima di venir investito dalla maggiore ondata di sporcificazione mai toccata a una star del cinema, la mutazione di Woody Alien è stata totale: ha recitato in film altrui («Storie di amori e infedeltà» di Paul Mazursky), ha diretto spot pubblicitari per la Coop italiana, ha fatto l'attore di commedie alla tv; ha ripudiato New York come luogo unico dei suoi film per girare più a buon mercato a Parigi e in Italia (Taormina, Venezia); non si nega alle interviste né alle apparizioni personali, anzi è assai disponibile; ha ripreso a scrivere per il teatro (un suo testo è da tempo in scena off Broadway a New York in uno spettacolo composto da tre atti unici, di Alien, David Mamet, Elaine May, intitolato «Atti che sfidano la morte»); sta facendo la Jazz Tournée europea, cosa mai vista prima; siede agli odiati pranzi con estranei; quanto alle sfilate di moda, sono state quelle di Milano le prime a cui abbia mai assistito in vita sua, e non si può dire che l'abbia fatto con sguardo allegro né con faccia serena. Ma perché è cambiato, cos'è successo? Le ragioni possono essere tre: immagine, soldi, Soon Yi. Il desiderio di far piacere alla giovane compagna può averlo indotto ad abitudini meno severe, meno solitarie. La necessità di ripristinare la propria immagine Qui sopra Woódy Alien Sotto Odetto la star delta seconda e ultima serata del Blues Festival al Teatro di Torino duramente colpita dalle accuse infamanti di Mia Farrow può averlo spinto a tentar di rendersi più simpatico e cordiale, più aperto, affabile, amabile. Ma i soldi, i soldi sono il problema cruciale per un uomo dissanguato dagli avvocati, gravato da enormi spese di mantenimento per Farrow &• Figli; per un regista che ha perduto l'appoggio della società produttrice Orion andata in fallimento, i cui produttori sono oggi Letty Aronson, sua sorella, e Jean Doumanian, la sua più vecchia amica, in collegamento con la società distributrice Miramax. Nel costume americano, le apparizioni personali e le interviste sono un lavoro retribuito: sarà magari anche per questo che, al di là dei nuovi impegni professionali, Woody Alien è diventato più presente, più socievole, più loquace. Lietta Tornabuoni BLUES FESTIVAL CON ODETTO E' Odetta la star della seconda e ultima serata del Torino Blues Festival che si tiene al Teatro di Torino in piazza Massaua (inizio alle 21,30). Grande interprete di gospel e spiritual, da 35 anni la cantante è una protagonista indiscussa del folk song americano, musa ispiratrice di Bob Dylan e artista di culto per un'intera generazione di protagonisti della rivoluzione che ha cambiato il volto della musica dagli Anni Sessanta in poi. L'esibizione della «Joan Baez di colore» sarà seguita, alle 22,30 circa, da quella di Son Seal, eccellente chitarrista chicagoano che in vent'anni di carriera ha inciso sette dischi, dei quali sei premiati con un Grammy. L'Italia, infine, sarà rappresentata sul palco del festival dalla blues band di Rudy Rotta. I biglietti numerati di platea costano 25 mila lire, 15 mila la galleria. Prenotazioni telefoniche al 537.636. Il festival torinese - che è gemellato con quello di Amsterdam - è organizzato da Centro Cultura Popolare e Nuova Arca. [g. fer.] IL QUINTETTO DI DON BYRON Nuova star del jazz contemporaneo, il clarinettista americano Don Byron è sabato 16 (ore 21,15, 20 mila lire) al Piccolo Regio per la rassegna «Linguaggi Jazz»: con lui, Julie Lynne Patton voce recitante, Uri Caine piano, Reggie Washington basso e Ben Wittman batteria. Una «prima» italiana. New Orleans Big Feur Giovedì 21 al «Procope» (via Juvarra 15, ore 22) esordiscono i New Orleans Big Four (Beppi Zancan, clarinetto e voce, Luciano Invernizzi, trombone e voce, Guido Cairo, piano, Terenzio Belluzzo, batteria, ospite Fabio Bortolotti al piano), un supergruppo formato da ex componenti della Bovisa New Orleans Jazz Band. Centri sociali Al «Gabrio» (via Revello 3, ore 22) sabato 16 suonano gli Statuto, mentre domenica 17 arrivano i B-Shops for the Poor. A «El Paso Occupato» (via Passo Buole 47, ore 22) sabato 16 jam session con musicisti di Franti, Panico e Contrazione. Deplh Charge Presentato da «The Syndacate», arriva venerdì 15 allo «Zarathustra» di Moncalieri (strada Mongina 9/13, ore 22) Depth Charge, ovvero il dj e produttore J. Saul Kane, uno dei padri dell'acid house inglese.