intini: caro Craxi non mi fermi di Raffaella Silipo

L'annuncio a sorpresa un'ora dopo il vertice con Dini: «Confermo il mio appoggio, ma resto fuori» intini; caro Craxi, non mi fermi «Tu sei lontano, ilpsi lo rifaccio io» L'EX PORTAVOCE DI BETTINO DIVISI dal garofano. Bettino Craxi boccia Ugo Intini e la sua iniziativa di presentare una lista socialista alle elezioni. Ma l'ex portavoce non lo ascolta e tira avanti per la sua strada. Dalla Tunisia, attraverso la rivista La Giovine Italia, l'ex leader fa sapere che «la ricostruzione richiederà anni di lavoro e un grande impegno politico e sociale. Una lista nazionale, nelle condizioni attuali, è una improvvisazione del tutto inutile, priva di portata e di rappresentanza politica reali e, in definitiva, solo un danno per una futura ricostruzione». Ma Intini, per la prima volta in disaccordo con l'uomo che per anni, nel bene e nel male, ha fedelmente seguito, procede con la raccolta delle firme. «Non possiamo e non vogliamo fermarci - spiega al telefono, con voce concitata -. C'è fra i compagni socialisti una grande voglia di rialzare la bandiera. Il 24 febbraio l'Assemblea ha deciso di presentarsi alle elezioni. Siamo impegnati in un grande sforzo, abbiamo messo in piedi la macchina con molto entusiasmo. E' una testimonianza morale e di principio. E andiamo avanti». Il partito di Craxi è morto. Che cosa vuole fare: il partito di Intini? «No, nel modo più assoluto. Io sono solo un militante, non sono nemmeno candidato, non potrei: porto su di me gli errori di tutta la vecchia classe dirigente socialista. Questa non è una mia iniziativa, ma dei militanti. L'avrebbero fatta comunque, anche senza di me». Però con lei è un'altra cosa. Tutti si ricordano di Intini insieme a Craxi, non crede? «Io sono fiero di questo ruolo di garante della tradizione. Nessuno di noi vuole un taglio netto con il passato. Noi difendiamo e rispettiamo la dignità della nostra storia, comrpesa quella recente. E condanniamo l'ingiusta criminalizzazione di Craxi». Lo difendete ma non lo ascoltate: lui dice che il vostro lavoro è inutile. E allora? «E allora da parte mia c'è sempre stato e ci sarà affetto nei confronti di Craxi. E penso che sia stato un grande leader. Ma certo non si può immaginare che un partito socialista sia guidato da Hammamet». Sta dicendo che Craxi non tollera un psi guidato da un lea¬ der che non sia Craxi? «Non so. So solo che noi non voghamo ricostruire il partito craxiano, ma il partito socialista. E infatti il progetto unisce dirigenti come me, che sono stati sempre autonomisti e craxiani e dirigenti come, ad esempio, l'ex sindaco di Firenze Morales, che sono stati sempre della sinistra». Craxi dice che questa vostra iniziativa è prematura, che rischiate di bruciare la futura ricostruzione. Che risponde? «Che i socialisti fremono. Non li si può tenere nel deserto dei tartari per anni. Lo so anche io che è un momento difficile, che certo non avremo un gran risultato elettorale. Ma il solo fatto di ricreare una aggregazione e di rialzare una bandiera, indipendentemente dal ri¬ sultato numerico, ha un enorme valore. Un partito lo si crea con un'iniziativa generosa, non con il calcolo. E i socialisti sono entusiasti. Stanno lavorando senza fare calcoli, perché sono generosi». Proprio tutti? «Sì, tutti. Perché gli arrampicatori sociali, nel psi, non ci sono più. E quelli che vengono con noi in questo momento, in cui certo non c'è speranza di facili vittorie, sono di sicuro leali. Ecco, anche questo vorrei dire a Craxi. Che siamo pochi. Ma sicuramente siamo fedeli. Cosa che non si poteva dire del psi di qualche anno fa». Non perdona gli ex compagni di partito che si sono «rifatti una vita»? «Al contrario. Non voglio far polemiche esagerate. Li capisco bene. Per lo meno i giovani, che si sono trovati senza nulla da fare. I vecchi no, non li capisco. Ma i giovani... Primum vivere, no? E il colpo assestato al psi è stato talmente duro, che ognuno ha fatto quel che poteva. Chi è andato con D'Alema, chi con Dini, chi con Berlusconi...» E con chi andrete voi, adesso? «Con nessuno. Siamo pochi e isolati. Ci presentiamo solo nel proporzionale: questo maggioritario ormai si è ridotto a una farsa». Intini, sia sincero, che cosa crede di ottenere? «L'orgoglio della nostra identità. La voglia di presentarci con la nostra vera faccia. Non vogliamo mascherarci, mai più. E' un'onta che non possiamo più sopportare». Raffaella Silipo

Luoghi citati: Firenze, Hammamet, Italia, Tunisia