La Capria Un orgoglio mal riposto dipende da frustrazione di Raffaele La Capria

La Capria La Capria Un orgoglio mal riposto dipende da frustrazione i ONO umiliato - dice lo scrittore Raffaele La Capria -. Vuol dire che non siamo stati capaci di appassionare i lettori». Riflette: «La crisi dipende tutt'intera dall'eclisse della parola, sostituita dalla civiltà dell'immagine: la parola è più concettuale, più ardua da interpretare... Io la prendo con le molle, questa ricerca: ha inevitabilmente un margine di soggettività e di probabilità. E' pur vero che una volta i lettori erano un'elite e i "pervenuti", iparvenus, volevano imitare i felici pochi. Ora la massa non ha modelli perché ha subito a disposizione le cose che ieri avevano soltanto quei pochi. Il leggere non è più strumento di promozione sociale; neppure la cultura lo è». La Capria ha un sobbalzo: «E tuttavia costoro, questi non lettori, sbagliano, perché il dominio richiede pur sempre una cultura; e la cultura può anche non piacere perché troppo tecnicistica e ristretta, non eclettica né umanistica, ma pur sempre cultura è. Chi sa parlare, chi sa esporre concetti, chi sa scrivere, è sempre più potente. Questo dei non lettori è un orgoglio mal riposto, che dipende forse pure da frustrazione... E purtroppo la scuola ha le sue colpe, non è all'altezza: se impartisse valori veri e abitudine allo scavo e all'inquietudine costruttiva e non nozioni miserevoli! Ma come si fa, coi professori che abbiamo?». Raffaele La Capria

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