«Amate vostro figlio? Non lasciatevi»

Dagli Stati Uniti Sos sui bambini dei divorziati: sono più infelici e violenti Dagli Stati Uniti Sos sui bambini dei divorziati: sono più infelici e violenti «Amate vostro figlio? Non lasciatevi» Gli psicologi: piccoli a rischio quando il padre è assente E nascono centri speciali «per insegnare a fare i genitori» ALLARME PER LE FAMIGLIE SPEZZATE LAPIDEA che possiamo permetterci qualunque cosa e che sarà comunque un bene per i nostri figli è una falsità bella e buona». E' la stilettata di David Blankenhorn, autore diventato tema di conversazione corrente negli Usa, dove ha pubblicato un saggio al vetriolo sui danni immensi (così sostiene lui) provocati dai divorzi. In America, dove due bambini su cinque vivono in nuclei monoparentali, sale vertiginosamente il disagio giovanile: i figli «orfani» di padre - orfani perché non c'è mai o quasi mai, perché ostile o violento, perché scomparso nel nulla - tendono a reagire ai drammi domestici con tassi insolitamente alti di violenza e di emarginazione. Secondo Blankenhorn, che cita una ponderosa letteratura tra sociologia e psicologia, molte di queste piccole vittime lasciano la scuola prima del tempo, rifiutano un lavoro stabile e diventano disoccupati cronici, si drogano, si suicidano. «Meglio stare insieme comunque», dice Blankenhorn nel suo «Fathcrless America», America senza padri, rispolverando un principio desueto. «La felicità personale non è un diritto di nascita», gli ha fatto eco Charles Sykes, autore di «A Nation of Victims» (una nazione di vittime), puntando il dito contro «la decadenza del carattere americano», che ignora le esigenze dei piccoli in nome di uno sfrenato individualismo. Un po' moralisti e un po' catastrofisti, è probabile che i due abbiano calcato i toni per far parlare di sé. Molte delle loro statistiche provengono da realtà sociali comunque difficili, in cui il divorzio non costituisce certo il male maggiore. Ma resta il fatto che anche nei quartieri «wasp» i figli delle coppie alla deriva non se la passano troppo bene: se non diventano teppisti da strada, in tanti finiscono dallo psicanalista e le ferite interiori che si porteranno dietro per il resto della vita li renderà individui instabili e genitori a rischio, riproducendo un circolo vizioso di infelicità. Le vittime di oggi potrebbero diventare gli aguzzini (magari inconsapevoli) di domani. La popolarità delle osservazioni di Blankenhorn e di Sykes nasce dall'esplosione di un partito antidivorzista che, per esempio, ha già ottenuto in 18 Stati Usa leggi per rendere più macchinoso l'addio tra coniugi. Contemporaneamente, si moltiplicano i «centri per la paternità e la maternità responsabile» in cui si insegna il mestiere di genitori anche se i partners non vogliono più slare insieme. I «moderati» - gli esperti che galleggiano in nome del buon senso tra antidivorzisti a oltranza e divorzisti convinti - sono tra i più entusiasti sostenitori di questi centri di rieducazione, perché - come ha scritto Lois Gold in «Between Love &• Hate», tra odio e amore - più che impedire un divorzio bisogna scongiurare la conflittualità endemica tra un ex e una ex. Sono i figli usati come arma di ricatto quelli che soffrono di più. Allora, se pachi e madri non ce la fanno a gestire un distacco morbido, la nuova filosofia che dall'America si sta diffondendo in Europa è spingerli a chiedere aiuto: a rivolgersi ai mediatori familiari, esperti che sanno come svelenire odi incancreniti, e a entrare nei gruppi «self help», in cui ci si confronta a mente fredda con altre persone che si dibattono in difficoltà simili. «Queste iniziative servono a capire che la famiglia non finisce, ma cambia (orma», spiega Donata Francescato, autrice di «Figli Sereni di Amori Smarriti». Lo scopo è difendere bambini e ragazzi, ammorbidendo lo choc che li aspetta o che li ha colpiti. «Altrimenti, ò forte il rischio che si abbandonino a comportamenti patologici, regressivi o violenti». I figli più disturbati sono quelli che non hanno avuto voce in capitolo (neanche una vocina) nel dramma che li sbatte qua e là. «Non li si ascolta mai, né prima né dopo, e li si abbandona a se stessi», dice Maurizio Andolfi, neuropsichiatra e direttore dell'Accademia per la Psicoterapia della Famiglia di Roma. Soffrono (come si allarmano dall'altra parte dell'Oceano) perché si vedono privati di colpo della figura paterna e - osserva Andolfi «si spezza quell'equilibrio maschile-femminile che è indispensabile per scongiurare l'insorgere adolescenziale di tensioni comportamentali e contraddizioni psicologiche». Mamme troppo indaffarate a mandare avanti la casa e padri perennemente assenti stanno gettando le basi del malessere di intere generazioni. «Onorate i vostri bambini», ammoniva di recente uno dei più diffusi settimanali d'America «Us News». Un invito ai divorziati, ma anche a chi non lo è. In fondo nota lo psicologo Maurizio Bossi «se le necessità affettive sono antitetiche al lasciarsi, i casi alla Chiatti o alla Maso dimostrano quanto labirintico sia l'universo della famiglia, a pezzi o intera». Gabriele Beccaria mm I ANNI MATRIMONI 1994 2 8 5.1 12 1993 2 92.632 1992 303.785 1991 321.061 1990 3 1 9.711 1989 3 21.2 72 1988 3 1 8.296 1987 3 06.264 io SEPARAZIONI LEGALI 51.445 48.198 45.754 44.920 44.018 42.640 37.224 35.205 8 35; 162 DIVORZI 27.510 23.863 25.997 27.350 27.682 30.309 30.778 27.072 esso Alba Panetti e Luciano De Crescenzo

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