«I professori? Tutti da bocciare» di Paolo Poletti
«Lombardi è incompetente» «I professori? Tutti da bocciare» Gli studenti: sono presuntuosi e poco chiari 11ÌI1I1:1ÌIS11I1Ì!|;:;!H::;;:: LA PAGELLA DI 12 MILA LICEALI PER una volta il voto lo hanno dato gli studenti, ai loro insegnanti. E li hanno bocciati. L'Unione degli studenti ha comunicato i risultati di un sondaggio condotto tra 12.420 liceali in trenta città italiane, tra le quali le quattro maggiori: Roma, Milano, Torino, Napoli. Il quadro che emerge è desolante, afferma l'Unione che ha scritto una «lettera aperta al mondo della scuola». Solo il 10 per cento degli studenti ritiene che la maggioranza degli insegnanti si spieghi in modo chiaro. «Quasi mai - lamentano gli altri sono spiegati i criteri di valutazione, ed è quasi altrettanto difficile che sia illustrato il programma che si andrà a svolgere». C'è poi una «netta chiusura» della scuola nei confronti del «reale vissuto» degli studenti: solo l'I,5% sostiene che con la maggioranza degli insegnanti è possibile discutere in classe delle iniziative studentesche, come assemblee o autogestioni. Molti insegnanti punirebbero con interrogazioni chi partecipa a queste iniziative, non accettando le giustificazioni per assenze dovute a manifestazioni. Per il 33% degli interpellati nessun docente permette di approfondire gli argomenti non capiti dalla classe. Il 40% giudica «insod- disfacente» la collaborazione tra gli stessi insegnanti. E non è finita. Gli studenti rivendicano il diritto di giudicare l'operato dei docenti. «Speriamo che questa nostra iniziativa spinga le istituzioni a capire l'urgenza di far valutare gli insegnanti dagli studenti - afferma l'Unione - anche se non vogliamo introdurre il principio secondo cui l'insegnante più bravo deve guadagnare di più: vogliamo solo far conoscere il nostro parere ai professori». Nella lettera aperta al mondo della scuola, firmata da 1078 studenti, l'Unione risponde all'appello rivolto a Scalfaro, nei giorni scorsi, da alcuni docenti. «Richiamare gli anni in cui la scuola produceva la classe dirigente magari con l'uso di qualche bacchettata ben data - è scritto - non giova a nessuno. Oggi l'urgenza è un'altra: si dove, rapidamente, rendere ogni singolo istituto un laboratorio di progetti e di idee». Sabino Acquaviva, sociologo e professore universitario, è d'accordo, e non sembra comunque stupito dei risultati dell'indagine. «Pur distinguendo tra liceo e università, che hanno diverse esigenze, e nonostante le accentuazioni dovute all'età di coloro che hanno risposto al sondaggio - dice Acquaviva - ritengo vero che i docenti siano troppo orientati verso se stessi. Hanno una cultura imbalsamata ben lontana da quella moderna, usano linguaggi difficili, vivono in un mondo diverso, un mondo chiuso. Faticano a capire ciò che viene da fuori, restano legati all'ambiente in cui si sono formati, un po' come succede a quegli ex sessantottini che ripetono ancora cose che erano nuovissime sì, ma 25 anni fa. Io lo dico da tempo: nella scuola italiana, in ogni istituto, servirebbe la presenza di uno psicologo che faccia da tramite tra i ragazzi e i professori, e che aiuti l'inserimento dei più fragili». Paolo Poletti Gli studenti dei licei italiani giudicano i loro professori poco chiari nelle spiegazioni
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