Sull'evaso guerra delle ricompense di Andrea Di Robilant
Sull'evaso guerra delle ricompense Sull'evaso guerra delle ricompense Dall'Italia una somma «elastica» a chi darà notizie ROMA. Il Viminale promette una ricompensa anche «rilevante» per chi aiuterà a catturare Majid Al Molqi, il terrorista palestinese evaso da Rebibbia. Ma l'amministrazione Clinton gioca al rialzo offrendo fino a due milioni di dollari (tre miliardi di lire) per avere informazioni utili. Mentre Dini affrontava a Sharm el-Sheikh il caso Al Molqi, Roma e Washington sembrano avere idee diverse anche sulla taglia. Il Viminale vuole attingere con discrezione dal suo «fondo speciale», senza pubblicizzare somme specifiche. Il Dipartimento di Stato fa invece un annuncio eclatante, che ricorda i manifesti non la scritta «Wanted» che gU sceriffi affiggevano una volta nel Far West. Da ieri è in funzione al Viminale un numero verde (167113113) per incoraggiare chiunque possa aiutare nelle ricerche del terrorista a chiamare. Una volta accertata l'attendibilità delle informazioni ottenute, il Viminale deciderà le dimensioni della ricompensa. Per questo le autorità italiane sono riluttanti a «sparare» cifre precise, come fanno invece i colleghi americani. «C'è un minimo di contrattazione da fare», dicono al ministero. Informazioni utili ma non decisive - i documenti falsi, l'auto rubata, qualche avvistamento possono fruttare un centinaio di milioni. Vale molto di più, naturalmente, una soffiata che porta direttamente alla cattura di Al Molqi. La Polizia ha sempre a disposizione dei fondi per pagare i suoi informatori. L'unica novità è che questa volta viene istituito un numero verde. «E' il vecchio gioco degli informatori - spiegano al Viminale -. Solo che in questo ca¬ so lo abbiamo reso pubblico». E non è nemmeno la prima volta: già in occasione dell'attentato di via Fauro contro Maurizio Costanzo fu istituito un numero verde. Tutt'altro atteggiamento hanno invece gli americani. Il dipartimento di Stato avverte che Al Molqi «deve essere considerato armato e pericoloso». E invita a contattare l'ambasciata americana o il consolato più vicini. Oppure a scrivere ad una casella postale (P.O. Box 96781, Washington D.C. 20090-6781) intitolata «Heroes» (Eroi). Ultima possibilità: per gli aficionados dell'Internet l'indirizzo è http://www7heroes.net. Viene assicurata massima riservatezza e, se necessario, anche ospitalità negli Stati Uniti. Due atteggiamenti diversi dunque, anche se poi la sostanza cambia poco. Gli americani of¬ frono «fino» a due milioni di dollari, facendo capire che anche per loro il valore della soffiata va contrattata di volta in volta. L'annuncio pubblico di una taglia potenzialmente molto generosa, dicono a Roma, va spiegato anche alla luce della profonda impressione che la fuga di Al Molqi, condannato a 30 anni per il sequestro dell'Achille Lauro e l'uccisione del turista in carrozzella Leon Klinghoffer, ha suscitato negli Stati Uniti, soprattutto negli ambienti ebraici americani. «Non c'è da sorprendersi per la reazione del popolo e del governo americani - ha aggiunto ieri l'ambasciatore Usa in Italia, Reginald Bartholomew -. Il terrorismo è un fenomeno molto sentito da noi. Abbiamo i nostri brutti ricordi: il Libano, l'Iran e, più recentemente, New York». Andrea di Robilant
Persone citate: Achille Lauro, Clinton, Dini, Leon Klinghoffer, Majid, Maurizio Costanzo, Reginald Bartholomew
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