« Il movente? E' la gelosia»

« « Il movente? E' la gelosia» Silvio: Vittorio, ora sai cosa devi fare ILE COPPIE E LA POLITICA AROMA lfredo Biondi la butta lì. «Ma stanno ancora insieme lei e Vittorio? Io non la conosco bene, dicono che sia un'esaltata, l'ho vista una volta a Santa Margherita Ligure... aveva qualche contrasto con la Matranga perché in giro si diceva che Cristina avesse un flirt con Dotti... Chissà, le donne, le vendette... E lui? Capace di lasciarla fare...». Alla buvette della Camera, la «bomba» giudiziaria Roma-Milano ò diventata una storiella gustosa con tutti gli ingredienti per ricamarci su: donne, tradimenti, faide interne al gruppo berlusconiano. Biondi sorbetta un caffè e fa capire che dietro questa vicenda potrebbe esserci un banale dramma della gelosia: inorsa da questo sentimento, Stefania Ariosto, compagna di Dotti, avrebbe covato una sorta di rancore verso tutto quello che la allontanava dal capogruppo di Forza Italia: la politica, il Cavaliere, le lotte con il nemico per antonomasia del «suo» Vittorio, Cesare Previti. La «Pompadour connection», cosi ribattezzata dal deputato forzitalista Pietro Di Muccio, intriga e fa discutere. Si chiacchiera di «lei», ma anche di «lui», è inevitabile. «Questa signora racconta Giampiero Broglia giocava d'azzardo, frequentava i casinò, aveva debiti, ed era minacciata per chissà quali storie... Vittorio come ha potuto mettersi con un personaggio simile?». E Previti, che è avvelenato, lascia intendere che il capogruppo di Forza Italia potrebbe non essere estraneo a questa storia: «L'ineffabile Dotti - osserva il senatore azzurro - manca di senso di responsabilità. Alla Ariosto che scatena questa ira di Dio con calumile che traggono origine da cose che avrà sentito dal suo compagno, e che avrà manipolato, lui risponde tiran dosi indietro. E' pazzesco. Non so se siamo di fronte a totale in capacità di capire o a qualcosa di peggiore». Il forzitalista Domenico Contestabile concentra invece la propria attenzione sulla signora: «E' una mitomane - dice -, la storia dei tre figli morti, per esempio, non è vera. Ricordo che era amica di Craxi e ci teneva a farlo sapere: aveva riempito il suo negozio di antiquariato di foto che la ritraevano con il segretario del psi. Quanto a Dotti, pure lui è stato interrogato ed è difficile che non sapesse quello che aveva detto la Ariosto. Dice che non era a conoscenza? Si può anche fingere. Comunque in fondo Vittorio è una vittima». Affari politici, affari sentimentali, e affari-affari, si intrecciano in questa vicenda. C'è il povero Dotti che l'altra notte arriva in via dell'Anima e viene accolto, come confesserà più tardi lui stesso, da «un'atmosfera gelida». «Sono sicuro che sai quello che devi fare», gli dice un cupissimo Berlusconi. Chissà che vorrà dire? Fioriscono le traduzioni: nel giro stretto del Cavaliere qualcuno pensa che Dotti debba lasciare la Ariosto, qualche altro ritiene che debba lasciare il collegio. C'è Dotti, dunque, e c'è la sua mai sopita rivalità con Previti. Ma c'è soprattutto lei, Stefania. A Montecitorio narrano che fosse molto amica di alcuni socialisti come Filippo Panseca e Giorgio Casoli, dicono che avrebbe la scorta perché è inseguita dagli usurai e dal giro dei casinò e non per le deposizioni che ha fatto in procura a Milano, vociferano che la stiano usando per incastrare Berlusconi. Ne raccontano tante... verità, menzogne? Chissà. Quel che è certo è che la Ariosto frequenta spesso e volentieri i casinò (in soli due anni è andata 300 volte a Campione d'Italia), che è stata denunciata più volte per storie di soldi mai versati, che ha avuto problemi giudiziari, che fu coinvolta in una «querelle» con i Lloyd's di Londra che non volevano risarcirla per un furto da lei denunciato su cui la società assicuratrice non vedeva chiaro. Eppure, a Montecitorio, molti pensano che la miccia della bomba-Ariosto sia la gelosia. E si narra di alcune foto di lei e Dotti che la signora avrebbe dato ad un settimanale per far sapere «Urbi et orbi» che lui aveva un'unica donna. Ma la miccia era accesa da tempo. Il 23 giugno del '94, la Ariosto e la Matranga, a pranzo in un ristorante romano, in un'atmosfera in cui si mescolavano complicità e antagonismo, improvvisarono un duetto che la diceva lunga. La prima, con l'aria fragile e nervosa, ascoltava la seconda raccontare: «Hanno detto in giro che ero l'amante di Dotti». Poi prendeva la parola per spiegare: «A Vittorio piace la Pivetti, dice che è rachitica, ma che ha uno sguardo...». Quindi assentiva con inusitata violenza quando la Matranga sparava su Previti «Dicono che Vittorio è l'avvoca to degli affari legali di Berlusconi, mentre Previti è l'avvocato degli affari illegali? E' vero...». E interloquiva di nuovo, per parlar male del Cavaliere: «Silvio spiegava - è un gran bugiardo». Il giorno dopo quel duetto finì sulla Stampa. «Io ho trattato soprattutto argomenti "rosa"», replicò la Ariosto citando, come «testo» a discarico, «L'umano come donna» di Lou Salomé «Meravigliosa compagna di Nie tzsche», precisava l'espolosiva compagna di Dotti. Maria Teresa Meli

Luoghi citati: Italia, Londra, Milano, Roma, Santa Margherita Ligure