LIBRI re dei ladri in biblioteca

Pergamene, incunaboli, palinsesti: la storia del conte italiano che nell'800 saccheggiò centinaia di archivi Pergamene, incunaboli, palinsesti: la storia del conte italiano che nell'800 saccheggiò centinaia di archivi LIBRI // re dei ladri in biblioteca /\I LONDRA I i OME tutte le società, anI che il mondo dei ladri ha i I i suoi ceti. Dal rozzo proleyé I tariato di ladruncoli e ladroni, si sale così, di gradino in gradino, fino all'Aristocrazia, un Olimpo in cui siedono i Principi del furto, i Grandi, gli Immortali. In questa élite, forse primus inter pares, torreggia l'italiano Guglielmo Libri, che, guarda un po', nobile era veramente, ricco di sangue blu che sprizza, vivido, dal suo nome, magnifico, altisonante: Guglielmo Bruto Icilio Timoleone Libri-Carrucci della Sommaia, nato nel 1802, morto nel 1869. E - sembra un arguto bisticcio, ma non lo è - Libri rubava libri. Sì, proprio così, rubava libri: ma con un'audacia, una sfrontatezza, una maestria che, ancora oggi, lasciano stupefatti. Trafugò migliaia di volumi, per lo più preziosi; saccheggiò decine di biblioteche francesi; s'impossessò di incunaboli, di manoscritti, di palinsesti; carpì una meraviglia del settimo secolo, una pergamena con 49 miniature del Pentateuco. Certo, oggi c'è chi ruba quadri bellissimi e di immenso valore, ma non c'era posto alcuno fra le mani del ladro e il suo cervello. Il «caso Libri» è pressoché unico, in quanto il ladro era un bibliofilo illustre, fra i più eminenti, nonché scienziato, scrittore, umanista. Sarebbe come se Federico Zeri facesse razzia di opere d'arte o Rita Levi Montalcini si arricchisse sottraendo strumenti ai laboratori internazionali. E' una storia invero straordinaria, ed ecco perché viva è oggi la gratitudine degli studiosi ai due autori di un nuovo libro sul patrizio italiano. Un libro eccezionale, per parecchi motivi. Pubblicato in Olanda dall'editore Verloren, di Hilversum, il volume (prezzo 79 fiorini) è opera di P. Alessandra Maccioni Ruju, una signora italiana, docente di inglese in Italia e a Cambridge, e di un medievalista olandese di 38 anni, Marco Moster. Il libro - 450 pagine, rilegate e illustrate - è in inglese, un inglese, bisogna sottolineare, impeccabile ed elegante, elogiato persino dal Times Literary Supplement. Le biografie sono di moda, e tutte rivelano aspetti trascurati o ignorati, quasi sempre sessuali, del personaggio. Non questo volume, che è, allo stesso tempo, un profondo testo di storia dell'Ottocento, soprattutto in Italia e in Francia, e un avvincente thriller. II titolo dice tutto: The life and times of Guglielmo Libri. Scientist, patriot, scholar, journalist and thief. «Thief» significa ladro. Nato a Firenze nel 1802 da antica e nobile famiglia toscana, il gio vane rivelò presto doti straordinarie. Studiò matematica e fisica a Pisa e, a soli 18 anni, un suo saggio sulla teoria dei numeri destò l'interesse del mondo scientifico. Nel 1830, è in Francia durante la «Rivoluzione di lu glio»; nel 1833, acquista la citta dinanza francese ed è eletto al l'Institut de France. Nel 1834, i nominato professore alla Sorbona, nel 1837 diviene Chevalier de la Légion d'Honneur, nel 1842 gli è affidata la direzione di una nuova Commissione incaricata di catalogare tutti i manoscritti nel le biblioteche francesi. Nel 1843, un ennesimo onore, professore nel Collège de France. La sua amicizia con il ministro Guizot gli assicura altresì influenze politiche. Un'ascesa vertiginosa, durante la quale il conte comprava, vendeva e rubava libri. Questa cleptomania s'era manifestata presto, quando Libri era ancora in Italia, nel 1825, dopo la sua nomina a bibliotecario dell'Accademia dei Georgofili. Tenne l'incarico per un anno soltanto; ma in quei pochi mesi trafugò 300 volumi. Esplose uno scandalo, ma il giovane fu salvato dalla sua famiglia. In Francia, la sua posizione e il suo prestigio gli garantiscono, per vari anni, una libertà d'azione pressoché assoluta. Grazie al suo incarico nella nuova Commissione aveva accesso a tutte le biblioteche. Molte pagarono a caro prezzo l'onore delle sue visite. La Bibliothèque de l'Observatoire prestò a Libri 400 preziose lettere di Helvetius, non le rivide più. La Biblioteca di Carpentras dovette accettare la perdita di una copia del Cortigiano di Castiglione e di un'edizione aldina di Teocrito. A poco a poco, la verità viene a galla. Alle denunce anonime seguono accuse più concrete. Dopo la caduta della monarchia di luglio, nel '48, il nobile è indifeso, non gli resta che fuggire. Sceglie l'Inghilterra, dove spedisce, nottetempo, circa 25 mila volumi: altrettanti ne lascia nel suo appartamento parigino. Nel 1850, un tribunale francese lo riconosce colpevole di aver saccheggiato almeno otto biblioteche, lo condanna in contumacia a dieci anni di carcere. Prima da Londra (dove il conte riesce a vendere all'asta molti volumi), poi dall'Italia, il patrizio continua a protestarsi innocente: e molti gli credono, persino in Francia. In Italia, Libri resterà «un cavaliere senza macchia», vittima di cospirazioni transalpine. Libri muore a Fiesole il 28 settembre 1869. Il critico francese Philarete Chasles, che il conte aveva conosciuto e ammirato, scrisse: «... un matematico d'eccezione, un geometra, un fisico, uno storico, una mente con straordinari poteri d'analisi, un bibliofilo senza pari, que- st'uomo ebbe una sola disgrazia, quella d'essere un ladro». Ma perché lo era? In una lucida prefazione al libro, Nicholas Barker tenta di rispondere a questa domanda. «... Cera l'eccitazione del reato, c'era il desiderio di stabilire un contatto fisico con le reliquie del passato, c'era cupidigia... E poi, infine, i vizi di Libri, come le sue virtù, erano creativi. Fosse vissuto nel Rinascimento, il conte sarebbe stato forse un alchimista, avrebbe tentato di convertire in oro i metalli piii vili». Ricostruita la vita dello scienziato, umanista, scrittore, poi condannato da un tribunale francese enne l'incaanmesi mi. alo, ato In io er à so a a iaoe. de a tn oorel ine ele enta u è ta ie ve o, mi: ia forse un alchimista, avrebbe tentato di convertire in oro i metalli piii vili». MsErità,centtantalcugranvolgFincsideta, dlo acendgnoi mignapettbri SChiun ricca C«prebradiceun darfirmto ipre Il conte Guglielmo Bruto Icilio Timoleone Libri-Carrucci della Sommaia ( 1802-1869)